Il saggio si sofferma sulla presenza di artisti italiani in mostre storiche americane e in mostre personali negli Stati Uniti. Tale apertura internazionale sembrava spesso dover diventare la giustificazione di un’influenza americana sugli artisti europei. Gli artisti che esposero in America, a New York o a Chicago, tra il 1960 e il 1964, facilmente furono considerati influenzati dalle ricerche americane. Fondamentale è stato lo spoglio di alcune riviste che in quegli anni ben registravano la situazione e anche il dibattito: “Art International” (dal 1957), “Art in America”, “Art and Architecture”. L’arte stava diventando “pop” o “neo dada”, presto sarebbe divenuta concettuale. In Italia, come in altri paesi, questi movimenti sarebbero divenuti modelli di riferimento e ben presto pop o neo dada sarebbero stati definiti molti artisti anche in Europa. La questione che dunque si affronta riguarda proprio la motivazione critica alla base di questo sistema di influenze e riferimenti che ha contraddistinto la situazione artistica anche in Italia. Pur non essendo semplice proprio per la complessità della situazione che l’arte attraversava in un contesto sempre più internazionale, il saggio si limita a dare alcune indicazioni e a tracciare attraverso alcune date una serie di relazioni fondamentali.
La presenza degli artisti italiani nelle mostre americane dei primi anni Sessanta / Subrizi, Carla. - (2017), pp. 121-135. (Intervento presentato al convegno Arte italiana 1960-1964. Identità culturale, confronti internazionali, modelli americani tenutosi a Miano; Museo del Novecento; Gallerie d'Italia 25 ottobre 2013).
La presenza degli artisti italiani nelle mostre americane dei primi anni Sessanta
Carla Subrizi
2017
Abstract
Il saggio si sofferma sulla presenza di artisti italiani in mostre storiche americane e in mostre personali negli Stati Uniti. Tale apertura internazionale sembrava spesso dover diventare la giustificazione di un’influenza americana sugli artisti europei. Gli artisti che esposero in America, a New York o a Chicago, tra il 1960 e il 1964, facilmente furono considerati influenzati dalle ricerche americane. Fondamentale è stato lo spoglio di alcune riviste che in quegli anni ben registravano la situazione e anche il dibattito: “Art International” (dal 1957), “Art in America”, “Art and Architecture”. L’arte stava diventando “pop” o “neo dada”, presto sarebbe divenuta concettuale. In Italia, come in altri paesi, questi movimenti sarebbero divenuti modelli di riferimento e ben presto pop o neo dada sarebbero stati definiti molti artisti anche in Europa. La questione che dunque si affronta riguarda proprio la motivazione critica alla base di questo sistema di influenze e riferimenti che ha contraddistinto la situazione artistica anche in Italia. Pur non essendo semplice proprio per la complessità della situazione che l’arte attraversava in un contesto sempre più internazionale, il saggio si limita a dare alcune indicazioni e a tracciare attraverso alcune date una serie di relazioni fondamentali.File | Dimensione | Formato | |
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