Tra le molte esigenze espresse dalla società contemporanea emerge anche l’aspirazione ad un modello abitativo che dia la possibilità di adattarsi nel tempo ad usi che possono mutare, non solo in relazione al numero degli abitanti, ma anche all’opportunità di annettere locali per lavorare, ambienti da porre in locazione per creare reddito, stanze per ospitare temporaneamente o stabilmente parenti o amici ecc. L’idea di una casa “flessibile” non è una novità, ma si scontra nell’era industriale e post industriale, soprattutto nelle grandi città, con un’offerta rigida vincolata a ferree regole di mercato dove il costo al metro quadrato indica l’unità di misura dell’alloggio. Rispetto ad un’offerta rigida, è necessario riconsiderare radicalmente la progettazione dell’alloggio contemporaneo, partendo da uno studio meticoloso sulla pianta, sulla struttura, sull’impostazione impiantistica e sulla caratterizzazione dei prospetti esterni. Al fine di non sconfinare in ipotesi lontane da una reale applicazione, l’idea è quella di proporre alloggi di dimensioni simili a quelli maggiormente richiesti, offrendo però un sistema distributivo facilmente adattabile al cambiamento delle esigenze abitative, nel rispetto degli standard in uso. Il panorama internazionale offre molti spunti in tale direzione, concentrati però fondamentalmente sulla casa isolata. Meno frequenti gli esempi di complessi di case aggregate impostati sull’idea di flessibilità interna, per ottenere la quale ci si scontra con diversi problemi pratici: accessibilità, affacci esterni, collegamenti verticali ecc. Di pari importanza emerge la necessità di riaffermare l’importanza della configurazione d’insieme dei complessi abitativi che devono strutturare lo spazio esterno nelle dimensioni tipiche della “strada” e della “piazza”, che esprimono la vocazione strutturante tipica del disegno urbano della città. La ricerca di Ateneo “La casa flessibile” affronta queste problematiche e analizza numerosi progetti realizzati nel panorama internazionale, e propone il caso studio di un progetto di residenze flessibili lungo un sistema asse-piazza nel quartiere EUR di Roma. Una ricerca dunque concentrata sulle soluzioni urbane, architettoniche e di dettaglio interno, con particolare attenzione ad nuovo ruolo affidato all’arredo interno, concepito come un vero apparato architettonico multifunzionale e mobile che sostituisce la partizione muraria interna non strutturale.

La domanda di flessibilità nella concezione dell'alloggio contemporaneo. Dall'eredità modernista alle nuove proposte progettuali / Zammerini, Massimo. - (2018), pp. 138-141. (Intervento presentato al convegno La domanda di architettura. Le risposte del progetto. VI Forum ProArch. Società scientifica nazionale del progetto. Docenti icar 14, 15, 16 tenutosi a Rome; Italy).

La domanda di flessibilità nella concezione dell'alloggio contemporaneo. Dall'eredità modernista alle nuove proposte progettuali

Massimo Zammerini
2018

Abstract

Tra le molte esigenze espresse dalla società contemporanea emerge anche l’aspirazione ad un modello abitativo che dia la possibilità di adattarsi nel tempo ad usi che possono mutare, non solo in relazione al numero degli abitanti, ma anche all’opportunità di annettere locali per lavorare, ambienti da porre in locazione per creare reddito, stanze per ospitare temporaneamente o stabilmente parenti o amici ecc. L’idea di una casa “flessibile” non è una novità, ma si scontra nell’era industriale e post industriale, soprattutto nelle grandi città, con un’offerta rigida vincolata a ferree regole di mercato dove il costo al metro quadrato indica l’unità di misura dell’alloggio. Rispetto ad un’offerta rigida, è necessario riconsiderare radicalmente la progettazione dell’alloggio contemporaneo, partendo da uno studio meticoloso sulla pianta, sulla struttura, sull’impostazione impiantistica e sulla caratterizzazione dei prospetti esterni. Al fine di non sconfinare in ipotesi lontane da una reale applicazione, l’idea è quella di proporre alloggi di dimensioni simili a quelli maggiormente richiesti, offrendo però un sistema distributivo facilmente adattabile al cambiamento delle esigenze abitative, nel rispetto degli standard in uso. Il panorama internazionale offre molti spunti in tale direzione, concentrati però fondamentalmente sulla casa isolata. Meno frequenti gli esempi di complessi di case aggregate impostati sull’idea di flessibilità interna, per ottenere la quale ci si scontra con diversi problemi pratici: accessibilità, affacci esterni, collegamenti verticali ecc. Di pari importanza emerge la necessità di riaffermare l’importanza della configurazione d’insieme dei complessi abitativi che devono strutturare lo spazio esterno nelle dimensioni tipiche della “strada” e della “piazza”, che esprimono la vocazione strutturante tipica del disegno urbano della città. La ricerca di Ateneo “La casa flessibile” affronta queste problematiche e analizza numerosi progetti realizzati nel panorama internazionale, e propone il caso studio di un progetto di residenze flessibili lungo un sistema asse-piazza nel quartiere EUR di Roma. Una ricerca dunque concentrata sulle soluzioni urbane, architettoniche e di dettaglio interno, con particolare attenzione ad nuovo ruolo affidato all’arredo interno, concepito come un vero apparato architettonico multifunzionale e mobile che sostituisce la partizione muraria interna non strutturale.
2018
La domanda di architettura. Le risposte del progetto. VI Forum ProArch. Società scientifica nazionale del progetto. Docenti icar 14, 15, 16
flessibilità; abitazione; contesto
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La domanda di flessibilità nella concezione dell'alloggio contemporaneo. Dall'eredità modernista alle nuove proposte progettuali / Zammerini, Massimo. - (2018), pp. 138-141. (Intervento presentato al convegno La domanda di architettura. Le risposte del progetto. VI Forum ProArch. Società scientifica nazionale del progetto. Docenti icar 14, 15, 16 tenutosi a Rome; Italy).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1160956
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