E’ ovvio che il collegamento tra passato e presente si definisca e si risolva entro lo spazio della città attuale dove le ‘evidenze’ del passato vengono intese non più come reperti da isolare, ma come occasione-pretesto per una rilettura e riconfigurazione dell’intero sito di cui tali testimonianze sono parti integranti. Peraltro è indubbio che la presenza di ‘resti’ antichi entro il contesto della città contemporanea, rappresenta un tema di grande significato volto a leggere i segni di mutazione che derivano dal succedersi delle ‘stratificazioni’, resi ancora tangibili attraverso il sistema di relazioni spaziali, temporali e culturali del presente. Se si considera la complessità del fenomeno urbano si comprende come tale complessità rechi in sé diversificati segni, carichi di storia e di potenzialità evocative; segni che sono il prodotto di fenomeni storici il cui processo evolutivo ha determinato la logica costitutiva di insiemi altamente stratificati. Tutto ciò fa emergere i termini del dibattito contemporaneo e segna i confini di un’operatività che, come attesta la varietà degli esiti operativi spesso determinata da operazioni disinvolte, prive di precisi programmi e adeguati progetti, non riesce a risolvere pienamente le complesse problematiche di un ‘tessuto’ stratificato; diversamente, si può senz’altro dire che le tematiche progettuali modulate sulle “presenze” antiche reclamano di rivolgere particolare attenzione ai modi attraverso cui viene posta in essere la dialettica fra le preesistenze più o meno frammentate, e le 'intrusioni' contemporanee, per più tecnologiche e funzionali. D’altra parte, è ovvio che quando i vari elementi entrano in relazione inevitabilmente essi si collocano fra l’attualità del presente e l’incerta evidenza del tempo passato, fatto di rovine e vestigia storiche; nondimeno, è necessario ragionare su come tali “presenze” vivano fianco a fianco tanto da comporre, in un medesimo spazio, il succedersi storico. In sostanza, parlando di ‘soluzioni’, occorre fare riferimento ai criteri d’intervento e al comportamento pratico che, mentre pone una serie di vincoli, mostra ancora ampi margini per condurre azioni, strettamente connesse alla cultura storica del restauro, volte a migliorare lo stato dei luoghi.
“Ruderi” di architetture nello spazio-temporalità del presente. Rapporti di reciprocità fra permanenza e mutazione / Sette, Maria Piera. - In: MATERIALI E STRUTTURE. - ISSN 1121-2373. - STAMPA. - anno VII n.s.:13(2018), pp. 25-40.
“Ruderi” di architetture nello spazio-temporalità del presente. Rapporti di reciprocità fra permanenza e mutazione
Sette, Maria Piera
2018
Abstract
E’ ovvio che il collegamento tra passato e presente si definisca e si risolva entro lo spazio della città attuale dove le ‘evidenze’ del passato vengono intese non più come reperti da isolare, ma come occasione-pretesto per una rilettura e riconfigurazione dell’intero sito di cui tali testimonianze sono parti integranti. Peraltro è indubbio che la presenza di ‘resti’ antichi entro il contesto della città contemporanea, rappresenta un tema di grande significato volto a leggere i segni di mutazione che derivano dal succedersi delle ‘stratificazioni’, resi ancora tangibili attraverso il sistema di relazioni spaziali, temporali e culturali del presente. Se si considera la complessità del fenomeno urbano si comprende come tale complessità rechi in sé diversificati segni, carichi di storia e di potenzialità evocative; segni che sono il prodotto di fenomeni storici il cui processo evolutivo ha determinato la logica costitutiva di insiemi altamente stratificati. Tutto ciò fa emergere i termini del dibattito contemporaneo e segna i confini di un’operatività che, come attesta la varietà degli esiti operativi spesso determinata da operazioni disinvolte, prive di precisi programmi e adeguati progetti, non riesce a risolvere pienamente le complesse problematiche di un ‘tessuto’ stratificato; diversamente, si può senz’altro dire che le tematiche progettuali modulate sulle “presenze” antiche reclamano di rivolgere particolare attenzione ai modi attraverso cui viene posta in essere la dialettica fra le preesistenze più o meno frammentate, e le 'intrusioni' contemporanee, per più tecnologiche e funzionali. D’altra parte, è ovvio che quando i vari elementi entrano in relazione inevitabilmente essi si collocano fra l’attualità del presente e l’incerta evidenza del tempo passato, fatto di rovine e vestigia storiche; nondimeno, è necessario ragionare su come tali “presenze” vivano fianco a fianco tanto da comporre, in un medesimo spazio, il succedersi storico. In sostanza, parlando di ‘soluzioni’, occorre fare riferimento ai criteri d’intervento e al comportamento pratico che, mentre pone una serie di vincoli, mostra ancora ampi margini per condurre azioni, strettamente connesse alla cultura storica del restauro, volte a migliorare lo stato dei luoghi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Sette_Ruderi-architetture_2018.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
3.83 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.83 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.