Tra i miti greci più noti figura senza dubbio quello riguardante l’unione tra la mortale Léde e Zeus in forma di cigno, che avrebbe dato vita alla coppia di gemelli formata da Kástor e Polydeúkes, i Dióskouroi. In realtà, stando alle fonti, il rapporto che lega i gemelli al primo tra gli dèi non appare del tutto chiaro a causa di tradi- zioni divergenti, che ora assegnano a Zeus la paternità di entrambi, ora solo quella di Polydeúkes, con Kástor figlio di Tyndáreos re di Sparta, senza contare l’altra coppia formata da Heléne e Klytaimnéstra. In ogni caso, si tratta di due tra le figure più arcaiche e allo stesso tempo più venerate della religione greca, specialmente per quanto riguarda alcune aree, la Laconia e Sparta su tutte. Sebbene molto spesso, e fin dalle fonti più antiche, fossero rappresentati e indicati in coppia (basti pensare agli epiteti più frequentemente utilizzati per nominarli: Dióskouroi, Tyndarídai, ma anche, a Roma, Castores), non mancano prove di rappresentazione degli eroi come figure singole, dotate di proprie prerogative e capaci, talvolta, di oscurare l’altra metà della coppia. È ciò che accade, sotto molti aspetti, a Roma, e che costituisce il fulcro del volume di Claudia Santi Castor a Roma. Un dio peregrinus nel Foro, qui recensito.
Recensione di Claudia Santi, Castor a Roma. Un dio «peregrinus» nel Foro, Lugano, Agorà & Co., 2017 / Addessi, Marta. - In: STUDI E MATERIALI DI STORIA DELLE RELIGIONI. - ISSN 0393-8417. - 83:2(2017), pp. 621-624.
Recensione di Claudia Santi, Castor a Roma. Un dio «peregrinus» nel Foro, Lugano, Agorà & Co., 2017
ADDESSI, MARTA
2017
Abstract
Tra i miti greci più noti figura senza dubbio quello riguardante l’unione tra la mortale Léde e Zeus in forma di cigno, che avrebbe dato vita alla coppia di gemelli formata da Kástor e Polydeúkes, i Dióskouroi. In realtà, stando alle fonti, il rapporto che lega i gemelli al primo tra gli dèi non appare del tutto chiaro a causa di tradi- zioni divergenti, che ora assegnano a Zeus la paternità di entrambi, ora solo quella di Polydeúkes, con Kástor figlio di Tyndáreos re di Sparta, senza contare l’altra coppia formata da Heléne e Klytaimnéstra. In ogni caso, si tratta di due tra le figure più arcaiche e allo stesso tempo più venerate della religione greca, specialmente per quanto riguarda alcune aree, la Laconia e Sparta su tutte. Sebbene molto spesso, e fin dalle fonti più antiche, fossero rappresentati e indicati in coppia (basti pensare agli epiteti più frequentemente utilizzati per nominarli: Dióskouroi, Tyndarídai, ma anche, a Roma, Castores), non mancano prove di rappresentazione degli eroi come figure singole, dotate di proprie prerogative e capaci, talvolta, di oscurare l’altra metà della coppia. È ciò che accade, sotto molti aspetti, a Roma, e che costituisce il fulcro del volume di Claudia Santi Castor a Roma. Un dio peregrinus nel Foro, qui recensito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.