The paper examines the Cistercian presence in the Roman abbey of SS. Vincenzo e Anastasio alle Acque Salvie in the framework of the complex process of ecclesiastical reform between the eleventh and twelfth centuries, within which monastic reform, the elaboration of papal primacy and the territorial consolidation of the Patrimonium sancti Petri coexisted. The research outlines the profiles of the first group of reforming monks in the wake of the establishment of the Cistercian settlement in 1140. The fact that exponents of such a rigorous and reformist form of monasticism were intellectuals or, in any case, men with an excellent cultural background, who came from remarkable milieux and centers (as in the case of the Pisans) or exceptional as in the case of Nicolò Maniacutia, certainly gave additional value to the papal choices around the mid-twelfth century. In fact, the popes felt the need to foster the proliferation of the centers of religious and cultural reform by relying on trustworthy and rigorous churchmen when it came to constructing and administering the territory, economy and politics of the Patrimonium sancti Petri.

Il saggio prende in esame la presenza cistercense nell’abbazia romana dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Acque Salvie nel quadro dell’articolato processo di riforma ecclesiastica tra XI e XII secolo, all’interno del quale convivono riforma monastica, elaborazione del primato pontificio e consolidamento territoriale del Patrimonium sancti Petri. Sono indagati i profili del primo gruppo di monaci riformatori all’indomani dell’insediamento cistercense nel 1140. Il fatto che gli esponenti di tale monachesimo, rigoroso e riformatore, fossero intellettuali o comunque uomini con una formazione culturale eccellente, provenienti da ambienti e centri notevoli, come nel caso dei pisani, o eccezionale come nel caso di Nicolò Maniacutia, provvide senz’altro di un ulteriore valore scelte che nell’azione del papato alla metà del XII secolo unirono all’esigenza di incrementare la proliferazione di centri di riforma religiosa e culturale quella di disporre di elementi affidabili e rigorosi nella costruzione e amministrazione territoriale, economica e politica del Patrimonium sancti Petri.

I cistercensi, il papato e la riforma a Roma alla metà del secolo XII. L'abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio / Longo, Umberto. - In: RM RIVISTA. - ISSN 1593-2214. - ELETTRONICO. - 19 (1)(2018), pp. 329-350. [10.6092/1593-2214/5632]

I cistercensi, il papato e la riforma a Roma alla metà del secolo XII. L'abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio

Umberto Longo
2018

Abstract

The paper examines the Cistercian presence in the Roman abbey of SS. Vincenzo e Anastasio alle Acque Salvie in the framework of the complex process of ecclesiastical reform between the eleventh and twelfth centuries, within which monastic reform, the elaboration of papal primacy and the territorial consolidation of the Patrimonium sancti Petri coexisted. The research outlines the profiles of the first group of reforming monks in the wake of the establishment of the Cistercian settlement in 1140. The fact that exponents of such a rigorous and reformist form of monasticism were intellectuals or, in any case, men with an excellent cultural background, who came from remarkable milieux and centers (as in the case of the Pisans) or exceptional as in the case of Nicolò Maniacutia, certainly gave additional value to the papal choices around the mid-twelfth century. In fact, the popes felt the need to foster the proliferation of the centers of religious and cultural reform by relying on trustworthy and rigorous churchmen when it came to constructing and administering the territory, economy and politics of the Patrimonium sancti Petri.
2018
Il saggio prende in esame la presenza cistercense nell’abbazia romana dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Acque Salvie nel quadro dell’articolato processo di riforma ecclesiastica tra XI e XII secolo, all’interno del quale convivono riforma monastica, elaborazione del primato pontificio e consolidamento territoriale del Patrimonium sancti Petri. Sono indagati i profili del primo gruppo di monaci riformatori all’indomani dell’insediamento cistercense nel 1140. Il fatto che gli esponenti di tale monachesimo, rigoroso e riformatore, fossero intellettuali o comunque uomini con una formazione culturale eccellente, provenienti da ambienti e centri notevoli, come nel caso dei pisani, o eccezionale come nel caso di Nicolò Maniacutia, provvide senz’altro di un ulteriore valore scelte che nell’azione del papato alla metà del XII secolo unirono all’esigenza di incrementare la proliferazione di centri di riforma religiosa e culturale quella di disporre di elementi affidabili e rigorosi nella costruzione e amministrazione territoriale, economica e politica del Patrimonium sancti Petri.
Medioevo; secoli XI-XII; Roma; riforma ecclesiastica; monachesimo; Cistercensi; Papato; primato pontificio; Abbazia di San Vincenzo e Anastasio; Abbazia delle Tre Fontane; Bernardo di Chiaravalle; Eugenio III; Nicola Maniacutia; Enrico dei Santi Nereo e Achilleo, Rualeno, Middle Ages, 12th-13th Century, Rome, Ecclesiastical Reform, Monasticism, Cistercians, Papacy, Papal Primacy, San Vincenzo and Anastasio abbey, Tre Fontane abbey, Bernard of Clairvaux, Eugene III, Nicola Maniacutia, Henry of SS. Nereo e Achilleo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
I cistercensi, il papato e la riforma a Roma alla metà del secolo XII. L'abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio / Longo, Umberto. - In: RM RIVISTA. - ISSN 1593-2214. - ELETTRONICO. - 19 (1)(2018), pp. 329-350. [10.6092/1593-2214/5632]
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