Nel 1637, a pochi anni dalle celebri rappresentazioni del S. Alessio di Stefano Landi nel teatro Barberini, il barnabita Alessio Lesmi pubblica un piccolo volume nel quale racconta i fasti del Santo romano « in dodici pitture », utilizzando liberamente il genere dell’ékphrasis sul modello di Filostrato. Il palazzo in cui immagina di vedere i dodici quadri è quello dei Signori Savelli ad Ariccia, che nel salone principale esponevano un ritratto di Alessio inserito tra gli uomini illustri della nobile famiglia. Il raffronto con alcune lettere e inventari dei Savelli permette di verificare come la figura e le reliquie di Alessio, in pieno Seicento, siano state utilizzate per rafforzare l’immagine dell’antica famiglia romana nei confronti del pontefice e dell’imperatore per i quali i Savelli ricoprirono cariche diplomatiche e militari. Passando in rassegna le dodici pitture illustrate da Lesmi, il contributo rende conto delle principali iconografie del Santo dal basso medioevo alla fine del Settecento, mostrandone la fortuna e l’influsso anche per le raffigurazioni di altri santi, tra i quali Francesco Saverio e Giuseppe Benedetto Labre.
Sant’Alessio «splendore della famiglia Savella». La leggenda del nobile e buon pellegrino in dodici pitture / Moretti, Massimo. - In: MÉLANGES DE L'ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME. ITALIE ET MÉDITERRANÉE. - ISSN 1123-9891. - STAMPA. - (2012), pp. 705-728.
Sant’Alessio «splendore della famiglia Savella». La leggenda del nobile e buon pellegrino in dodici pitture
massimo moretti
2012
Abstract
Nel 1637, a pochi anni dalle celebri rappresentazioni del S. Alessio di Stefano Landi nel teatro Barberini, il barnabita Alessio Lesmi pubblica un piccolo volume nel quale racconta i fasti del Santo romano « in dodici pitture », utilizzando liberamente il genere dell’ékphrasis sul modello di Filostrato. Il palazzo in cui immagina di vedere i dodici quadri è quello dei Signori Savelli ad Ariccia, che nel salone principale esponevano un ritratto di Alessio inserito tra gli uomini illustri della nobile famiglia. Il raffronto con alcune lettere e inventari dei Savelli permette di verificare come la figura e le reliquie di Alessio, in pieno Seicento, siano state utilizzate per rafforzare l’immagine dell’antica famiglia romana nei confronti del pontefice e dell’imperatore per i quali i Savelli ricoprirono cariche diplomatiche e militari. Passando in rassegna le dodici pitture illustrate da Lesmi, il contributo rende conto delle principali iconografie del Santo dal basso medioevo alla fine del Settecento, mostrandone la fortuna e l’influsso anche per le raffigurazioni di altri santi, tra i quali Francesco Saverio e Giuseppe Benedetto Labre.File | Dimensione | Formato | |
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