Maya Deren ha prodotto tra gli anni quaranta e la metà degli anni cinquanta del secolo scorso un cinema visionario in cui la danza e i danzatori diventano i protagonisti della trasfigurazione del reale in arte, del viaggio dal mondo visibile a quello invisibile delle forme sottili dell’inconscio e della mente. Il saggio si incentra sul ciclo di film di Maya Deren che John Martin, critico di danza del New York Times e teorico di punta della modern dance, definì come choreocinema: <>, soffermandosi principalmente su A Study in Choreography for Camera del 1945 che Deren creò collaborando con il danzatore afro-americano Talley Beatty.
"A continuous awaking movement". Note sul choreocinema di Maya Deren / DI BERNARDI, Vito. - In: DANZA E RICERCA. - ISSN 2036-1599. - 10:ANNO 10(2018), pp. 161-173.
"A continuous awaking movement". Note sul choreocinema di Maya Deren
DI BERNARDI, VITO
2018
Abstract
Maya Deren ha prodotto tra gli anni quaranta e la metà degli anni cinquanta del secolo scorso un cinema visionario in cui la danza e i danzatori diventano i protagonisti della trasfigurazione del reale in arte, del viaggio dal mondo visibile a quello invisibile delle forme sottili dell’inconscio e della mente. Il saggio si incentra sul ciclo di film di Maya Deren che John Martin, critico di danza del New York Times e teorico di punta della modern dance, definì come choreocinema: <>, soffermandosi principalmente su A Study in Choreography for Camera del 1945 che Deren creò collaborando con il danzatore afro-americano Talley Beatty.File | Dimensione | Formato | |
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