L' agoaspirato ecoguidato (FNA) rappresenta ad oggi il gold standard per la diagnosi della patologia nodulare tiroidea. L’esame è caratterizzato da un basso tasso di complicanze e da una buona tollerabilità da parte del paziente. Nonostante l’agoaspirato presenti una elevata sensibilità e specificità, è tuttavia gravato da una certa percentuale di campioni non diagnostici che si attesta a seconda delle varie casistiche tra il 10 ed il 30%. Un prelievo non diagnostico può portare a procedure ripetute, aumentando la morbilità del paziente, i costi, nla probabilità di complicanze ed il ritardo nella diagnosi. Un altro importante limite dell'esame citologico è rappresentato dai prelievi "indeterminati", classificati come TIR 3, per i quali i soli criteri citologici non sono sufficienti a definire la benignità o malignità della lesione. I noduli tiroidei TIR 3 risultano infatti maligni all'istologia in una percentuale compresa tra il 10 e il 30% a seconda delle diverse casistiche. Le linee guida della Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica sulla classificazione citologica dell’agoaspirato tiroideo suddividono questa categoria in due sottocategorie, TIR 3A, con un rischio di malignità atteso del 5-10%, e la categoria TIR 3B con un rischio del 15-30%. Le linee guida indicano la chirurgia come trattamento di scelta solo per la categoria TIR 3B, mentre per la categoria a rischio minore è consigliabile il follow-up clinico e l’eventuale ripetizione dell’esame a distanza. Tuttavia, nonostante lo sforzo classificativo, la categoria TIR3 rischia spesso di configurarsi, sia per il patologo che per il clinico, come una vera e propria "zona grigia". Recentemente l’elastosonografia ha attirato notevole interesse per la sua capacità di differenziare la patologia nodulare tiroidea benigna da quella maligna, in base alle caratteristiche di elasticità dei tessuti. Dal momento che tale metodica è in grado di definire, anche all’interno dello stesso nodulo, aree con maggiore o minore ‘rigidità’, abbiamo ipotizzato che ottenere una mappa della lesione nodulare potesse ‘guidare’ il prelievo citologico sulla zona ottimale da campionare. Dopo aver analizzato sistematicamente le più recenti evidenze scientifiche inerenti l'elastosonografia e la citoaspirazione tiroidea, è stato condotto uno studio prospettico randomizzato sull' applicazione della tecnologia elastosonografica all' esame citoaspirativo tirodeo. Lo studio ha compreso un totale di 62 pazienti (50 F, 12 M, età media 40,1 ± 5,2 anni, range: 28-68 anni) randomizzati in due gruppi: Gruppo A (31 pazienti) con nodulo tiroideo sottoposto a FNA convenzionale (ecoguidato), Gruppo B (31 pazienti) con nodulo tiroideo sottoposto a FNA con selezione dell'area da campionare mediante esame elastosonografico. Il campionamento effettuato sotto guida elastosonografica delle aree caratterizzate da maggior rigidità (colore blu) ha prodotto una percentuale di prelievi non diagnostici pari al 6.4 % (2 TIR1) mentre la percentuale di agoaspirati non diagnostici eseguiti sotto guida ecografica (9 TIR 1) è stata del 29 % (p=0.02). La distribuzione nei Gruppi A e B delle altre categorie diagnostiche non ha presentato differenze statisticamente significative (p >0.05). La sensibilità e la specificità delle due diverse metodiche citoaspirative sono risultate sostanzialmente sovrapponibili. L’ applicazione della metodica elastosonografica ha determinato una riduzione degli agoaspirati non diagnostici (TIR 1) del 22,6%, supportando l'ipotesi che una mappa elastosonografica della formazione nodulare possa efficacemente guidare il prelievo citologico sulla zona ottimale da campionare, riducendo i costi, le complicanze e soprattutto il disconfort per il paziente derivante dalla reiterazione dell' esame. Sebbene tali risultati siano supportati da una ridotta numerosità campionaria, aprono nuove prospettive nella ricerca e nello sviluppo di metodiche innovative, capaci di incrementare l'accuratezza diagnostica dell'agoaspirato tiroideo.
L' agoaspirato tiroideo sotto guida elastosonografica: studio prospettico randomizzato e revisione della Letteratura / Giannotti, Domenico. - (2018 Sep 27).
