Più di cento anni di scavi a Tell es-Sultan, l’antica Gerico in Palestina, oltre a portare alla luce le vestigia di una delle più antiche città del Levante nell’Età del Bronzo e del Ferro, hanno contribuito in modo straordinariamente importante alla conoscenza del periodo Neolitico, quando le comunità umane nella Mezzaluna Fertile svilupparono un nuovo modello sociale ed economico con l’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento. Gerico fu, in particolare nel Neolitico Aceramico (10.500-6000 a.C.), un sito guida non solo per la crescita culturale, ma anche per la concezione ideologica che sostenne le conquiste della “rivoluzione agricola”. Tra le testimonianze più rappresentative di questo periodo sono 45 crani, quattordici dei quali modellati in gesso, e alcune statue antropomorfe trovate dalle due missioni britanniche che si succedettero nel Novecento e dalla missione italo-palestinese della Sapienza che da venti anni (1997-2017) opera nel sito. L’articolo si concentra sui contesti di rinvenimento di queste prime immagini, nonché sui rituali collegati alla loro produzione, utilizzazione e sui loro possibili significati, anche in relazione alla pratica del sacrificio.
Beheaded Ancestors. Of skulls and stautes in Pre-Pottery Neolithic Jericho / Nigro, L.. - In: SCIENZE DELL'ANTICHITÀ. - ISSN 1123-5713. - STAMPA. - 23:3(2017), pp. 3-30.
Beheaded Ancestors. Of skulls and stautes in Pre-Pottery Neolithic Jericho
L. Nigro
2017
Abstract
Più di cento anni di scavi a Tell es-Sultan, l’antica Gerico in Palestina, oltre a portare alla luce le vestigia di una delle più antiche città del Levante nell’Età del Bronzo e del Ferro, hanno contribuito in modo straordinariamente importante alla conoscenza del periodo Neolitico, quando le comunità umane nella Mezzaluna Fertile svilupparono un nuovo modello sociale ed economico con l’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento. Gerico fu, in particolare nel Neolitico Aceramico (10.500-6000 a.C.), un sito guida non solo per la crescita culturale, ma anche per la concezione ideologica che sostenne le conquiste della “rivoluzione agricola”. Tra le testimonianze più rappresentative di questo periodo sono 45 crani, quattordici dei quali modellati in gesso, e alcune statue antropomorfe trovate dalle due missioni britanniche che si succedettero nel Novecento e dalla missione italo-palestinese della Sapienza che da venti anni (1997-2017) opera nel sito. L’articolo si concentra sui contesti di rinvenimento di queste prime immagini, nonché sui rituali collegati alla loro produzione, utilizzazione e sui loro possibili significati, anche in relazione alla pratica del sacrificio.File | Dimensione | Formato | |
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