The article examines nineteenth century lexicographical production dedicated to language used in offices. The language of law and administration (the latter considered a less prestigious derivation of the former) has always been a distinct language from that commonly spoken. This type of language, anchored to the Latin tradition until the eighteenth century, underwent a major change due to French influence, first through revolutionary ideas and then with Napoleonic domination. Further innovations in legal and administrative language were brought about by national unification and the consequent need for a common language able to express technical concepts needed by institutions. All this means that language used in offices became a mass of archaisms, neologisms, dialects and foreignisms, often subject to criticism from more intransigent purists. Hence numerous lexical repertoires and dictionaries came into being, starting from L’elenco di Bernardoni and the Voci Ammissibili di Gherardini, which dealt with the language of law and administration from more or less purist positions within the broader context of the construction of an Italian national language.

L’articolo prende in esame la produzione lessicografica dell’Ottocento dedicata alla lingua degli uffici. Il linguaggio del diritto e quello dell’amministrazione (considerato una derivazione meno prestigiosa del primo) hanno da sempre costituito una lingua distinta da quella parlata comunemente. Tale lingua, ancorata alla tradizione latina fino al XVIII secolo, a partire dagli ultimi anni del Settecento subisce un forte rinnovamento in virtù dell’influenza francese, giunta prima attraverso le idee rivoluzionarie e poi con la dominazione napoleonica. Ulteriori innovazioni nella lingua giuridico-amministrativa sono portate dall’unificazione nazionale e dalla conseguente necessità di avere una lingua comune atta a esprimere i concetti tecnici richiesti dalle istituzioni. Tutto ciò fa sì che la lingua degli uffici diventi un coacervo di arcaismi, neologismi, dialettismi e stranierismi, spesso oggetto di critica da parte dei puristi più intransigenti. Da qui i numerosi repertori lessicali e i dizionari che, a partire dall’Elenco del Bernardoni e dalle Voci ammissibili del Gherardini, si occupano della lingua delle leggi e dell’amministrazione su posizioni più o meno puristiche, nel più ampio contesto di costruzione dell’italiano lingua nazionale.

Il linguaggio del diritto e della burocrazia nel XIX secolo tra aperture e istanze puristiche / Fusco, Francesca. - In: ITALIANO LINGUADUE. - ISSN 2037-3597. - VIII:1(2016), pp. 246-268. [10.13130/2037-3597/7576]

Il linguaggio del diritto e della burocrazia nel XIX secolo tra aperture e istanze puristiche

Francesca Fusco
2016

Abstract

The article examines nineteenth century lexicographical production dedicated to language used in offices. The language of law and administration (the latter considered a less prestigious derivation of the former) has always been a distinct language from that commonly spoken. This type of language, anchored to the Latin tradition until the eighteenth century, underwent a major change due to French influence, first through revolutionary ideas and then with Napoleonic domination. Further innovations in legal and administrative language were brought about by national unification and the consequent need for a common language able to express technical concepts needed by institutions. All this means that language used in offices became a mass of archaisms, neologisms, dialects and foreignisms, often subject to criticism from more intransigent purists. Hence numerous lexical repertoires and dictionaries came into being, starting from L’elenco di Bernardoni and the Voci Ammissibili di Gherardini, which dealt with the language of law and administration from more or less purist positions within the broader context of the construction of an Italian national language.
2016
L’articolo prende in esame la produzione lessicografica dell’Ottocento dedicata alla lingua degli uffici. Il linguaggio del diritto e quello dell’amministrazione (considerato una derivazione meno prestigiosa del primo) hanno da sempre costituito una lingua distinta da quella parlata comunemente. Tale lingua, ancorata alla tradizione latina fino al XVIII secolo, a partire dagli ultimi anni del Settecento subisce un forte rinnovamento in virtù dell’influenza francese, giunta prima attraverso le idee rivoluzionarie e poi con la dominazione napoleonica. Ulteriori innovazioni nella lingua giuridico-amministrativa sono portate dall’unificazione nazionale e dalla conseguente necessità di avere una lingua comune atta a esprimere i concetti tecnici richiesti dalle istituzioni. Tutto ciò fa sì che la lingua degli uffici diventi un coacervo di arcaismi, neologismi, dialettismi e stranierismi, spesso oggetto di critica da parte dei puristi più intransigenti. Da qui i numerosi repertori lessicali e i dizionari che, a partire dall’Elenco del Bernardoni e dalle Voci ammissibili del Gherardini, si occupano della lingua delle leggi e dell’amministrazione su posizioni più o meno puristiche, nel più ampio contesto di costruzione dell’italiano lingua nazionale.
diritto; burocrazia; linguaggio giuridico; ottocento
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il linguaggio del diritto e della burocrazia nel XIX secolo tra aperture e istanze puristiche / Fusco, Francesca. - In: ITALIANO LINGUADUE. - ISSN 2037-3597. - VIII:1(2016), pp. 246-268. [10.13130/2037-3597/7576]
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1177566
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