L' agoaspirato tiroideo sotto guida elastosonografica: studio prospettico randomizzato e revisione della Letteratura
GIANNOTTI, DOMENICO
27/09/2018
Abstract
L' agoaspirato ecoguidato (FNA) rappresenta ad oggi il gold standard per la diagnosi della patologia nodulare tiroidea. L’esame è caratterizzato da un basso tasso di complicanze e da una buona tollerabilità da parte del paziente. Nonostante l’agoaspirato presenti una elevata sensibilità e specificità, è tuttavia gravato da una certa percentuale di campioni non diagnostici che si attesta a seconda delle varie casistiche tra il 10 ed il 30%. Un prelievo non diagnostico può portare a procedure ripetute, aumentando la morbilità del paziente, i costi, nla probabilità di complicanze ed il ritardo nella diagnosi. Un altro importante limite dell'esame citologico è rappresentato dai prelievi "indeterminati", classificati come TIR 3, per i quali i soli criteri citologici non sono sufficienti a definire la benignità o malignità della lesione. I noduli tiroidei TIR 3 risultano infatti maligni all'istologia in una percentuale compresa tra il 10 e il 30% a seconda delle diverse casistiche. Le linee guida della Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica sulla classificazione citologica dell’agoaspirato tiroideo suddividono questa categoria in due sottocategorie, TIR 3A, con un rischio di malignità atteso del 5-10%, e la categoria TIR 3B con un rischio del 15-30%. Le linee guida indicano la chirurgia come trattamento di scelta solo per la categoria TIR 3B, mentre per la categoria a rischio minore è consigliabile il follow-up clinico e l’eventuale ripetizione dell’esame a distanza. Tuttavia, nonostante lo sforzo classificativo, la categoria TIR3 rischia spesso di configurarsi, sia per il patologo che per il clinico, come una vera e propria "zona grigia". Recentemente l’elastosonografia ha attirato notevole interesse per la sua capacità di differenziare la patologia nodulare tiroidea benigna da quella maligna, in base alle caratteristiche di elasticità dei tessuti. Dal momento che tale metodica è in grado di definire, anche all’interno dello stesso nodulo, aree con maggiore o minore ‘rigidità’, abbiamo ipotizzato che ottenere una mappa della lesione nodulare potesse ‘guidare’ il prelievo citologico sulla zona ottimale da campionare. Dopo aver analizzato sistematicamente le più recenti evidenze scientifiche inerenti l'elastosonografia e la citoaspirazione tiroidea, è stato condotto uno studio prospettico randomizzato sull' applicazione della tecnologia elastosonografica all' esame citoaspirativo tirodeo. Lo studio ha compreso un totale di 62 pazienti (50 F, 12 M, età media 40,1 ± 5,2 anni, range: 28-68 anni) randomizzati in due gruppi: Gruppo A (31 pazienti) con nodulo tiroideo sottoposto a FNA convenzionale (ecoguidato), Gruppo B (31 pazienti) con nodulo tiroideo sottoposto a FNA con selezione dell'area da campionare mediante esame elastosonografico. Il campionamento effettuato sotto guida elastosonografica delle aree caratterizzate da maggior rigidità (colore blu) ha prodotto una percentuale di prelievi non diagnostici pari al 6.4 % (2 TIR1) mentre la percentuale di agoaspirati non diagnostici eseguiti sotto guida ecografica (9 TIR 1) è stata del 29 % (p=0.02). La distribuzione nei Gruppi A e B delle altre categorie diagnostiche non ha presentato differenze statisticamente significative (p >0.05). La sensibilità e la specificità delle due diverse metodiche citoaspirative sono risultate sostanzialmente sovrapponibili. L’ applicazione della metodica elastosonografica ha determinato una riduzione degli agoaspirati non diagnostici (TIR 1) del 22,6%, supportando l'ipotesi che una mappa elastosonografica della formazione nodulare possa efficacemente guidare il prelievo citologico sulla zona ottimale da campionare, riducendo i costi, le complicanze e soprattutto il disconfort per il paziente derivante dalla reiterazione dell' esame. Sebbene tali risultati siano supportati da una ridotta numerosità campionaria, aprono nuove prospettive nella ricerca e nello sviluppo di metodiche innovative, capaci di incrementare l'accuratezza diagnostica dell'agoaspirato tiroideo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_dottorato_Giannotti.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
703.19 kB
Formato
Adobe PDF
|
703.19 kB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.