In Italia il problema rumore è particolarmente evidente rispetto al contesto europeo; pur essendo un rischio in diminuzione rappresenta ancora la terza causa di malattia professionale denunciata all'INAIL. Nell‘ UE il 28% dei lavoratori (oltre 60 milioni di persone) afferma di essere esposto a livelli di rumore elevati tanto da rendere difficile una conversazione. Il rumore ha rappresentato per molti anni il principale rischio per la salute dei lavoratori dal punto di vista delle malattie professionali. Fino al 2008 l'ipoacusia è stata la prima malattia professionale. Le ipoacusie oggi rappresentano circa il 10% del totale delle malattie professionali denunciate. In Europa, dati della European Environmental Agency mostrano che circa il 20% della popolazione dell‘Unione è esposto a livelli di rumore ambientale diurni superiori a 65 dBA e che altri 170 milioni di persone risiedono in aree con livelli compresi fra 55 e 65 dBA. Secondo la Comunità Europea, una percentuale di popolazione dell‘UE pari almeno al 25% sperimenta un peggioramento della qualità della vita a causa dell‘annoyance, e una percentuale compresa fra il 5 ed il 15 soffre di seri disturbi del sonno, dovuti al rumore. L‘obiettivo principale dello studio è quello di stabilire, mediante la somministrazione di questionari appositamente redatti, la relazione esistente tra ipoacusia e fattori di rischio derivanti da esposizione professionale ed ambientale. 105° SIO - Congresso Nazionale Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale 34 Lo studio ha coinvolto un gruppo di 203 pazienti che si sono sottoposti ad esame audiometrico tonale liminare. Il campione è costituito da 93 donne e 110 uomini di età compresa tra 18 e 87 anni, tutti afferenti all‘ambulatorio audiologico della Clinica Otorino del Policlinico Umberto I di Roma. I questionari sono strutturati in modo da evidenziare i diversi comportamenti e stili di vita della popolazione che concorrono ad aumentare il rischio di ipoacusia da rumore: genere, età, livello di istruzione, professione, quadro clinico, storia familiare, hobbies ecc. Le informazioni raccolte dai questionari, sono state utilizzate per la realizzazione di un data-base, elaborate statisticamente, e correlate ai rispettivi quadri audiometrici di ogni paziente. La suddivisione del campione per genere e fasce d‘età delinea un‘incidenza maggiore di uomini nel range dei 66-75 anni. Il settore professionale maggiormente rappresentato è quello degli operai per gli uomini (42%), coerente con una possibile esposizione professionale al rumore, le donne risultano in gran numero casalinghe (35%). Più della metà dei lavoratori ritiene rumorosa la propria postazione di lavoro, con incidenza maggiore tra gli uomini (62%), leggermente minore per le donne (53%). Il 13% degli uomini utilizza dispositivi di protezione individuale, mentre per le donne la percentuale è soltanto del 2 %. Meno della metà degli intervistati era stato sottoposto ad esami audiometrici relativi alla sorveglianza sanitaria. Dallo studio si evidenzia una grande incidenza tra lavoro notturno e deficit uditivo. Inoltre, sono confermati dati già ampiamente riconosciuti come fattori di rischio come diabete, stress, fumo, farmaci ototossici ecc. La raccolta e l‘analisi statistica dei dati ha consentito di formulare un indice predittivo di rischio audiologico che permette di prevenire i danni ed i costi di un‘ipoacusia trascurata traducibili in isolamento, depressione, minore competitività lavorativa e relazioni sociali e decadimento cognitivo. Inoltre, diffondere una ―educazione all‘ascolto‖ che coinvolga sullo stesso fronte tutte le figure sanitarie e tecniche nonché le istituzioni politiche rappresenta un efficace strumento di prevenzione del rischio audiologico nella popolazione.

METODOLOGIA PER L‟IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO AUDIOLOGICO IN AMBITO LAVORATIVO E DI VITA / Orlando, Maria Patrizia; Lo Castro, Fabio; Mariconte, Raffaele; Longo, Lucia; Giliberti, Claudia. - (2018), pp. 33-34. (Intervento presentato al convegno SIO 2018 tenutosi a NAPOLI (ITALY)).

