The growth of cities and the transformations it undergoes have developed a series of reflections on the relationship between the urban dimension, its origin and its perception on the part of those who use it. On this occasion we want to refer to the issues concerning the Tiber River and to the relations it establishes with the city and its inhabitants. The river is a natural linear infrastructure, that is, it is a generator and ordering element of the territory of the Roman area but it has lost its connection with the built city. Around him, different types of visual and human relationships gravitate, generating different identities and different perceptions. The river is a continuous sign that crosses Rome generating situations, which take on different identity values and produce heterogeneous city dynamics. The spaces of the contemporary city, although heterogeneous, support the entire connection systems, whether anthropic or not, that have succeeded each other over the centuries: ancient and modern routes, punctiform structures and linear infrastructures, building fabrics and agricultural cultivations. In this framework, can we trace the relationships that united all the obvious elements of the past and which now appear to be weak? In what way is it possible to represent an urban landscape, which combines natural and artificial aspects, in such a way that representation is documentation of the state of affairs, knowledge of how it is conformed, communication and prefiguration of future interventions? The proposed work investigates, starting from the reading of the territory of the Roman area, the role that the river assumes in the urban and territorial conformation up to examine the multiple identities and multiple perceptions of the city, through a visual, tactile, physical "survey".

La crescita delle città e le trasformazioni che essa subisce incessantemente hanno maturato una serie di riflessioni sul rapporto tra la dimensione urbana, la sua origine costitutiva e la sua percezione da parte di chi ne fruisce. A tal proposito, in tale occasione si vuole far riferimento alle questioni inerenti il fiume Tevere e alla relazione, o meglio alle relazioni, che esso instaura con la città e i suoi abitanti. Il fiume è inteso come una infrastruttura lineare naturale, quale elemento generatore e ordinatore del territorio dell’area romana [1], come traccia che, nel suo tratto urbano, ha sofferto una perdita di legame con la città costruita, e come segno intorno al quale attualmente gravitano differenti tipi di relazioni visive e umane, che generano differenti identità e diverse percezioni. Il fiume è un segno continuo che attraversa Roma dando vita a numerosi episodi urbani, i quali assumono diversi valori identitari e producono eterogenee dinamiche cittadine. L’insieme spaziale, benché variegato nelle sue stratificazioni antropiche e non, ha in sé la totalità dei sistemi di relazione: trame naturali e linee artificiali, tracciati antichi e percorrenze moderne, tessuti edilizi e spazi residuali aperti. In tale situazione, è possibile rilevare e rivelare nell’insieme caotico un ordine insito nel luogo che permetta di capire il rapporto tra i singoli elementi e le relazioni con il loro contesto? In che modo è possibile rappresentare un paesaggio urbano, che unisce aspetti naturali ed artificiali e che ha subìto trasformazioni antropiche, in maniera tale che la rappresentazione sia documentazione dello stato di fatto, conoscenza di come si è conformato, comunicazione e prefigurazione di interventi futuri? Il lavoro proposto indaga, a partire dalla lettura del territorio dell’area romana, il ruolo che assume il fiume nella conformazione urbana e territoriale, fino ad esaminare le molteplici identità che la città assume nei suoi pressi, generando città altre, ossia molteplici sue percezioni, attraverso un “rilievo” non scientifico ma essenzialmente visivo, tattile, fisico. La rappresentazione, dunque, segue la varietà dei processi mentali, articolandosi e muovendosi dalla cartografia, al disegno dal vero, alla fotografia, al video.

Rilevare e rivelare. ripensare alle forme di rilievo e di rappresentazione del paesaggio lungo il fiume Tevere / Cianci, Maria Grazia; Colaceci, Sara. - (2018), pp. 303-312. (Intervento presentato al convegno ReUSO-VI Convegno Internazionale sulla Documentazione, Conservazione e Recupero del Patrimonio Architettonico e sulla tutela Paesaggistica tenutosi a Messina).

