La Memoria Prospettica (PM) è la capacità di ricordare di eseguire un’azione a distanza di tempo, in un preciso momento o all’accadere di uno specifico evento, è dunque una funzione complessa e di fondamentale importanza nell’aging normale e patologico in quanto strettamente legata al mantenimento dell’autonomia e allo svolgimento delle attività di vita quotidiana. Il nostro studio prende in considerazione un campione di 135 pazienti (16 AD, 64 MCI di cui 49 aMCI e 15 naMCI e 55 SCI) e 46 HC ponendosi come obiettivi quelli di: valutare la capacità di un test standardizzato di PM (il MIST) di discriminare tra i diversi livelli di compromissione, di indagare nei singoli gruppi i domini cognitivi sottesi al funzionamento della PM e di valutare il ruolo della PM come marker precoce di declino cognitivo in soggetti SCI. I risultati del nostro studio mostrano come il MIST sia uno strumento efficace nel discriminare i diversi livelli di compromissione, distinguendo tra AD, MCI e HC; sebbene inoltre non siano state riscontrate differenze significative tra HC e SCI è stato possibile osservare performance peggiori dei pazienti con disturbo soggettivo rispetto ai controlli, sia nel punteggio totale al MIST che in tutti punteggi parziali. Inoltre, l’analisi dei domini cognitivi che sottendono al funzionamento della PM nei diversi gruppi mette in luce un dato interessante, mostrando come nei soggetti sani le prove PM siano sottese principalmente dalle componenti mnesiche e dalle funzioni esecutive mentre negli SCI il contributo della memoria scompare e le performance al compito di PM sembrano essere spiegate esclusivamente dai domini esecutivi. Infine, il nostro studio di follow-up a 12 mesi condotto su 11 SCI reclutati tra quelli presenti nello studio principale sebbene non abbia evidenziato differenze significative tra le prove di PM alla baseline e al follow-up, ha fornito interessanti spunti per studi futuri permettendoci di considerare la valutazione della PM un valido strumento per l’identificazione precoce dei deficit cognitivi.

Il ruolo della memoria prospettica nelle fasi pre-cliniche e pre-sintomatiche della malattia di Alzheimer / Fratangeli, Claudia. - (2018 Mar 26).

Il ruolo della memoria prospettica nelle fasi pre-cliniche e pre-sintomatiche della malattia di Alzheimer

FRATANGELI, CLAUDIA
26/03/2018

Abstract

La Memoria Prospettica (PM) è la capacità di ricordare di eseguire un’azione a distanza di tempo, in un preciso momento o all’accadere di uno specifico evento, è dunque una funzione complessa e di fondamentale importanza nell’aging normale e patologico in quanto strettamente legata al mantenimento dell’autonomia e allo svolgimento delle attività di vita quotidiana. Il nostro studio prende in considerazione un campione di 135 pazienti (16 AD, 64 MCI di cui 49 aMCI e 15 naMCI e 55 SCI) e 46 HC ponendosi come obiettivi quelli di: valutare la capacità di un test standardizzato di PM (il MIST) di discriminare tra i diversi livelli di compromissione, di indagare nei singoli gruppi i domini cognitivi sottesi al funzionamento della PM e di valutare il ruolo della PM come marker precoce di declino cognitivo in soggetti SCI. I risultati del nostro studio mostrano come il MIST sia uno strumento efficace nel discriminare i diversi livelli di compromissione, distinguendo tra AD, MCI e HC; sebbene inoltre non siano state riscontrate differenze significative tra HC e SCI è stato possibile osservare performance peggiori dei pazienti con disturbo soggettivo rispetto ai controlli, sia nel punteggio totale al MIST che in tutti punteggi parziali. Inoltre, l’analisi dei domini cognitivi che sottendono al funzionamento della PM nei diversi gruppi mette in luce un dato interessante, mostrando come nei soggetti sani le prove PM siano sottese principalmente dalle componenti mnesiche e dalle funzioni esecutive mentre negli SCI il contributo della memoria scompare e le performance al compito di PM sembrano essere spiegate esclusivamente dai domini esecutivi. Infine, il nostro studio di follow-up a 12 mesi condotto su 11 SCI reclutati tra quelli presenti nello studio principale sebbene non abbia evidenziato differenze significative tra le prove di PM alla baseline e al follow-up, ha fornito interessanti spunti per studi futuri permettendoci di considerare la valutazione della PM un valido strumento per l’identificazione precoce dei deficit cognitivi.
26-mar-2018
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Tesi dottorato Fratangeli

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Creative commons
Dimensione 1.06 MB
Formato Adobe PDF
1.06 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1097098
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact