Il secondo anno di vita rappresenta un periodo critico nello sviluppo del bambino, nel quale vi sono molte spinte verso l’autonomia, fondamentali per un sano sviluppo di un senso di Sé. In questa fase i ritmi diadici precedentemente raggiunti cambiano e numerosi studi evidenziano la presenza di conflitti, soprattutto nel passaggio all’alimentazione autonoma, dove si evidenzia la necessità per il genitore e il figlio di ridefinire i propri ruoli nella relazione diadica, al fine di ricercare un nuovo equilibrio. A partire dalle teorizzazioni di Mary Ainsworth, diversi autori hanno indagato il ruolo di un genitore “sensibile” nello sviluppo di un bambino. Il presente elaborato si è posto l’obiettivo di poter indagare maggiormente il costrutto della sensibilità genitoriale ai segnali del bambino. Nello specifico, si è voluto indagare se la sensibilità del genitore potesse non essere vista come un costrutto unitario, ma possa differenziarsi in base alle richieste e ai bisogni del bambino. Si ipotizza che la sensibilità genitoriale possa essere un costrutto relazionale, influenzato da caratteristiche del genitore, del bambino e della relazione. In collaborazione con la Professoressa Lynne Murray, è stato messo a punto uno schema di codifica, al fine di valutare la sensibilità del genitore a differenti segnali (segnali del bambino di voler interrompere l’interazione, richieste di maggiore autonomia, richieste di rassicurazione e di cooperazione). Sono stati svolti due studi empirici. Nel primo studio sono state valutate le interazioni alimentari madre-bambino e padre-bambino di N= 60 nuclei familiari in un campione non referred, con bambini di età compresa fra i 12 ed i 24 mesi. I risultati hanno mostrato che non vi erano differenze nella qualità interattiva materna e paterna durante l’alimentazione e che sia le madri che i padri mostravano una sensibilità maggiore ai segnali di cooperazione dei bambini, rispetto alle richieste di maggiore autonomia o di interrompere l’interazione. 1 Nel secondo studio sono state valutate le interazioni alimentari e ludiche genitore-bambino di N= 38 nuclei familiari non referred, con bambini nel secondo anno di vita. In questo studio si è voluta verificare la presenza di eventuali differenze nella sensibilità genitoriale a differenti segnali del bambino sia durante interazioni alimentari che durante le interazioni ludiche, tenendo in considerazione i profili psicologici e lo stress genitoriali, il temperamento del bambino e l’adattamento di coppia. Sono state evidenziate differenze fra la sensibilità materna ai differenti segnali del bambino, sia nel contesto alimentare, che in quello ludico. Nei padri questa differenza è stata riscontrata solamente nelle interazioni ludiche. Inoltre, uno dei fattori che è risultato essere maggiormente associato alla qualità delle interazioni materne e paterne in entrambi i contesti è il temperamento del bambino e, nello specifico, l’emozionalità negativa e l’attività motoria del bambino. I risultati confermano le ipotesi iniziali, evidenziando che la sensibilità genitoriale può essere differente in base ai bisogni del bambino. Si ipotizza che la minore sensibilità dei genitori riscontrata alle richieste di maggiore autonomia e di interruzione delle interazioni, sia legata a questa specifica fascia d’età, dove la spinta verso l’autonomia del bambino modifica i precedenti ruoli della diade. Ciononostante, questo risultato mette in evidenza che un genitore può mostrare una sensibilità differente in base ai bisogni del bambino e sarebbero necessarie ulteriori indagini in differenti fasce d’età.

Sincronicità e rispecchiamento emotivo nelle relazioni genitore-bambino / Ballarotto, Giulia. - (2019 Feb 14).

Sincronicità e rispecchiamento emotivo nelle relazioni genitore-bambino

BALLAROTTO, GIULIA
14/02/2019

Abstract

Il secondo anno di vita rappresenta un periodo critico nello sviluppo del bambino, nel quale vi sono molte spinte verso l’autonomia, fondamentali per un sano sviluppo di un senso di Sé. In questa fase i ritmi diadici precedentemente raggiunti cambiano e numerosi studi evidenziano la presenza di conflitti, soprattutto nel passaggio all’alimentazione autonoma, dove si evidenzia la necessità per il genitore e il figlio di ridefinire i propri ruoli nella relazione diadica, al fine di ricercare un nuovo equilibrio. A partire dalle teorizzazioni di Mary Ainsworth, diversi autori hanno indagato il ruolo di un genitore “sensibile” nello sviluppo di un bambino. Il presente elaborato si è posto l’obiettivo di poter indagare maggiormente il costrutto della sensibilità genitoriale ai segnali del bambino. Nello specifico, si è voluto indagare se la sensibilità del genitore potesse non essere vista come un costrutto unitario, ma possa differenziarsi in base alle richieste e ai bisogni del bambino. Si ipotizza che la sensibilità genitoriale possa essere un costrutto relazionale, influenzato da caratteristiche del genitore, del bambino e della relazione. In collaborazione con la Professoressa Lynne Murray, è stato messo a punto uno schema di codifica, al fine di valutare la sensibilità del genitore a differenti segnali (segnali del bambino di voler interrompere l’interazione, richieste di maggiore autonomia, richieste di rassicurazione e di cooperazione). Sono stati svolti due studi empirici. Nel primo studio sono state valutate le interazioni alimentari madre-bambino e padre-bambino di N= 60 nuclei familiari in un campione non referred, con bambini di età compresa fra i 12 ed i 24 mesi. I risultati hanno mostrato che non vi erano differenze nella qualità interattiva materna e paterna durante l’alimentazione e che sia le madri che i padri mostravano una sensibilità maggiore ai segnali di cooperazione dei bambini, rispetto alle richieste di maggiore autonomia o di interrompere l’interazione. 1 Nel secondo studio sono state valutate le interazioni alimentari e ludiche genitore-bambino di N= 38 nuclei familiari non referred, con bambini nel secondo anno di vita. In questo studio si è voluta verificare la presenza di eventuali differenze nella sensibilità genitoriale a differenti segnali del bambino sia durante interazioni alimentari che durante le interazioni ludiche, tenendo in considerazione i profili psicologici e lo stress genitoriali, il temperamento del bambino e l’adattamento di coppia. Sono state evidenziate differenze fra la sensibilità materna ai differenti segnali del bambino, sia nel contesto alimentare, che in quello ludico. Nei padri questa differenza è stata riscontrata solamente nelle interazioni ludiche. Inoltre, uno dei fattori che è risultato essere maggiormente associato alla qualità delle interazioni materne e paterne in entrambi i contesti è il temperamento del bambino e, nello specifico, l’emozionalità negativa e l’attività motoria del bambino. I risultati confermano le ipotesi iniziali, evidenziando che la sensibilità genitoriale può essere differente in base ai bisogni del bambino. Si ipotizza che la minore sensibilità dei genitori riscontrata alle richieste di maggiore autonomia e di interruzione delle interazioni, sia legata a questa specifica fascia d’età, dove la spinta verso l’autonomia del bambino modifica i precedenti ruoli della diade. Ciononostante, questo risultato mette in evidenza che un genitore può mostrare una sensibilità differente in base ai bisogni del bambino e sarebbero necessarie ulteriori indagini in differenti fasce d’età.
14-feb-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1230735
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