Il mercato del credito nelle Regioni esercita una funzione rilevante per il progresso armonioso dei territori di riferimento. Anche la Costituzione assegna al servizio del credito un ruolo di promozione dello sviluppo economico. Le Regioni, sia a Statuto speciale sia a Statuto ordinario, intraprendono delle azioni in tal senso considerando il nesso di strumentalità tra le materie del credito e le materie di competenza regionale. Con la crisi economica che ha colpito i mercati internazionali e nazionali è emersa, in modo ancora più evidente, la necessità di una riflessione e di una proposta sulla funzione che il soggetto pubblico può svolgere per la crescita del sistema economico, con una crescente rilevanza e criticità del ruolo della finanza pubblica chiamata sia a contribuire allo sviluppo economico che a risanare i bilanci pubblici. In questo contesto assumono rilevanza le Società Finanziarie Regionali, soggetti partecipati dalle Regioni attraverso le quali, queste ultime, molto spesso, gestiscono i fondi di garanzia costituiti proprio a servizio del credito. L’interesse per queste società, dunque, scaturisce dalla necessità delle Regioni di promuovere iniziative per lo sviluppo socio-economico del proprio territorio, anche attraverso questi istituti, sovente creati con apposite leggi regionali e che sono stati interessati sia dalla riforma delle società partecipate pubbliche, entrata in vigore, come noto, il 23 settembre 2016 a seguito dell’emanazione della legge delega 7 agosto 2015, n. 14, che ex art. 18 della legge stessa, ha portato all’approvazione del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” (nella sua versione preliminare, se non fosse stato opportunamente emendato, avrebbe potuto avere un impatto negativo proprio sulle Società Finanziarie Regionali e sulla loro operatività) che dalla riforma del Testo Unico Bancario, in relazione alla loro sottoposizione al regime di vigilanza prudenziale cui sono soggetti tutti gli intermediari finanziari ai sensi dell’ art. 106 post riforma che istituisce l’Albo Unico degli intermediari finanziari. Si tratta di soggetti, infatti, che attualmente sono al centro di un importante processo di riordino in relazione al tema dei controlli da parte della Banca d’Italia. Inoltre, obiettivo del presente lavoro è di fare un focus su tali tipologie di società partecipate pubbliche, indagando sui vari modelli operativi e sul loro ruolo di attori dello sviluppo nel panorama creditizio regionale e in un’ottica di governo multilivello. Soffermandosi, in particolare, sul ruolo sinergico che tali istituti possono esercitare tra finanza regionale e sistema bancario per agevolare l’accesso al credito delle imprese, anche in relazione al sistema dei Fondi per cassa e di garanzia, i Consorzi di garanzia collettiva fidi (Confidi), con l’evidenziazione della necessità di una polarizzazione che superi l’attuale frammentarietà verso una visione basata su un sistema di “multilevel governance”. Come anche il ruolo e le funzioni rivestite da tali Società Finanziarie Regionali nella gestione dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), nell’ambito della programmazione comunitaria, nonché in qualità di soggetti attuatori e/o beneficiari di strumenti di (ingegneria) finanziaria, nel rispetto delle norme in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici, con relative criticità evidenziate ed interrogativi lasciati aperti. Tutto ciò nell’ambito della ridefinizione del governo delle politiche di sviluppo e coesione alla luce della nuova governance multilivello, dalla quale affiora la necessità di adeguare il sistema paese alle nuove realtà, intercettando gli sviluppi che da tale politica possono scaturire a beneficio dello sviluppo generalizzato e, in tal senso, avanzando delle proposte per il futuro.

SOCIETA' FINANZIARIE REGIONALI - Credito, sviluppo locale e coesione economica e sociale nella governance multilivello / Tulino, Giuliana. - (2018 Mar 22).

SOCIETA' FINANZIARIE REGIONALI - Credito, sviluppo locale e coesione economica e sociale nella governance multilivello

TULINO, GIULIANA
22/03/2018

Abstract

Il mercato del credito nelle Regioni esercita una funzione rilevante per il progresso armonioso dei territori di riferimento. Anche la Costituzione assegna al servizio del credito un ruolo di promozione dello sviluppo economico. Le Regioni, sia a Statuto speciale sia a Statuto ordinario, intraprendono delle azioni in tal senso considerando il nesso di strumentalità tra le materie del credito e le materie di competenza regionale. Con la crisi economica che ha colpito i mercati internazionali e nazionali è emersa, in modo ancora più evidente, la necessità di una riflessione e di una proposta sulla funzione che il soggetto pubblico può svolgere per la crescita del sistema economico, con una crescente rilevanza e criticità del ruolo della finanza pubblica chiamata sia a contribuire allo sviluppo economico che a risanare i bilanci pubblici. In questo contesto assumono rilevanza le Società Finanziarie Regionali, soggetti partecipati dalle Regioni attraverso le quali, queste ultime, molto spesso, gestiscono i fondi di garanzia costituiti proprio a servizio del credito. L’interesse per queste società, dunque, scaturisce dalla necessità delle Regioni di promuovere iniziative per lo sviluppo socio-economico del proprio territorio, anche attraverso questi istituti, sovente creati con apposite leggi regionali e che sono stati interessati sia dalla riforma delle società partecipate pubbliche, entrata in vigore, come noto, il 23 settembre 2016 a seguito dell’emanazione della legge delega 7 agosto 2015, n. 14, che ex art. 18 della legge stessa, ha portato all’approvazione del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” (nella sua versione preliminare, se non fosse stato opportunamente emendato, avrebbe potuto avere un impatto negativo proprio sulle Società Finanziarie Regionali e sulla loro operatività) che dalla riforma del Testo Unico Bancario, in relazione alla loro sottoposizione al regime di vigilanza prudenziale cui sono soggetti tutti gli intermediari finanziari ai sensi dell’ art. 106 post riforma che istituisce l’Albo Unico degli intermediari finanziari. Si tratta di soggetti, infatti, che attualmente sono al centro di un importante processo di riordino in relazione al tema dei controlli da parte della Banca d’Italia. Inoltre, obiettivo del presente lavoro è di fare un focus su tali tipologie di società partecipate pubbliche, indagando sui vari modelli operativi e sul loro ruolo di attori dello sviluppo nel panorama creditizio regionale e in un’ottica di governo multilivello. Soffermandosi, in particolare, sul ruolo sinergico che tali istituti possono esercitare tra finanza regionale e sistema bancario per agevolare l’accesso al credito delle imprese, anche in relazione al sistema dei Fondi per cassa e di garanzia, i Consorzi di garanzia collettiva fidi (Confidi), con l’evidenziazione della necessità di una polarizzazione che superi l’attuale frammentarietà verso una visione basata su un sistema di “multilevel governance”. Come anche il ruolo e le funzioni rivestite da tali Società Finanziarie Regionali nella gestione dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), nell’ambito della programmazione comunitaria, nonché in qualità di soggetti attuatori e/o beneficiari di strumenti di (ingegneria) finanziaria, nel rispetto delle norme in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici, con relative criticità evidenziate ed interrogativi lasciati aperti. Tutto ciò nell’ambito della ridefinizione del governo delle politiche di sviluppo e coesione alla luce della nuova governance multilivello, dalla quale affiora la necessità di adeguare il sistema paese alle nuove realtà, intercettando gli sviluppi che da tale politica possono scaturire a beneficio dello sviluppo generalizzato e, in tal senso, avanzando delle proposte per il futuro.
22-mar-2018
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1110536
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