Questo lavoro di dottorato è lo sviluppo di una ricerca di tesi triennale condotta sui papiri con passi dell’orazione Sulla Corona di Demostene. Lo studio del testo demostenico, in virtù della grande quantità di papiri e pergamene riemersi dalle sabbie egiziane, rappresenta un’ottima palestra di studio. In particolar modo, l’analisi dei testimoni della diciottesima orazione, quella meglio attestata, permette di far luce sulla circolazione e sulla fruizione di un classico della letteratura greca e di un capolavoro dell’arte oratoria. Il numero dei reperti editi, che nel progetto iniziale ammontava a 24, è salito oggi a 29. A questi frammenti di tradizione diretta, si affiancano 3 papiri di tradizione indiretta. L’analisi dei testimoni demostenici è stata condotta seguendo un preciso modello. Di ogni reperto si forniscono le informazioni riguardanti la provenienza, il luogo di conservazione, l’editio princeps, le edizioni successive, le riproduzioni disponibili, le informazioni bibliografiche e le dimensioni (in centimetri, secondo la formula base x altezza). Di seguito sono affrontati i principali aspetti riguardanti la facies materiale dei reperti: bibliologia o codicologia, layout del testo, ipotesi di ricostruzione del rotolo o del codice, utilizzo di segni testuali e paratestuali. Particolare attenzione è stata riservata all’analisi paleografica dei testimoni, con la descrizione dei tratti caratteristici della scrittura, la descrizione della morfologia delle lettere, i confronti con reperti comparabili e le proposte di datazione. In ultimo, è analizzato il testo tràdito, con l’intento di evidenziare in primo luogo le lezioni singolari, poi gli accordi in lezione erronea e gli accordi in lezione genuina, sia con la tradizione medievale, che con quella indiretta. Segue la trascrizione semi-diplomatica della porzione di testo riportata dai frammenti. L’ultima sezione, infine, è dedicata alla descrizione delle tracce di lettere poco visibili, o distinguibili solo parzialmente. Qui, inoltre, si discutono le singole lezioni, sulla base del confronto con i principali manoscritti, e si valuta la genuinità delle lectiones singulares del papiro. Alla disamina dei testimoni di tradizione indiretta è dedicata la prima appendice. In generale si rimanda a studi pregressi per gli aspetti materiali dei frammenti. Nella trascrizione del testo è stata estrapolata solo la sezione in cui si citi o si menzioni il De Corona. Nondimeno, questi reperti di tradizione indiretta si dimostrano preziosi per i lemmi demostenici citati, per dimostrare l’antichità della conoscenza del testo dell’oratore in Egitto, o per fornire ulteriori elementi sulla modalità secondo la quale l’opera circolava. L’appendice seconda, invece, è dedicata a un breve prospetto della tradizione medievale, con particolare attenzione ai capostipiti delle quattro recensioni su cui si fonda la tradizione manoscritta di Demostene. Lo studio dei reperti è stato condotto su immagini ad alta risoluzione, fornite dai rispettivi Istituti in cui i papiri sono conservati. Per i seguenti reperti è stata effettuata una revisione autoptica: P.Ryl. I 59 (1), P.Berol. inv. 11906 (2), P.Köln I 15 (3), PSI XIV 1395 (7), P.Köln VIII 334 (8), PSI XVI 1602 (9), P.Ant. I 27 (11), P.Mil.Vogl. I 12 (16), P.Ryl. I 57 (17), P.Paramone 2 (18), P.Haun. I 5 (22), P.Oxy. XLII 3009 (23), P.Köln XIII 498 (25), P.Med. I 16 (26), P.Ryl. I 58 (28). L’edizione critica di riferimento è quella oxoniense di DILTS 2002. La valutazione delle singole lezioni, tuttavia, è stata condotta considerando in ogni singolo caso il testo e l’apparato di più edizioni critiche, talvolta datate, ma ancora preziose per la grande quantità di note di commento riportate e per l’ampio numero di manoscritti presi in esame; le principali edizioni consultate sono: BEKKER 1824, DISSEN 1837, DINDORF 1846, DINDORF 1849, VOEMEL 1862, WEIL 1877, BLASS 1885, GOODWIN 1901, BUTCHER 1903, FUHR 1914, MATHIEU 1958, CANFORA 2000, YUNIS 2001. Il testo demostenico, inoltre, quando possibile, è stato collazionato sui principali manoscritti, grazie alle immagini ad alta definizione fornite dalle rispettive Biblioteche, o, nei casi più fortunati, grazie a una apposita revisione autoptica. Questa è stata possibile per i seguenti codici: Paris. gr. 2934 (S), Monac. gr. 485 (A), Marc. gr. 416 (F), Paris. gr. 2935 (Y), Marc. gr. 418 (Q), Laur. conv. soppr. 136 (Ft); Ambros. C 235 inf. (Af), Urbinas gr. 113 (U), Vat. gr. 68 (Vb), Palat. gr. 104 (vd), Palat. gr. 113 (ve), Palat. gr. 142 (vf), Palat. gr. 193 (= Pii II 19) (vh), Barb. gr. 141 (Vz).
I Papiri del De Corona di Demostene. Storia e critica del testo / Sardone, Lorenzo. - (2019 Feb).
