Il poemetto in terza rima di Benedeth Gareth, detto il Cariteo, composto in un arco di tempo ascrivibile ai primi anni del '500 (1501-1503), si presenta come la narrazione poetica e allegorica della crisi politico-dinastica che sconvolse il Regno di Napoli sul finire del Quattrocento. A rafforzare la percezione di instabilità del reale contribuiscono non soltanto un lessico permeato da termini appartenenti alla sfera semantica della metamorfosi, ma anche le numerose narrazioni metamorfiche disseminate nel testo: a mutare sono il paesaggio, il poeta, le condizioni politiche e, infine, due personaggi che danno origine a elementi geomorfologici propri del Golfo di Napoli, Inarime e Sebeto. Se i primi tre canti del poemetto sono dedicati alla narrazione della metamorfosi del presente, l'ultimo canto, il quarto, sposta il focus narrativo sui miti originativi, rispettivamente, dell'isola di Ischia - la vicenda della sirena Inarime - e del fiume Sebeto. Proponimento di questo contributo è indagare le fonti dei due episodi, non ancora rintracciate dagli studiosi e assenti nel grande bacino narrativo costituito dalle Metamorfosi ovidiane. In ambiente napoletano la fortuna del mito di Sebeto è consolidata, ma non ancora ricostruita criticamente; più oscura risulta invece la vicenda metamorfica di Inarime, narrata, apparentemente per la prima volta, da Cariteo.
Fonti e fortuna dei miti metamorfici di Inarime e Sebeto nelle Metamorfosi di Cariteo / Volta, Nicole. - In: FILOLOGIA E CRITICA. - ISSN 0391-2493. - STAMPA. - XLIII:(2018), pp. 15-33.
Fonti e fortuna dei miti metamorfici di Inarime e Sebeto nelle Metamorfosi di Cariteo
VOLTA, Nicole
Writing – Original Draft Preparation
2018
Abstract
Il poemetto in terza rima di Benedeth Gareth, detto il Cariteo, composto in un arco di tempo ascrivibile ai primi anni del '500 (1501-1503), si presenta come la narrazione poetica e allegorica della crisi politico-dinastica che sconvolse il Regno di Napoli sul finire del Quattrocento. A rafforzare la percezione di instabilità del reale contribuiscono non soltanto un lessico permeato da termini appartenenti alla sfera semantica della metamorfosi, ma anche le numerose narrazioni metamorfiche disseminate nel testo: a mutare sono il paesaggio, il poeta, le condizioni politiche e, infine, due personaggi che danno origine a elementi geomorfologici propri del Golfo di Napoli, Inarime e Sebeto. Se i primi tre canti del poemetto sono dedicati alla narrazione della metamorfosi del presente, l'ultimo canto, il quarto, sposta il focus narrativo sui miti originativi, rispettivamente, dell'isola di Ischia - la vicenda della sirena Inarime - e del fiume Sebeto. Proponimento di questo contributo è indagare le fonti dei due episodi, non ancora rintracciate dagli studiosi e assenti nel grande bacino narrativo costituito dalle Metamorfosi ovidiane. In ambiente napoletano la fortuna del mito di Sebeto è consolidata, ma non ancora ricostruita criticamente; più oscura risulta invece la vicenda metamorfica di Inarime, narrata, apparentemente per la prima volta, da Cariteo.File | Dimensione | Formato | |
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