Il presente progetto di dottorato si è posto l’obiettivo di indagare il benessere dei bambini nati da gestazione per altri in famiglie composte da padri gay. Nello specifico, utilizzando una procedura multi-metodo (questionari standardizzati, interviste semi-strutturate, interazioni di gioco video-registrate) e multi-informante (genitori, bambini, insegnanti, neuropsichiatra infantile, altre figure significative), sono state indagate le quattro seguenti domande di ricerca: 1. I bambini concepiti con gestazione per altri e cresciuti in famiglie con padri gay sono a rischio di sviluppare problemi psicologici data la modalità del loro concepimento e la mancanza di una figura materna? 2. I bambini con padri gay mostrano comportamenti di genere adeguati nonostante la mancanza di una figura femminile in casa? 3. Il concepimento con gestazione per altri e l’orientamento omosessuale dei genitori influenzano la qualità dell’attaccamento dei bambini? 4. Quali sono i vissuti e i pensieri dei bambini nati con gestazione per altri nei confronti della propria gestante e della propria donatrice d’ovulo? Nel primo e nel secondo studio sono state confrontate 40 famiglie di padri gay ricorsi a gestazione per altri con 40 famiglie di madri lesbiche ricorse a donazione di seme, tutte con figli tra i 3 e i 9 anni (età media = 6.1 anni). Le famiglie con madri lesbiche sono state scelte come gruppo di controllo sia alla luce dei risultati di 40 anni di ricerche che hanno dimostrato che i bambini con madri lesbiche non presentano livelli più elevati di problemi psicologici in confronto a bambini con genitori eterosessuali, sia per controllare l’orientamento non eterosessuale dei genitori e la modalità di concepimento con procreazione medicalmente assistita. In merito al primo quesito di ricerca, i padri gay hanno riferito livelli inferiori di problemi internalizzanti dei loro figli rispetto alle madri lesbiche, sebbene in entrambi i gruppi i livelli di problemi internalizzanti fossero ben al di sotto della soglia di significatività clinica. Differenze nei livelli di problemi internalizzanti nelle due tipologie familiari non sono comunque state confermate né dalla valutazione degli insegnanti né da quella del neuropsichiatra infantile. Non sono emerse nemmeno differenze nei livelli di problemi esternalizzanti. Piuttosto, fattori associati a maggiori problemi emotivi sono emersi l’aver subito episodi di stigmatizzazione familiare, il basso reddito familiare e l’appartenere a una famiglia con due madri lesbiche; d’altra parte, il genere maschile del bambino, l’aver subito episodi di stigmatizzazione familiare e una genitorialità caratterizzata da frequente e elevata conflittualità, criticismo nei confronti del bambino e aggressività predicono problemi comportamentali nei bambini. In merito al secondo quesito di ricerca, è emerso che, indipendentemente dal tipo di famiglia, i bambini mostrano preferenze per attività di gioco più mascoline rispetto alle bambine. Inoltre, nelle famiglie di padri gay i bambini e le bambine mostrano comportamenti di gioco maggiormente stereotipati rispetto ai bambini e alle bambine con madri lesbiche. Infine, i bambini con padri gay preferiscono attività di gioco più mascoline rispetto ai bambini con madri lesbiche, mentre le bambine con padri gay preferiscono attività di gioco più femminili rispetto alle bambine con madri lesbiche. Nel terzo studio sono stati confrontati 33 figli di padri gay con 37 figli di madri lesbiche di età tra i 6 e i 12 anni (età media = 8.3 anni) rispetto alla qualità dell’attaccamento e alla modalità con cui utilizzano i propri genitori nei momenti di pericolo o turbamento (rifugio emotivo) e per allontanarsi ed esplorare l’ambiente circostante (base sicura). I risultati non hanno mostrato differenze significative tra i due gruppi rispetto alla qualità dell’attaccamento, con il 45.5% dei figli di padri gay con attaccamento sicuro, il 39.4% con attaccamento insicuro distanziante, il 12.1% con attaccamento insicuro preoccupato e il 3% con attaccamento disorientato-disorganizzato. A prescindere dalla tipologia familiare, elevati livelli di calore e responsività genitoriale, disponibilità a fungere da figura di attaccamento, bassi livelli di rifiuto e controllo genitoriale, e la più giovane età del bambino si associano a più alti livelli di sicurezza dell’attaccamento nel bambino. In entrambe le tipologie familiari il caregiver primario viene più utilizzato come rifugio emotivo, mentre il caregiver secondario viene utilizzato più come base sicura. Nel quarto studio sono stati intervistati 31 bambini di età tra i 6 e 12 anni (età media = 8.3 anni) sulla loro esperienza del concepimento. La maggior parte (n = 17, 54.8%) ha mostrato una chiara comprensione della modalità del proprio concepimento, spiegando i differenti ruoli svolti dalla gestante e dalla donatrice d’ovulo. La maggior parte di loro (n = 19, 61.3%) ha dichiarato un limitato interesse nei confronti del proprio concepimento, 11 (35.5%) hanno espresso sentimenti positivi, mentre 1 (3.2%) non era certo di cosa provasse. I bambini hanno espresso differenti sentimenti nei confronti della gestante e della donatrice: più bambini hanno espresso gratitudine verso la propria gestante, considerandola anche come una “zia”; mentre più bambini si sono dichiarati indifferenti o poco interessati alla propria donatrice, definendola “signora gentile” o semplicemente “donatrice”. Il presente progetto di ricerca è il primo a livello nazionale e uno dei primi a livello internazionale ad aver indagato empiricamente le principali obiezioni rivolte alle famiglie con padri gay che concepiscono con gestazione per altri. I risultati hanno importanti implicazioni per i chi si occupa di politiche sociali, poiché evidenziano che l’orientamento omosessuale dei genitori e il concepimento con gestazione per altri non sono di per sé predittivi di problemi psicologici nei bambini. Da un punto di vista teorico, si allineano alla letteratura sul parenting, mostrando che è la qualità dei processi familiari, e non la struttura familiare, a determinare il benessere psicologico dei bambini.

