In the era in which representation and communication adopt information technology, it is necessary to investigate some creative, expressive and communicative variables that also affect architecture. The architect must pre-see; he has to imagine the scenes, the shots, the subjects, the times, the sounds, the noises, the sensations, the day and the night. Like a director chooses a system of images, realistic, static or moving. That movement imposed today by the contemporaneity to consume images in continuous transformation. In the formal, technical and instrumental universe, where design, graphics, pixels, software and hypergraphs, communication and video, overlap and interact with each other, it is necessary to calibrate and develop mechanisms capable of acting as expressive manifestations and creative impulses . The mass media movement and culture generate wide relationships between architecture and the other arts, invent new creative processes and increasingly extended communication spaces, starting the post-digital era. The representation in movement, or dynamic representation, stands as a new contemporary communicative dimension and above all a point of vital expressive reference for the new expressive generations. Multimedia, video interactions, temporal and spatial transformations, real and surreal dimensions, videoclips, image and sound, provide the project-thought a new creative progress that finds its primordial dimension in all those dynamic transpositions of the figuration. It so happens that the representation of architecture is dressed in new components borrowed from cultures very close to it, from the logic and criteria linked to a new and revolutionary horizon of pre-figuration and post-vision. The study of videos (or more generally the moving image), as well as the relative cultural reference, is today one of the roads that can be traveled in the near future, where by expanding the physical space we can also make architecture with videos interacting with the its logical components and seizing - as Julio Cabrera writes about the relationship, not entirely foreign to ours, between philosophy and film - "the idea or concept transmitted by the moving image" (Julio Cabrera, 2000).

Nell’epoca in cui la rappresentazione e la comunicazione adottano tecnologie informatiche, è necessario indagare su alcune variabili creative, espressive e comunicative che incidono anche sull’architettura. L’Architetto deve pre-vedere; deve immaginare le scene, le inquadrature, i soggetti, i tempi, i suoni, i rumori, le sensazioni, il giorno e la notte. Al pari di un regista sceglie un sistema di immagini, realistiche, statiche o in movimento. Quel movimento imposto oggi dalla contemporaneità per consumare immagini in continua trasformazione. Nell’universo formale, tecnico e strumentale, dove disegno, grafica, pixel, software e hypergrafihe, comunicazione e video, si sovrappongono e interagiscono tra loro, occorre calibrare e mettere a punto dei meccanismi in grado di porsi come manifestazioni espressive e come impulsi creativi. Il movimento e la cultura massmediologica generano ampie relazioni tra l’architettura e le altre arti, inventano nuovi processi creativi e spazi comunicativi sempre più estesi, avviando l’epoca post-digitale. La rappresentazione in movimento, o rappresentazione dinamica, si pone come nuova dimensione comunicativa contemporanea e soprattutto punto di vitale riferimento espressivo per le nuove generazioni espressive. Multimedialità, interazioni video, trasformazioni temporali e spaziali, dimensioni reali e surreali, videoclip, immagine e sonoro, forniscono al pensiero-progetto un nuovo incedere creativo che trova la sua primordiale dimensione in tutte quelle trasposizioni dinamiche della figurazione. Accade così che la rappresentazione dell’architettura si veste di nuove componenti prese in prestito da culture ad essa molto vicine, da logiche e criteri legati a un nuovo e rivoluzionario orizzonte della pre-figurazione e della post-visione. Lo studio dei video (o più in generale dell’immagine in movimento), nonché il relativo riferimento culturale, costituisce oggi una delle strade percorribili nel prossimo futuro, laddove ampliando l’accezione dello spazio fisico potremo anche fare architettura con i video interagendo con le sue componenti logiche e cogliendo – come scrive Julio Cabrera a proposito del rapporto, non del tutto estraneo al nostro, tra filosofia e film – “l’idea o il concetto trasmesso dall’immagine in movimento” (Julio Cabrera, 2000).

La rappresentazione in movimento: prefigurazione e post-visione dello spazio / Marrocco, Rosario. - STAMPA. - 1:(2004), pp. 422-427. (Intervento presentato al convegno Tecnologie per comunicare l'architettura (E-Arcom04) tenutosi a Ancona, Hotel La Fonte, Portonovo nel 20-21-22 maggio 2004).

La rappresentazione in movimento: prefigurazione e post-visione dello spazio

Rosario Marrocco
2004

Abstract

In the era in which representation and communication adopt information technology, it is necessary to investigate some creative, expressive and communicative variables that also affect architecture. The architect must pre-see; he has to imagine the scenes, the shots, the subjects, the times, the sounds, the noises, the sensations, the day and the night. Like a director chooses a system of images, realistic, static or moving. That movement imposed today by the contemporaneity to consume images in continuous transformation. In the formal, technical and instrumental universe, where design, graphics, pixels, software and hypergraphs, communication and video, overlap and interact with each other, it is necessary to calibrate and develop mechanisms capable of acting as expressive manifestations and creative impulses . The mass media movement and culture generate wide relationships between architecture and the other arts, invent new creative processes and increasingly extended communication spaces, starting the post-digital era. The representation in movement, or dynamic representation, stands as a new contemporary communicative dimension and above all a point of vital expressive reference for the new expressive generations. Multimedia, video interactions, temporal and spatial transformations, real and surreal dimensions, videoclips, image and sound, provide the project-thought a new creative progress that finds its primordial dimension in all those dynamic transpositions of the figuration. It so happens that the representation of architecture is dressed in new components borrowed from cultures very close to it, from the logic and criteria linked to a new and revolutionary horizon of pre-figuration and post-vision. The study of videos (or more generally the moving image), as well as the relative cultural reference, is today one of the roads that can be traveled in the near future, where by expanding the physical space we can also make architecture with videos interacting with the its logical components and seizing - as Julio Cabrera writes about the relationship, not entirely foreign to ours, between philosophy and film - "the idea or concept transmitted by the moving image" (Julio Cabrera, 2000).
2004
Tecnologie per comunicare l'architettura (E-Arcom04)
Nell’epoca in cui la rappresentazione e la comunicazione adottano tecnologie informatiche, è necessario indagare su alcune variabili creative, espressive e comunicative che incidono anche sull’architettura. L’Architetto deve pre-vedere; deve immaginare le scene, le inquadrature, i soggetti, i tempi, i suoni, i rumori, le sensazioni, il giorno e la notte. Al pari di un regista sceglie un sistema di immagini, realistiche, statiche o in movimento. Quel movimento imposto oggi dalla contemporaneità per consumare immagini in continua trasformazione. Nell’universo formale, tecnico e strumentale, dove disegno, grafica, pixel, software e hypergrafihe, comunicazione e video, si sovrappongono e interagiscono tra loro, occorre calibrare e mettere a punto dei meccanismi in grado di porsi come manifestazioni espressive e come impulsi creativi. Il movimento e la cultura massmediologica generano ampie relazioni tra l’architettura e le altre arti, inventano nuovi processi creativi e spazi comunicativi sempre più estesi, avviando l’epoca post-digitale. La rappresentazione in movimento, o rappresentazione dinamica, si pone come nuova dimensione comunicativa contemporanea e soprattutto punto di vitale riferimento espressivo per le nuove generazioni espressive. Multimedialità, interazioni video, trasformazioni temporali e spaziali, dimensioni reali e surreali, videoclip, immagine e sonoro, forniscono al pensiero-progetto un nuovo incedere creativo che trova la sua primordiale dimensione in tutte quelle trasposizioni dinamiche della figurazione. Accade così che la rappresentazione dell’architettura si veste di nuove componenti prese in prestito da culture ad essa molto vicine, da logiche e criteri legati a un nuovo e rivoluzionario orizzonte della pre-figurazione e della post-visione. Lo studio dei video (o più in generale dell’immagine in movimento), nonché il relativo riferimento culturale, costituisce oggi una delle strade percorribili nel prossimo futuro, laddove ampliando l’accezione dello spazio fisico potremo anche fare architettura con i video interagendo con le sue componenti logiche e cogliendo – come scrive Julio Cabrera a proposito del rapporto, non del tutto estraneo al nostro, tra filosofia e film – “l’idea o il concetto trasmesso dall’immagine in movimento” (Julio Cabrera, 2000).
Rappresentazione, Tecnologie Digitali, Rappresentazione in movimento
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La rappresentazione in movimento: prefigurazione e post-visione dello spazio / Marrocco, Rosario. - STAMPA. - 1:(2004), pp. 422-427. (Intervento presentato al convegno Tecnologie per comunicare l'architettura (E-Arcom04) tenutosi a Ancona, Hotel La Fonte, Portonovo nel 20-21-22 maggio 2004).
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