METODOLOGIA PER L‟IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO AUDIOLOGICO IN AMBITO LAVORATIVO E DI VITA

Maria Patrizia Orlando)
Primo
;
Lucia Longo
Penultimo
;
2018

Abstract

In Italia il problema rumore è particolarmente evidente rispetto al contesto europeo; pur essendo un rischio in diminuzione rappresenta ancora la terza causa di malattia professionale denunciata all'INAIL. Nell‘ UE il 28% dei lavoratori (oltre 60 milioni di persone) afferma di essere esposto a livelli di rumore elevati tanto da rendere difficile una conversazione. Il rumore ha rappresentato per molti anni il principale rischio per la salute dei lavoratori dal punto di vista delle malattie professionali. Fino al 2008 l'ipoacusia è stata la prima malattia professionale. Le ipoacusie oggi rappresentano circa il 10% del totale delle malattie professionali denunciate. In Europa, dati della European Environmental Agency mostrano che circa il 20% della popolazione dell‘Unione è esposto a livelli di rumore ambientale diurni superiori a 65 dBA e che altri 170 milioni di persone risiedono in aree con livelli compresi fra 55 e 65 dBA. Secondo la Comunità Europea, una percentuale di popolazione dell‘UE pari almeno al 25% sperimenta un peggioramento della qualità della vita a causa dell‘annoyance, e una percentuale compresa fra il 5 ed il 15 soffre di seri disturbi del sonno, dovuti al rumore. L‘obiettivo principale dello studio è quello di stabilire, mediante la somministrazione di questionari appositamente redatti, la relazione esistente tra ipoacusia e fattori di rischio derivanti da esposizione professionale ed ambientale. 105° SIO - Congresso Nazionale Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale 34 Lo studio ha coinvolto un gruppo di 203 pazienti che si sono sottoposti ad esame audiometrico tonale liminare. Il campione è costituito da 93 donne e 110 uomini di età compresa tra 18 e 87 anni, tutti afferenti all‘ambulatorio audiologico della Clinica Otorino del Policlinico Umberto I di Roma. I questionari sono strutturati in modo da evidenziare i diversi comportamenti e stili di vita della popolazione che concorrono ad aumentare il rischio di ipoacusia da rumore: genere, età, livello di istruzione, professione, quadro clinico, storia familiare, hobbies ecc. Le informazioni raccolte dai questionari, sono state utilizzate per la realizzazione di un data-base, elaborate statisticamente, e correlate ai rispettivi quadri audiometrici di ogni paziente. La suddivisione del campione per genere e fasce d‘età delinea un‘incidenza maggiore di uomini nel range dei 66-75 anni. Il settore professionale maggiormente rappresentato è quello degli operai per gli uomini (42%), coerente con una possibile esposizione professionale al rumore, le donne risultano in gran numero casalinghe (35%). Più della metà dei lavoratori ritiene rumorosa la propria postazione di lavoro, con incidenza maggiore tra gli uomini (62%), leggermente minore per le donne (53%). Il 13% degli uomini utilizza dispositivi di protezione individuale, mentre per le donne la percentuale è soltanto del 2 %. Meno della metà degli intervistati era stato sottoposto ad esami audiometrici relativi alla sorveglianza sanitaria. Dallo studio si evidenzia una grande incidenza tra lavoro notturno e deficit uditivo. Inoltre, sono confermati dati già ampiamente riconosciuti come fattori di rischio come diabete, stress, fumo, farmaci ototossici ecc. La raccolta e l‘analisi statistica dei dati ha consentito di formulare un indice predittivo di rischio audiologico che permette di prevenire i danni ed i costi di un‘ipoacusia trascurata traducibili in isolamento, depressione, minore competitività lavorativa e relazioni sociali e decadimento cognitivo. Inoltre, diffondere una ―educazione all‘ascolto‖ che coinvolga sullo stesso fronte tutte le figure sanitarie e tecniche nonché le istituzioni politiche rappresenta un efficace strumento di prevenzione del rischio audiologico nella popolazione.
2018
SIO 2018
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
METODOLOGIA PER L‟IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO AUDIOLOGICO IN AMBITO LAVORATIVO E DI VITA / Orlando, Maria Patrizia; Lo Castro, Fabio; Mariconte, Raffaele; Longo, Lucia; Giliberti, Claudia. - (2018), pp. 33-34. (Intervento presentato al convegno SIO 2018 tenutosi a NAPOLI (ITALY)).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1174858
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