Viene brevemente introdotta la Lectio Magistralis tenuta da Nancy McWilliams in occasione della presentazione italiana della seconda edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2). Questa Lectio Magistralis è definita “un esempio perfetto di equilibrio narrativo tra pensiero e vita”, e contestualizzata nei luoghi scientifici e relazionali che hanno visto la nascita del PDM-2. Viene sottolineato inoltre il ruolo dei molti autori – da Sidney J. Blatt a Jonathan Shedler, da Otto F. Kernberg ad Allen Frances, i cui lavori sono stati pubblicati su Psicoterapia e Scienze e Umane – che hanno contribuito alla creazione di una “coscienza diagnostica” nel clinico italiano. Infine, dopo avere tratteggiato le linee portanti della struttura del PDM-2, alla luce della tensione necessaria tra l’unicità del singolo paziente e la possibilità di ricondurlo a un quadro teorico più generale, viene riletto l’insegnamento di Karl Jaspers secondo cui «gli schemi diagnostici devono restare un tormento».
Diagnosi. Senso e sensibilità. Nota introduttiva alla Lectio Magistralis di Nancy McWilliams sul Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2) / Lingiardi, Vittorio. - In: PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE. - ISSN 0394-2864. - STAMPA. - 52:2(2018), pp. 177-182. [10.3280/PU2018-002001]
Diagnosi. Senso e sensibilità. Nota introduttiva alla Lectio Magistralis di Nancy McWilliams sul Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2)
Lingiardi, Vittorio
2018
Abstract
Viene brevemente introdotta la Lectio Magistralis tenuta da Nancy McWilliams in occasione della presentazione italiana della seconda edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2). Questa Lectio Magistralis è definita “un esempio perfetto di equilibrio narrativo tra pensiero e vita”, e contestualizzata nei luoghi scientifici e relazionali che hanno visto la nascita del PDM-2. Viene sottolineato inoltre il ruolo dei molti autori – da Sidney J. Blatt a Jonathan Shedler, da Otto F. Kernberg ad Allen Frances, i cui lavori sono stati pubblicati su Psicoterapia e Scienze e Umane – che hanno contribuito alla creazione di una “coscienza diagnostica” nel clinico italiano. Infine, dopo avere tratteggiato le linee portanti della struttura del PDM-2, alla luce della tensione necessaria tra l’unicità del singolo paziente e la possibilità di ricondurlo a un quadro teorico più generale, viene riletto l’insegnamento di Karl Jaspers secondo cui «gli schemi diagnostici devono restare un tormento».File | Dimensione | Formato | |
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