Negli ultimi venti anni la tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo della chirurgia immagine-guidata, in particolare in chirurgia vertebrale. Nonostante questo, le tecniche di navigazione spinale non sono ancora diffusamente utilizzate. Durante le procedure strumentate di chirurgia vertebrale, la tecnologia più comunemente impiegata consiste nell’imaging intra-operatorio 2-D realizzato con l’impiego dell’amplificatore di brillanza senza il supporto di un sistema di navigazione. Meno frequenti risultano invece l’utilizzo dell’imaging 3-D fluoroscopico, l’impiego di scansioni TC preoperatorie ed infine il ricorso a procedure assistite da un sistema di navigazione. Cenni storici La navigazione spinale nacque con l’intento di rendere più sicure e meno invasive le procedure di chirurgia vertebrale strumentata. Risale a 20 anni fa l’introduzione di sistemi di navigazione chirurgica basati sull’acquisizione di immagini TC preoperatorie: rappresentò il primo tentativo, nell’ambito delle procedure strumentate di chirurgia vertebrale, finalizzato all’ottimizzazione del posizionamento delle viti peduncolari e alla riduzione dell’esposizione del paziente e del personale di sala operatoria alle radiazioni ionizzanti. Questa metodica risultò tuttavia eccessivamente complicata e non ottenne consenso su larga scala da parte della classe medica. L’indagine anatomica basata su immagini intra-operatorie 2-D ottenute mediante l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza rimane ancora oggi la tecnica più comune, nonostante ne siano riconosciuti i limiti nel fornire informazioni relative alla terza dimensione, essenziali per un corretto e preciso posizionamento delle viti peduncolari. La prima applicazione clinica conclusa con successo risale al 1995 e consisteva nel posizionamento di viti peduncolari nelle vertebre lombari (1). Negli anni successivi la metodica è stata applicata nel trattamento chirurgico di numerose patologie degenerative, malformative, traumatiche e neoplastiche di tutto il rachide, non solo di quello lombare.

Navigazione spinale basata su immagini TC pre-operatorie: evoluzione della tecnica, applicazioni, vantaggi e limiti / Dugoni, DEMO EUGENIO. - (2019 Feb 21).

Navigazione spinale basata su immagini TC pre-operatorie: evoluzione della tecnica, applicazioni, vantaggi e limiti

DUGONI, DEMO EUGENIO
21/02/2019

Abstract

Negli ultimi venti anni la tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo della chirurgia immagine-guidata, in particolare in chirurgia vertebrale. Nonostante questo, le tecniche di navigazione spinale non sono ancora diffusamente utilizzate. Durante le procedure strumentate di chirurgia vertebrale, la tecnologia più comunemente impiegata consiste nell’imaging intra-operatorio 2-D realizzato con l’impiego dell’amplificatore di brillanza senza il supporto di un sistema di navigazione. Meno frequenti risultano invece l’utilizzo dell’imaging 3-D fluoroscopico, l’impiego di scansioni TC preoperatorie ed infine il ricorso a procedure assistite da un sistema di navigazione. Cenni storici La navigazione spinale nacque con l’intento di rendere più sicure e meno invasive le procedure di chirurgia vertebrale strumentata. Risale a 20 anni fa l’introduzione di sistemi di navigazione chirurgica basati sull’acquisizione di immagini TC preoperatorie: rappresentò il primo tentativo, nell’ambito delle procedure strumentate di chirurgia vertebrale, finalizzato all’ottimizzazione del posizionamento delle viti peduncolari e alla riduzione dell’esposizione del paziente e del personale di sala operatoria alle radiazioni ionizzanti. Questa metodica risultò tuttavia eccessivamente complicata e non ottenne consenso su larga scala da parte della classe medica. L’indagine anatomica basata su immagini intra-operatorie 2-D ottenute mediante l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza rimane ancora oggi la tecnica più comune, nonostante ne siano riconosciuti i limiti nel fornire informazioni relative alla terza dimensione, essenziali per un corretto e preciso posizionamento delle viti peduncolari. La prima applicazione clinica conclusa con successo risale al 1995 e consisteva nel posizionamento di viti peduncolari nelle vertebre lombari (1). Negli anni successivi la metodica è stata applicata nel trattamento chirurgico di numerose patologie degenerative, malformative, traumatiche e neoplastiche di tutto il rachide, non solo di quello lombare.
21-feb-2019
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