Le potenzialità dei nuovi device, come è noto, sono molteplici: aumentano le competenze rappresentative, le abilità visuospaziali e l’intelligenza ipertestuale; in sintesi, per dirla con le parole di D. de Kerckhove (2010) , accrescono la mente. Peraltro, il Piano Nazionale Scuola Digitale (L. 107/2015), parlando di «competenze di cittadinanza digitale», si è posto l’ambizioso obiettivo di diffondere più capillarmente gli strumenti digitali nella scuola italiana senza trascurare la formazione dei docenti e degli alunni. Il nodo problematico della questione sembra essere racchiuso nel concetto di «competenza digitale»: saper usare un tablet o uno smartphone già a 8 o 9 anni non significa conoscerne le potenzialità; trascorrere del tempo sui social network (Facebook, Ask, Instagram, ecc.) o sui motori di ricerca non significa avere consapevolezza dei rischi sottesi. Se è vero, quindi, che negli ultimi anni si è anticipato sempre più l’accesso alla navigazione in rete, coinvolgendo anche la fascia dei preadolescenti, intento di questa ipotesi di ricerca è osservare e rilevare i cambiamenti che avvengono nella loro vita a seguito dell’introduzione nella quotidianità dello smartphone e delle sue diverse applicazioni; rilevare, inoltre, le dinamiche familiari e le diverse modalità di gestione e controllo da parte degli adulti nonché i disagi o i pregi che derivano da questo mutato contesto di relazioni.
La solitudine degli undicenni con l'arrivo dello smartphone / Labalestra, Rosanna. - (2018). (Intervento presentato al convegno III Conferenza Nazionale delle dottorande e dei dottorandi in Scienze sociali tenutosi a Roma).
La solitudine degli undicenni con l'arrivo dello smartphone
Rosanna Labalestra
Primo
2018
Abstract
Le potenzialità dei nuovi device, come è noto, sono molteplici: aumentano le competenze rappresentative, le abilità visuospaziali e l’intelligenza ipertestuale; in sintesi, per dirla con le parole di D. de Kerckhove (2010) , accrescono la mente. Peraltro, il Piano Nazionale Scuola Digitale (L. 107/2015), parlando di «competenze di cittadinanza digitale», si è posto l’ambizioso obiettivo di diffondere più capillarmente gli strumenti digitali nella scuola italiana senza trascurare la formazione dei docenti e degli alunni. Il nodo problematico della questione sembra essere racchiuso nel concetto di «competenza digitale»: saper usare un tablet o uno smartphone già a 8 o 9 anni non significa conoscerne le potenzialità; trascorrere del tempo sui social network (Facebook, Ask, Instagram, ecc.) o sui motori di ricerca non significa avere consapevolezza dei rischi sottesi. Se è vero, quindi, che negli ultimi anni si è anticipato sempre più l’accesso alla navigazione in rete, coinvolgendo anche la fascia dei preadolescenti, intento di questa ipotesi di ricerca è osservare e rilevare i cambiamenti che avvengono nella loro vita a seguito dell’introduzione nella quotidianità dello smartphone e delle sue diverse applicazioni; rilevare, inoltre, le dinamiche familiari e le diverse modalità di gestione e controllo da parte degli adulti nonché i disagi o i pregi che derivano da questo mutato contesto di relazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.