Rilevare e rivelare. ripensare alle forme di rilievo e di rappresentazione del paesaggio lungo il fiume Tevere

Colaceci, Sara
2018

Abstract

The growth of cities and the transformations it undergoes have developed a series of reflections on the relationship between the urban dimension, its origin and its perception on the part of those who use it. On this occasion we want to refer to the issues concerning the Tiber River and to the relations it establishes with the city and its inhabitants. The river is a natural linear infrastructure, that is, it is a generator and ordering element of the territory of the Roman area but it has lost its connection with the built city. Around him, different types of visual and human relationships gravitate, generating different identities and different perceptions. The river is a continuous sign that crosses Rome generating situations, which take on different identity values and produce heterogeneous city dynamics. The spaces of the contemporary city, although heterogeneous, support the entire connection systems, whether anthropic or not, that have succeeded each other over the centuries: ancient and modern routes, punctiform structures and linear infrastructures, building fabrics and agricultural cultivations. In this framework, can we trace the relationships that united all the obvious elements of the past and which now appear to be weak? In what way is it possible to represent an urban landscape, which combines natural and artificial aspects, in such a way that representation is documentation of the state of affairs, knowledge of how it is conformed, communication and prefiguration of future interventions? The proposed work investigates, starting from the reading of the territory of the Roman area, the role that the river assumes in the urban and territorial conformation up to examine the multiple identities and multiple perceptions of the city, through a visual, tactile, physical "survey".
2018
ReUSO-VI Convegno Internazionale sulla Documentazione, Conservazione e Recupero del Patrimonio Architettonico e sulla tutela Paesaggistica
La crescita delle città e le trasformazioni che essa subisce incessantemente hanno maturato una serie di riflessioni sul rapporto tra la dimensione urbana, la sua origine costitutiva e la sua percezione da parte di chi ne fruisce. A tal proposito, in tale occasione si vuole far riferimento alle questioni inerenti il fiume Tevere e alla relazione, o meglio alle relazioni, che esso instaura con la città e i suoi abitanti. Il fiume è inteso come una infrastruttura lineare naturale, quale elemento generatore e ordinatore del territorio dell’area romana [1], come traccia che, nel suo tratto urbano, ha sofferto una perdita di legame con la città costruita, e come segno intorno al quale attualmente gravitano differenti tipi di relazioni visive e umane, che generano differenti identità e diverse percezioni. Il fiume è un segno continuo che attraversa Roma dando vita a numerosi episodi urbani, i quali assumono diversi valori identitari e producono eterogenee dinamiche cittadine. L’insieme spaziale, benché variegato nelle sue stratificazioni antropiche e non, ha in sé la totalità dei sistemi di relazione: trame naturali e linee artificiali, tracciati antichi e percorrenze moderne, tessuti edilizi e spazi residuali aperti. In tale situazione, è possibile rilevare e rivelare nell’insieme caotico un ordine insito nel luogo che permetta di capire il rapporto tra i singoli elementi e le relazioni con il loro contesto? In che modo è possibile rappresentare un paesaggio urbano, che unisce aspetti naturali ed artificiali e che ha subìto trasformazioni antropiche, in maniera tale che la rappresentazione sia documentazione dello stato di fatto, conoscenza di come si è conformato, comunicazione e prefigurazione di interventi futuri? Il lavoro proposto indaga, a partire dalla lettura del territorio dell’area romana, il ruolo che assume il fiume nella conformazione urbana e territoriale, fino ad esaminare le molteplici identità che la città assume nei suoi pressi, generando città altre, ossia molteplici sue percezioni, attraverso un “rilievo” non scientifico ma essenzialmente visivo, tattile, fisico. La rappresentazione, dunque, segue la varietà dei processi mentali, articolandosi e muovendosi dalla cartografia, al disegno dal vero, alla fotografia, al video.
fiume Tevere; trasformazioni antropiche; territorio; struttura della città
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Rilevare e rivelare. ripensare alle forme di rilievo e di rappresentazione del paesaggio lungo il fiume Tevere / Cianci, Maria Grazia; Colaceci, Sara. - (2018), pp. 303-312. (Intervento presentato al convegno ReUSO-VI Convegno Internazionale sulla Documentazione, Conservazione e Recupero del Patrimonio Architettonico e sulla tutela Paesaggistica tenutosi a Messina).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1173158
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