Surrogacy families headed by gay men: Children’s psychological adjustment, gender-typed play behavior, attachment security, and views on their surrogacy origins / Carone, Nicola. - (2017 Dec 21).

Surrogacy families headed by gay men: Children’s psychological adjustment, gender-typed play behavior, attachment security, and views on their surrogacy origins

CARONE, NICOLA
21/12/2017

Abstract

Il presente progetto di dottorato si è posto l’obiettivo di indagare il benessere dei bambini nati da gestazione per altri in famiglie composte da padri gay. Nello specifico, utilizzando una procedura multi-metodo (questionari standardizzati, interviste semi-strutturate, interazioni di gioco video-registrate) e multi-informante (genitori, bambini, insegnanti, neuropsichiatra infantile, altre figure significative), sono state indagate le quattro seguenti domande di ricerca: 1. I bambini concepiti con gestazione per altri e cresciuti in famiglie con padri gay sono a rischio di sviluppare problemi psicologici data la modalità del loro concepimento e la mancanza di una figura materna? 2. I bambini con padri gay mostrano comportamenti di genere adeguati nonostante la mancanza di una figura femminile in casa? 3. Il concepimento con gestazione per altri e l’orientamento omosessuale dei genitori influenzano la qualità dell’attaccamento dei bambini? 4. Quali sono i vissuti e i pensieri dei bambini nati con gestazione per altri nei confronti della propria gestante e della propria donatrice d’ovulo? Nel primo e nel secondo studio sono state confrontate 40 famiglie di padri gay ricorsi a gestazione per altri con 40 famiglie di madri lesbiche ricorse a donazione di seme, tutte con figli tra i 3 e i 9 anni (età media = 6.1 anni). Le famiglie con madri lesbiche sono state scelte come gruppo di controllo sia alla luce dei risultati di 40 anni di ricerche che hanno dimostrato che i bambini con madri lesbiche non presentano livelli più elevati di problemi psicologici in confronto a bambini con genitori eterosessuali, sia per controllare l’orientamento non eterosessuale dei genitori e la modalità di concepimento con procreazione medicalmente assistita. In merito al primo quesito di ricerca, i padri gay hanno riferito livelli inferiori di problemi internalizzanti dei loro figli rispetto alle madri lesbiche, sebbene in entrambi i gruppi i livelli di problemi internalizzanti fossero ben al di sotto della soglia di significatività clinica. Differenze nei livelli di problemi internalizzanti nelle due tipologie familiari non sono comunque state confermate né dalla valutazione degli insegnanti né da quella del neuropsichiatra infantile. Non sono emerse nemmeno differenze nei livelli di problemi esternalizzanti. Piuttosto, fattori associati a maggiori problemi emotivi sono emersi l’aver subito episodi di stigmatizzazione familiare, il basso reddito familiare e l’appartenere a una famiglia con due madri lesbiche; d’altra parte, il genere maschile del bambino, l’aver subito episodi di stigmatizzazione familiare e una genitorialità caratterizzata da frequente e elevata conflittualità, criticismo nei confronti del bambino e aggressività predicono problemi comportamentali nei bambini. In merito al secondo quesito di ricerca, è emerso che, indipendentemente dal tipo di famiglia, i bambini mostrano preferenze per attività di gioco più mascoline rispetto alle bambine. Inoltre, nelle famiglie di padri gay i bambini e