“Somos os responsáveis por nossa própria existência” dice Paulo Mendes da Rocha. Lo siamo poiché oggi, anche in campo architettonico, le scoperte scientifiche e lo sviluppo delle tecnologie portano a chiederci non più “come fare”, ma “che fare”. In che modo dobbiamo agire, dunque, per continuare a garantire la vita sul nostro pianeta, per difendere l’ambiente, per ottimizzare le risorse, per migliorare l’habitat umano, per rendere vivibili le nostre città, per garantire infrastrutture, spazi pubblici, scuole, ospedali, case. La ricerca degli architetti appartenenti alla Scuola di San Paolo mostra un approccio comune, che lega la questione della città a quella della società, connette la scala architettonica a quella urbana ed entrambe alla trasformazione sociale, senza possibilità di scissione. Il contributo intende presentare l’esito di uno studio approfondito, incentrato sull’architettura paulista, da proporre come possibile modello di coerenza morale - propria della Scuola – capace di generare chiarezza formale e rigore strutturale, essenzialità e rifiuto del superfluo. Il disegno dell’architettura continua a essere lo strumento per perseguire uno sviluppo sostenibile, inteso come miglioramento della società e il lavoro degli architetti paulisti, ispirato da un forte senso del collettivo, si traduce in un’attenzione costante per la definizione di spazi pubblici, quali elementi di congiunzione e convivenza tra architettura e realtà sociale. L’illustrazione critica e il confronto tra alcuni progetti offrirà lo spunto per una riflessione più ampia su semplicità - volumetrica e materica - e continuum spaziale e visivo tra interno ed esterno, edificio e città, quali elementi per dare all’architettura un carattere non privato, ma collettivo. Il disegno del vuoto risulta lo strumento per realizzare tale continuità: la strada diventa piazza ed è l’edificio a definirla, a sovrastarla senza invaderla; questo si solleva dal suolo, delimita, ma non chiude. Una volumetria appoggiata a terra è un oggetto “imposto” nella città. Quando la si distacca da esso, sollevandola, si crea un piano di connessione fisica e visiva tra edificio e contesto, da cui scaturisce un’architettura fatta meno di oggetti e più di relazioni. I progetti paulisti sono capaci di tradurre in architettura pensieri e ideali, a volte oggi obliterati, ma indispensabili per conferire all’opera architettonica un ruolo che vada al di là della mera funzione. L’architettura è qui intesa come espressione culturale di un popolo, porta il progettista ad avere coscienza del suo ruolo nella società e a riconoscere il grande privilegio concessogli: intervenire coerentemente con le sue tensioni ideali per migliorare la vita della collettività, progettando luoghi a carattere pubblico, perché, come dice sempre Mendes da Rocha, bisogna desiderare di costruire “a cidade para todos”.

Cidade e Sociedade. L’esperienza di San Paolo in Brasile / Sarno, Francesca. - In: MONOGRAPH.IT. - ISSN 2279-6886. - STAMPA. - 5(2013), pp. 162-164.

Cidade e Sociedade. L’esperienza di San Paolo in Brasile

Sarno, Francesca
2013

Abstract

“Somos os responsáveis por nossa própria existência” dice Paulo Mendes da Rocha. Lo siamo poiché oggi, anche in campo architettonico, le scoperte scientifiche e lo sviluppo delle tecnologie portano a chiederci non più “come fare”, ma “che fare”. In che modo dobbiamo agire, dunque, per continuare a garantire la vita sul nostro pianeta, per difendere l’ambiente, per ottimizzare le risorse, per migliorare l’habitat umano, per rendere vivibili le nostre città, per garantire infrastrutture, spazi pubblici, scuole, ospedali, case. La ricerca degli architetti appartenenti alla Scuola di San Paolo mostra un approccio comune, che lega la questione della città a quella della società, connette la scala architettonica a quella urbana ed entrambe alla trasformazione sociale, senza possibilità di scissione. Il contributo intende presentare l’esito di uno studio approfondito, incentrato sull’architettura paulista, da proporre come possibile modello di coerenza morale - propria della Scuola – capace di generare chiarezza formale e rigore strutturale, essenzialità e rifiuto del superfluo. Il disegno dell’architettura continua a essere lo strumento per perseguire uno sviluppo sostenibile, inteso come miglioramento della società e il lavoro degli architetti paulisti, ispirato da un forte senso del collettivo, si traduce in un’attenzione costante per la definizione di spazi pubblici, quali elementi di congiunzione e convivenza tra architettura e realtà sociale. L’illustrazione critica e il confronto tra alcuni progetti offrirà lo spunto per una riflessione più ampia su semplicità - volumetrica e materica - e continuum spaziale e visivo tra interno ed esterno, edificio e città, quali elementi per dare all’architettura un carattere non privato, ma collettivo. Il disegno del vuoto risulta lo strumento per realizzare tale continuità: la strada diventa piazza ed è l’edificio a definirla, a sovrastarla senza invaderla; questo si solleva dal suolo, delimita, ma non chiude. Una volumetria appoggiata a terra è un oggetto “imposto” nella città. Quando la si distacca da esso, sollevandola, si crea un piano di connessione fisica e visiva tra edificio e contesto, da cui scaturisce un’architettura fatta meno di oggetti e più di relazioni. I progetti paulisti sono capaci di tradurre in architettura pensieri e ideali, a volte oggi obliterati, ma indispensabili per conferire all’opera architettonica un ruolo che vada al di là della mera funzione. L’architettura è qui intesa come espressione culturale di un popolo, porta il progettista ad avere coscienza del suo ruolo nella società e a riconoscere il grande privilegio concessogli: intervenire coerentemente con le sue tensioni ideali per migliorare la vita della collettività, progettando luoghi a carattere pubblico, perché, come dice sempre Mendes da Rocha, bisogna desiderare di costruire “a cidade para todos”.
2013
scuola paulista; continuità; società
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Cidade e Sociedade. L’esperienza di San Paolo in Brasile / Sarno, Francesca. - In: MONOGRAPH.IT. - ISSN 2279-6886. - STAMPA. - 5(2013), pp. 162-164.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Sarno_Cidade-e-sociedade_postprint_2013.pdf

solo gestori archivio

Note: http://www.listlab.eu/catalogo/riviste/it-monograph-researchenmonograph-research-1/
Tipologia: Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 938.04 kB
Formato Adobe PDF
938.04 kB Adobe PDF   Contatta l'autore
Sarno_Cidade-e-sociedade_2013.pdf

solo gestori archivio

Note: http://www.listlab.eu/catalogo/riviste/it-monograph-researchenmonograph-research-1/
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 2.63 MB
Formato Adobe PDF
2.63 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1116687
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact