La ricerca illustra luoghi di memoria poetica delle due prime opere ottave di Boccaccio nell’Orlando furioso, individuati muovendo dai rilievi presenti nelle Fonti dell’«Orlando furioso» di Pio Rajna, nei commenti al poema e nella letteratura critica, e attraverso un raffronto testuale compiuto anche con l’ausilio di strumenti informatici. La memoria del Filostrato e del Teseida nel tessuto del poema ariostesco, puntuale e pervasiva, investe le zone connotative del genere letterario (il proemio, il congedo), le trame principali (l’amore passionale e la follia di Orlando, l’attesa elegiaca e la gelosia di Bradamante) e numerosi altri luoghi (i più rilevanti: la selva romanzesca del primo canto, la permanenza di Ruggiero presso Alcina, l’episodio delle «femine omicide», l’incontro notturno di Doralice e Mandricardo, il duello tra Ruggiero e Rodomonte che chiude il poema); il Filostrato e il Teseida offrivano inoltre ad Ariosto il modello di un narratore personaggio ed amante che delinea una chiara corrispondenza tra la propria sofferta esperienza d’amore e quella del suo protagonista, da cui discende una competenza in materia erotica espressa attraverso interventi gnomici e precettistici che interrompono la narrazione in luoghi decisivi. La consonanza tra le voci narranti, verificabile su un piano contestualmente tematico e strutturale, conferma ed evidenzia comuni sistemi di senso e pervasive affinità ideologiche tra le opere, già chiaramente rivelate dalle intersezioni tra il tessuto narrativo boccacciano e la fabula ariostesca: l’irrazionalità totalizzante dell’esperienza erotica, innanzitutto; l’inconsistenza dei giudizi umani; la difficoltà nel rapporto tra i sessi; l’opportunità (in amore) di una conoscenza relativa. Da un canto, Boccaccio si rivela imprescindibile auctoritas erotica nella costruzione del poema; dall’altro, i paralleli testuali conferiscono una definitiva evidenza alla funzione modellizzante esercitata dalle opere in ottave di Boccaccio sul successivo percorso del poema cavalleresco rinascimentale, un dato acquisito dalla storiografia letteraria fin dal XVI secolo, ma poi non indagato nelle sue effettive connessioni testuali.

La memoria del «Filostrato» e del «Teseida» nell’«Orlando Furioso» / Anconetani, Raffaella. - (2014 Nov 21).

La memoria del «Filostrato» e del «Teseida» nell’«Orlando Furioso»

Anconetani, Raffaella
21/11/2014

Abstract

La ricerca illustra luoghi di memoria poetica delle due prime opere ottave di Boccaccio nell’Orlando furioso, individuati muovendo dai rilievi presenti nelle Fonti dell’«Orlando furioso» di Pio Rajna, nei commenti al poema e nella letteratura critica, e attraverso un raffronto testuale compiuto anche con l’ausilio di strumenti informatici. La memoria del Filostrato e del Teseida nel tessuto del poema ariostesco, puntuale e pervasiva, investe le zone connotative del genere letterario (il proemio, il congedo), le trame principali (l’amore passionale e la follia di Orlando, l’attesa elegiaca e la gelosia di Bradamante) e numerosi altri luoghi (i più rilevanti: la selva romanzesca del primo canto, la permanenza di Ruggiero presso Alcina, l’episodio delle «femine omicide», l’incontro notturno di Doralice e Mandricardo, il duello tra Ruggiero e Rodomonte che chiude il poema); il Filostrato e il Teseida offrivano inoltre ad Ariosto il modello di un narratore personaggio ed amante che delinea una chiara corrispondenza tra la propria sofferta esperienza d’amore e quella del suo protagonista, da cui discende una competenza in materia erotica espressa attraverso interventi gnomici e precettistici che interrompono la narrazione in luoghi decisivi. La consonanza tra le voci narranti, verificabile su un piano contestualmente tematico e strutturale, conferma ed evidenzia comuni sistemi di senso e pervasive affinità ideologiche tra le opere, già chiaramente rivelate dalle intersezioni tra il tessuto narrativo boccacciano e la fabula ariostesca: l’irrazionalità totalizzante dell’esperienza erotica, innanzitutto; l’inconsistenza dei giudizi umani; la difficoltà nel rapporto tra i sessi; l’opportunità (in amore) di una conoscenza relativa. Da un canto, Boccaccio si rivela imprescindibile auctoritas erotica nella costruzione del poema; dall’altro, i paralleli testuali conferiscono una definitiva evidenza alla funzione modellizzante esercitata dalle opere in ottave di Boccaccio sul successivo percorso del poema cavalleresco rinascimentale, un dato acquisito dalla storiografia letteraria fin dal XVI secolo, ma poi non indagato nelle sue effettive connessioni testuali.
21-nov-2014
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Tesi dottorato Anconetani

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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1107627
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