I Papiri del De Corona di Demostene. Storia e critica del testo
SARDONE, LORENZO
01/02/2019
Abstract
Questo lavoro di dottorato è lo sviluppo di una ricerca di tesi triennale condotta sui papiri con passi dell’orazione Sulla Corona di Demostene. Lo studio del testo demostenico, in virtù della grande quantità di papiri e pergamene riemersi dalle sabbie egiziane, rappresenta un’ottima palestra di studio. In particolar modo, l’analisi dei testimoni della diciottesima orazione, quella meglio attestata, permette di far luce sulla circolazione e sulla fruizione di un classico della letteratura greca e di un capolavoro dell’arte oratoria. Il numero dei reperti editi, che nel progetto iniziale ammontava a 24, è salito oggi a 29. A questi frammenti di tradizione diretta, si affiancano 3 papiri di tradizione indiretta. L’analisi dei testimoni demostenici è stata condotta seguendo un preciso modello. Di ogni reperto si forniscono le informazioni riguardanti la provenienza, il luogo di conservazione, l’editio princeps, le edizioni successive, le riproduzioni disponibili, le informazioni bibliografiche e le dimensioni (in centimetri, secondo la formula base x altezza). Di seguito sono affrontati i principali aspetti riguardanti la facies materiale dei reperti: bibliologia o codicologia, layout del testo, ipotesi di ricostruzione del rotolo o del codice, utilizzo di segni testuali e paratestuali. Particolare attenzione è stata riservata all’analisi paleografica dei testimoni, con la descrizione dei tratti caratteristici della scrittura, la descrizione della morfologia delle lettere, i confronti con reperti comparabili e le proposte di datazione. In ultimo, è analizzato il testo tràdito, con l’intento di evidenziare in primo luogo le lezioni singolari, poi gli accordi in lezione erronea e gli accordi in lezione genuina, sia con la tradizione medievale, che con quella indiretta. Segue la trascrizione semi-diplomatica della porzione di testo riportata dai frammenti. L’ultima sezione, infine, è dedicata alla descrizione delle tracce di lettere poco visibili, o distinguibili solo parzialmente. Qui, inoltre, si discutono le singole lezioni, sulla base del confronto con i principali manoscritti, e si valuta la genuinità delle lectiones singulares del papiro. Alla disamina dei testimoni di tradizione indiretta è dedicata la prima appendice. In generale si rimanda a studi pregressi per gli aspetti materiali dei frammenti. Nella trascrizione del testo è stata estrapolata solo la sezione in cui si citi o si menzioni il De Corona. Nondimeno, questi reperti di tradizione indiretta si dimostrano preziosi per i lemmi demostenici citati, per dimostrare l’antichità della conoscenza del testo dell’oratore in Egitto, o per fornire ulteriori elementi sulla modalità secondo la quale l’opera circolava. L’appendice seconda, invece, è dedicata a un breve prospetto della tradizione medievale, con particolare attenzione ai capostipiti delle quattro recensioni su cui si fonda la tradizione manoscritta di Demostene. Lo studio dei reperti è stato condotto su immagini ad alta risoluzione, fornite dai rispettivi Istituti in cui i papiri sono conservati. Per i seguenti reperti è stata effettuata una revisione autoptica: P.Ryl. I 59 (1), P.Berol. inv. 11906 (2), P.Köln I 15 (3), PSI XIV 1395 (7), P.Köln VIII 334 (8), PSI XVI 1602 (9), P.Ant. I 27 (11), P.Mil.Vogl. I 12 (16), P.Ryl. I 57 (17), P.Paramone 2 (18), P.Haun. I 5 (22), P.Oxy. XLII 3009 (23), P.Köln XIII 498 (25), P.Med. I 16 (26), P.Ryl. I 58 (28). L’edizione critica di riferimento è quella oxoniense di DILTS 2002. La valutazione delle singole lezioni, tuttavia, è stata condotta considerando in ogni singolo caso il testo e l’apparato di più edizioni critiche, talvolta datate, ma ancora preziose per la grande quantità di note di commento riportate e per l’ampio numero di manoscritti presi in esame; le principali edizioni consultate sono: BEKKER 1824, DISSEN 1837, DINDORF 1846, DINDORF 1849, VOEMEL 1862, WEIL 1877, BLASS 1885, GOODWIN 1901, BUTCHER 1903, FUHR 1914, MATHIEU 1958, CANFORA 2000, YUNIS 2001. Il testo demostenico, inoltre, quando possibile, è stato collazionato sui principali manoscritti, grazie alle immagini ad alta definizione fornite dalle rispettive Biblioteche, o, nei casi più fortunati, grazie a una apposita revisione autoptica. Questa è stata possibile per i seguenti codici: Paris. gr. 2934 (S), Monac. gr. 485 (A), Marc. gr. 416 (F), Paris. gr. 2935 (Y), Marc. gr. 418 (Q), Laur. conv. soppr. 136 (Ft); Ambros. C 235 inf. (Af), Urbinas gr. 113 (U), Vat. gr. 68 (Vb), Palat. gr. 104 (vd), Palat. gr. 113 (ve), Palat. gr. 142 (vf), Palat. gr. 193 (= Pii II 19) (vh), Barb. gr. 141 (Vz).File | Dimensione | Formato | |
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