le bambine mostrano comportamenti di gioco maggiormente stereotipati rispetto ai bambini e alle bambine con madri lesbiche. Infine, i bambini con padri gay preferiscono attività di gioco più mascoline rispetto ai bambini con madri lesbiche, mentre le bambine con padri gay preferiscono attività di gioco più femminili rispetto alle bambine con madri lesbiche. Nel terzo studio sono stati confrontati 33 figli di padri gay con 37 figli di madri lesbiche di età tra i 6 e i 12 anni (età media = 8.3 anni) rispetto alla qualità dell’attaccamento e alla modalità con cui utilizzano i propri genitori nei momenti di pericolo o turbamento (rifugio emotivo) e per allontanarsi ed esplorare l’ambiente circostante (base sicura). I risultati non hanno mostrato differenze significative tra i due gruppi rispetto alla qualità dell’attaccamento, con il 45.5% dei figli di padri gay con attaccamento sicuro, il 39.4% con attaccamento insicuro distanziante, il 12.1% con attaccamento insicuro preoccupato e il 3% con attaccamento disorientato-disorganizzato. A prescindere dalla tipologia familiare, elevati livelli di calore e responsività genitoriale, disponibilità a fungere da figura di attaccamento, bassi livelli di rifiuto e controllo genitoriale, e la più giovane età del bambino si associano a più alti livelli di sicurezza dell’attaccamento nel bambino. In entrambe le tipologie familiari il caregiver primario viene più utilizzato come rifugio emotivo, mentre il caregiver secondario viene utilizzato più come base sicura. Nel quarto studio sono stati intervistati 31 bambini di età tra i 6 e 12 anni (età media = 8.3 anni) sulla loro esperienza del concepimento. La maggior parte (n = 17, 54.8%) ha mostrato una chiara comprensione della modalità del proprio concepimento, spiegando i differenti ruoli svolti dalla gestante e dalla donatrice d’ovulo. La maggior parte di loro (n = 19, 61.3%) ha dichiarato un limitato interesse nei confronti del proprio concepimento, 11 (35.5%) hanno espresso sentimenti positivi, mentre 1 (3.2%) non era certo di cosa provasse. I bambini hanno espresso differenti sentimenti nei confronti della gestante e della donatrice: più bambini hanno espresso gratitudine verso la propria gestante, considerandola anche come una “zia”; mentre più bambini si sono dichiarati indifferenti o poco interessati alla propria donatrice, definendola “signora gentile” o semplicemente “donatrice”. Il presente progetto di ricerca è il primo a livello nazionale e uno dei primi a livello internazionale ad aver indagato empiricamente le principali obiezioni rivolte alle famiglie con padri gay che concepiscono con gestazione per altri. I risultati hanno importanti implicazioni per i chi si occupa di politiche sociali, poiché evidenziano che l’orientamento omosessuale dei genitori e il concepimento con gestazione per altri non sono di per sé predittivi di problemi psicologici nei bambini. Da un punto di vista teorico, si allineano alla letteratura sul parenting, mostrando che è la qualità dei processi familiari, e non la struttura familiare, a determinare il benessere psicologico dei bambini.
21-dic-2017
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Tesi dottorato Carone

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Creative commons
Dimensione 1.24 MB
Formato Adobe PDF
1.24 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1077407
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact