L’acqua, per sua natura elemento fluido e continuo, da sempre costituisce nelle città un’infrastruttura naturale capace di mettere in relazione, attraverso la prevalenza della dimensione lineare, le diverse realtà urbane che su di essa affacciano. Questa innata capacità è ancora più lampante nel caso in cui l’acqua costituisce un elemento di limite. In questa prospettiva il limite è per definizione quel luogo di separazione che sancisce, proprio come in fisica, un cambio di stato, un passaggio da una forma ad un'altra. Il bordo d’acqua, in questo senso, diviene una linea di transizione e trasformazione tra lo spazio della natura e quello dell’uomo. Il waterfront, cioè letteralmente il margine dell’acqua, pertanto “è il risultato dell’incrocio fra le regole della città e le regole della natura, fra l’urbano e il territoriale, fra la permanenza e l’indeterminatezza” . Il contributo qui proposto analizza alcuni casi studio, spaziando dal Cile all’Australia, dall’Europa alla Cina, nell’intento di indagare il tema del waterfront come strumento connettivo urbano e paesaggistico, nella considerazione che queste parti di città, proprio per la loro particolare conformazione di limite tra spazio antropico e naturale, si mostrano come realtà interscalari in grado di generare nuove interazioni e quindi nuove letture tanto della città quanto del paesaggio. Gli esempi riportati sono stati indagati in relazione al tipo di connessione urbana che essi generano tenendo in conto tanto la capacità di interrelazione parallela al flusso d’acqua, quanto quella di attraversamento e penetrazione e quindi perpendicolare alla linearità del waterfront. Secondo tale distinzione sono stati prima considerati esempi di fronti fluviali (e di essi alcuni diversi casi in base all’ampiezza della portata del fiume), poi quelli di tipo lacustre e marittimo e cioè quelli che quindi non si misurano necessariamente con un'altra sponda terrestre ma che contrappongono la dimensione urbana a quella dell’orizzonteIn quest’ottica la relazione di attraversamento cede all’esigenza di una ricucitura di tipo lineare del tessuto edilizio lungo il bordo e della città all’acqua come conquista antropica della natura

Waterfronts: il disegno dei parchi lineari come connettivo urbano / Fiorelli, Angela; Marziano, Pia. - (2019), pp. 162-171. (Intervento presentato al convegno Obbiettivo Periferico: Visioni e previsioni sul futuro della periferia urbana tenutosi a Firenze, Italia).

Waterfronts: il disegno dei parchi lineari come connettivo urbano

Angela Fiorelli;Pia Marziano
2019

Abstract

L’acqua, per sua natura elemento fluido e continuo, da sempre costituisce nelle città un’infrastruttura naturale capace di mettere in relazione, attraverso la prevalenza della dimensione lineare, le diverse realtà urbane che su di essa affacciano. Questa innata capacità è ancora più lampante nel caso in cui l’acqua costituisce un elemento di limite. In questa prospettiva il limite è per definizione quel luogo di separazione che sancisce, proprio come in fisica, un cambio di stato, un passaggio da una forma ad un'altra. Il bordo d’acqua, in questo senso, diviene una linea di transizione e trasformazione tra lo spazio della natura e quello dell’uomo. Il waterfront, cioè letteralmente il margine dell’acqua, pertanto “è il risultato dell’incrocio fra le regole della città e le regole della natura, fra l’urbano e il territoriale, fra la permanenza e l’indeterminatezza” . Il contributo qui proposto analizza alcuni casi studio, spaziando dal Cile all’Australia, dall’Europa alla Cina, nell’intento di indagare il tema del waterfront come strumento connettivo urbano e paesaggistico, nella considerazione che queste parti di città, proprio per la loro particolare conformazione di limite tra spazio antropico e naturale, si mostrano come realtà interscalari in grado di generare nuove interazioni e quindi nuove letture tanto della città quanto del paesaggio. Gli esempi riportati sono stati indagati in relazione al tipo di connessione urbana che essi generano tenendo in conto tanto la capacità di interrelazione parallela al flusso d’acqua, quanto quella di attraversamento e penetrazione e quindi perpendicolare alla linearità del waterfront. Secondo tale distinzione sono stati prima considerati esempi di fronti fluviali (e di essi alcuni diversi casi in base all’ampiezza della portata del fiume), poi quelli di tipo lacustre e marittimo e cioè quelli che quindi non si misurano necessariamente con un'altra sponda terrestre ma che contrappongono la dimensione urbana a quella dell’orizzonteIn quest’ottica la relazione di attraversamento cede all’esigenza di una ricucitura di tipo lineare del tessuto edilizio lungo il bordo e della città all’acqua come conquista antropica della natura
2019
Obbiettivo Periferico: Visioni e previsioni sul futuro della periferia urbana
waterfront, periferia, parco urbano, spazio pubblico, urban design
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Waterfronts: il disegno dei parchi lineari come connettivo urbano / Fiorelli, Angela; Marziano, Pia. - (2019), pp. 162-171. (Intervento presentato al convegno Obbiettivo Periferico: Visioni e previsioni sul futuro della periferia urbana tenutosi a Firenze, Italia).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1165557
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