Lo studio delle attività di tessitura in archeologia si basa sull’analisi di resti di tessuti, fonti iconografiche e manufatti utilizzati durante i processi di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti. Il rinvenimento di oggetti come fuseruole e rocchetti in un contesto archeologico rappresenta una prova indiretta della pratica di attività di filatura e tessitura. Il sempre maggiore utilizzo di questi oggetti nei contesti funerari del I millennio a.C. fa sorgere una serie di interrogativi sul loro significato nella quotidianità; diversi studi a riguardo hanno cercato di chiarire se fossero stati realmente utilizzati dal defunto, dalla sua famiglia o da altri individui che erano in contatto con il defunto stesso quando era ancora in vita, o ancora, in che modo siano stati utilizzati oppure se, al contrario, venivano introdotti nel corredo funerario senza essere mai stati impiegati nelle attività di tessitura (BARTOLONI 1989; 2000; 2002; TOMS 1998, GLEBA 2008). Fuseruole e rocchetti sono oggetti apparentemente semplici che, tuttavia, sono relazionati a gesti molto specifici e altamente vincolati al background culturale di chi li utilizzava. Inoltre, l’esistenza di un’ampia variabilità di tecniche di filatura e tessitura, ben documentate ad oggi in contesti tradizionali, suggerisce come strumenti simili possono essere stati utilizzati in svariati modi (vedi HUDSON 2014). Questo contributo è un primo tentativo di investigare l’uso di strumenti archeologici da un punto di vista sperimentale e traceologico che può aiutare a definire con maggiore precisione le caratteristiche tecnologiche di fuseruole e rocchetti ed identificare le principali modificazioni che le attività di filature e tessitura possono provocare sulle superfici degli strumenti.
Traceological analyses applied to textile implements. An assessment of the method through the case study of the 1st millennium BCE ceramic tools in Central Italy / Forte, V.; Lemorini, C.. - In: ORIGINI. - ISSN 0474-6805. - STAMPA. - 40:(2017), pp. 165-182.
Traceological analyses applied to textile implements. An assessment of the method through the case study of the 1st millennium BCE ceramic tools in Central Italy
V. Forte;C. Lemorini
2017
Abstract
Lo studio delle attività di tessitura in archeologia si basa sull’analisi di resti di tessuti, fonti iconografiche e manufatti utilizzati durante i processi di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti. Il rinvenimento di oggetti come fuseruole e rocchetti in un contesto archeologico rappresenta una prova indiretta della pratica di attività di filatura e tessitura. Il sempre maggiore utilizzo di questi oggetti nei contesti funerari del I millennio a.C. fa sorgere una serie di interrogativi sul loro significato nella quotidianità; diversi studi a riguardo hanno cercato di chiarire se fossero stati realmente utilizzati dal defunto, dalla sua famiglia o da altri individui che erano in contatto con il defunto stesso quando era ancora in vita, o ancora, in che modo siano stati utilizzati oppure se, al contrario, venivano introdotti nel corredo funerario senza essere mai stati impiegati nelle attività di tessitura (BARTOLONI 1989; 2000; 2002; TOMS 1998, GLEBA 2008). Fuseruole e rocchetti sono oggetti apparentemente semplici che, tuttavia, sono relazionati a gesti molto specifici e altamente vincolati al background culturale di chi li utilizzava. Inoltre, l’esistenza di un’ampia variabilità di tecniche di filatura e tessitura, ben documentate ad oggi in contesti tradizionali, suggerisce come strumenti simili possono essere stati utilizzati in svariati modi (vedi HUDSON 2014). Questo contributo è un primo tentativo di investigare l’uso di strumenti archeologici da un punto di vista sperimentale e traceologico che può aiutare a definire con maggiore precisione le caratteristiche tecnologiche di fuseruole e rocchetti ed identificare le principali modificazioni che le attività di filature e tessitura possono provocare sulle superfici degli strumenti.File | Dimensione | Formato | |
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