Le pratiche di appropriazione e riappropriazione dello spazio urbano compiute da parte di donne organizzate, hanno effetti di maggiore durata e di aumento del benessere generalizzato, rispetto alle politiche di protezione delle donne. Queste pratiche infatti tendono ad aumentare la frequentazione dello spazio pubblico da parte di tutta la popolazione urbana, a creare luoghi di incontro e di organizzazione, a riempire di senso gli spazi pubblici, costruire diverse narrazioni e a generare diritto alla città. Quello della “sicurezza” è uno degli argomenti per misurare questa affermazione. Le politiche che riguardano la sicurezza sono spesso espressione di retoriche che vedono le donne come soggetto debole nella città, oggetto di violenza, da proteggere attraverso meccanismi di chiusura e di esclusione: esclusione sia delle popolazioni urbane dipinte come potenzialmente pericolose (in particolare uomini migranti) e generative di disordine (entrando in questo modo nella sfera del decoro e assumendo come vero l'assioma secondo cui l'ordine e la sicurezza vanno insieme), sia delle donne, alle quali in nome dell'incolumità viene negata la libera frequentazione degli spazi pubblici. Dall'altra parte ci sono le rivendicazioni delle donne sullo spazio pubblico, con slogan tipo “le strade sicure le fanno le donne che le attraversano” e “riprendiamoci i parchi di notte”, che si accompagnano a eventi come le Macho free zone o le passeggiate antiviolenza. Al di là degli slogan, esistono poi i luoghi di incontro e di organizzazione e tra questi appare particolarmente interessante Lucha Y siesta, una casa delle donne occupata in un quartiere semiperiferico di Roma. Il paper intende mettere a confronto le due diverse visioni della città e della donna (come oggetto di difesa o come soggetto attivo nella costruzione dello spazio), argomentando come politiche urbane che vanno in contrasto alla violenza sulle donne, sono quelle che le rafforzano e aprono lo spazio, piuttosto che proteggerle.
Tutta mia la città. Riflessione su donne, spazio pubblico e sicurezza / Belingardi, Chiara. - ELETTRONICO. - (2017). (Intervento presentato al convegno XX Conferenza Nazionale SIU. Urbanistica e/è azione pubblica. La responsabilità della proposta, Roma 12-14 giugno 2017 tenutosi a Roma).
Tutta mia la città. Riflessione su donne, spazio pubblico e sicurezza
Belingardi, Chiara
2017
Abstract
Le pratiche di appropriazione e riappropriazione dello spazio urbano compiute da parte di donne organizzate, hanno effetti di maggiore durata e di aumento del benessere generalizzato, rispetto alle politiche di protezione delle donne. Queste pratiche infatti tendono ad aumentare la frequentazione dello spazio pubblico da parte di tutta la popolazione urbana, a creare luoghi di incontro e di organizzazione, a riempire di senso gli spazi pubblici, costruire diverse narrazioni e a generare diritto alla città. Quello della “sicurezza” è uno degli argomenti per misurare questa affermazione. Le politiche che riguardano la sicurezza sono spesso espressione di retoriche che vedono le donne come soggetto debole nella città, oggetto di violenza, da proteggere attraverso meccanismi di chiusura e di esclusione: esclusione sia delle popolazioni urbane dipinte come potenzialmente pericolose (in particolare uomini migranti) e generative di disordine (entrando in questo modo nella sfera del decoro e assumendo come vero l'assioma secondo cui l'ordine e la sicurezza vanno insieme), sia delle donne, alle quali in nome dell'incolumità viene negata la libera frequentazione degli spazi pubblici. Dall'altra parte ci sono le rivendicazioni delle donne sullo spazio pubblico, con slogan tipo “le strade sicure le fanno le donne che le attraversano” e “riprendiamoci i parchi di notte”, che si accompagnano a eventi come le Macho free zone o le passeggiate antiviolenza. Al di là degli slogan, esistono poi i luoghi di incontro e di organizzazione e tra questi appare particolarmente interessante Lucha Y siesta, una casa delle donne occupata in un quartiere semiperiferico di Roma. Il paper intende mettere a confronto le due diverse visioni della città e della donna (come oggetto di difesa o come soggetto attivo nella costruzione dello spazio), argomentando come politiche urbane che vanno in contrasto alla violenza sulle donne, sono quelle che le rafforzano e aprono lo spazio, piuttosto che proteggerle.File | Dimensione | Formato | |
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