La letteratura risulta carente di studi che esaminino l'esito clinico, a lungo termine, di pazienti con Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) per un periodo superiore ai 2 anni. Scopo di questo studio è stato quello di valutare il follow- up a lungo termine di pazienti con diagnosi di DAP con agorafobia trattati secondo protocolli farmaco-psicoterapeutici in ambito naturalistico. Metodo. 20 pazienti consecutivi (7 maschi e 13 femmine, range di età 21-38 anni) che soddisfacevano i criteri diagnostici del DSMIII-R per un DAP con agorafobia sono stati seguiti per 10 anni. Sono stati utilizzati farmaci antipanico (triciclici, SSRI), psicoterapia o terapia integrata. La valutazione psicometrica è stata condotta utilizzando la Marks-Sheehan Phobia Scale (MSPS), le Scale Hamilton per l'ansia (HAM-A) e per la depressione (HAM-D), la Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF) e la Clinical Global Impression (CGI). Gli strumenti di valutazione sono stati somministrati rispettivamente in tre tempi: all'inizio dello studio, e comunque prima dell'inizio di qualsiasi trattamento (TO); dopo 5 anni, con una variabilità di 2 anni (TI) e al termine dei 10 anni di studio (T2). Risultati e Discussione. Terminato il trattamento, alla valutazione a 5 (TI) e a 10 anni (T2) si è registrata una riduzione statisticamente significativa (p.01) dei punteggi delle scale psicometriche. Solo 4 pazienti (20%) non hanno avuto alcuna ricaduta nel corso dei 10 anni, mentre nei rimanenti 16 (80%) al TI si sono manifestate da 1 a 10 ricadute, presentandosi però di intensità inferiore rispetto al primo episodio di malattia. Tali ricadute hanno richiesto un ripristino delle cure in tutti i casi. Alla valutazione a 10 anni, il 95% dei pazienti è risultato libero da ricadute attive con valori di CGI da 1 a 3, con sintomi residui o marginali nel 40% dei casi. Tali risultati metterebbero in discussione la stessa definizione di DAP come un disturbo dall'andamento cronico-recidivante in un lungo periodo di tempo. Lo studio, di tipo naturalistico, ha alcuni limiti metodologici rappresentati dall'esiguità del campione, dai rigidi criteri di selezione utilizzati per arruolare i pazienti e dai soli 2 punti di osservazione nel corso dei 10 anni di studio.
Outcome after 10 years of Panic Disorder: A longitudinal naturalistic study. [Esito a 10 anni di Disturbo da Attacchi di Panico : uno studio longitudinale naturalistico] / Preziosa, Paolo; Roma, Stefania; Biondi, Massimo. - In: RIVISTA DI PSICHIATRIA. - ISSN 0035-6484. - 41:(2006), pp. 107-114. [10.1708/129.1410]
Outcome after 10 years of Panic Disorder: A longitudinal naturalistic study. [Esito a 10 anni di Disturbo da Attacchi di Panico : uno studio longitudinale naturalistico]
PREZIOSA, Paolo;ROMA, STEFANIA;BIONDI, Massimo
2006
Abstract
La letteratura risulta carente di studi che esaminino l'esito clinico, a lungo termine, di pazienti con Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) per un periodo superiore ai 2 anni. Scopo di questo studio è stato quello di valutare il follow- up a lungo termine di pazienti con diagnosi di DAP con agorafobia trattati secondo protocolli farmaco-psicoterapeutici in ambito naturalistico. Metodo. 20 pazienti consecutivi (7 maschi e 13 femmine, range di età 21-38 anni) che soddisfacevano i criteri diagnostici del DSMIII-R per un DAP con agorafobia sono stati seguiti per 10 anni. Sono stati utilizzati farmaci antipanico (triciclici, SSRI), psicoterapia o terapia integrata. La valutazione psicometrica è stata condotta utilizzando la Marks-Sheehan Phobia Scale (MSPS), le Scale Hamilton per l'ansia (HAM-A) e per la depressione (HAM-D), la Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF) e la Clinical Global Impression (CGI). Gli strumenti di valutazione sono stati somministrati rispettivamente in tre tempi: all'inizio dello studio, e comunque prima dell'inizio di qualsiasi trattamento (TO); dopo 5 anni, con una variabilità di 2 anni (TI) e al termine dei 10 anni di studio (T2). Risultati e Discussione. Terminato il trattamento, alla valutazione a 5 (TI) e a 10 anni (T2) si è registrata una riduzione statisticamente significativa (p.01) dei punteggi delle scale psicometriche. Solo 4 pazienti (20%) non hanno avuto alcuna ricaduta nel corso dei 10 anni, mentre nei rimanenti 16 (80%) al TI si sono manifestate da 1 a 10 ricadute, presentandosi però di intensità inferiore rispetto al primo episodio di malattia. Tali ricadute hanno richiesto un ripristino delle cure in tutti i casi. Alla valutazione a 10 anni, il 95% dei pazienti è risultato libero da ricadute attive con valori di CGI da 1 a 3, con sintomi residui o marginali nel 40% dei casi. Tali risultati metterebbero in discussione la stessa definizione di DAP come un disturbo dall'andamento cronico-recidivante in un lungo periodo di tempo. Lo studio, di tipo naturalistico, ha alcuni limiti metodologici rappresentati dall'esiguità del campione, dai rigidi criteri di selezione utilizzati per arruolare i pazienti e dai soli 2 punti di osservazione nel corso dei 10 anni di studio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.