Il saggio intende rintracciare alcune emblematiche figure di banditi-briganti operanti in area laziale in età moderna (secoli XVI-XIX), funzionali a delineare le linee evolutive del fenomeno complesso e controverso delle “conventicole armate” nello Stato pontificio di antico regime, data l’ambivalenza e la varietà delle motivazioni di una vita alla macchia – ora reazionarie, ora rivoluzionarie, ora populiste ora patriottiche, ora semplicemente criminali. Da Bartolomeo Vallante alias “Catena”, giustiziato l’11 gennaio 1581 a Ponte, in una piazza gremita di gente accorsa al richiamo della terribile fama di questo inafferrabile capobandito, a Stefano Spadolini, che incarnò la leggenda del brigante benefico, sorta di fuorilegge-giustiziere vinto solo a tradimento, carica di fascino drammatico, contraddittorio e ambivalente. Fu fucilato alla Bocca della Verità il 10 marzo 1812, in un’epoca in cui, con l’occupazione napoleonica, l’insorgenza delle popolazioni rurali contro il nuovo sistema amministrativo più penetrante ed esigente aveva rimpinguato le fila delle bande e trasformato l’antico banditismo in opposizione politica, conservatrice e reazionaria, e la parola “brigante” era entrata per la prima volta nella lingua italiana. Allo stesso modo, sempre attraverso l’analisi della documentazione conservata presso alcuni Istituti archivistici del Lazio, in particolare presso l’Archivio di Stato di Roma, sono state individuate alcune storie di brigantesse attive nei due momenti “caldi” del brigantaggio ottocentesco (gli anni 1800-1825 e il decennio 1860-1870). Vicende esemplificative per evidenziare alcuni mutamenti nei ruoli e nelle funzioni delle donne all’interno delle bande, con riflessi sul “mito” e sull’iconografia dell’universo femminile brigantesco nei periodi presi in esame.

«Di folta selva per le vie coperte»: dai banditi del Cinquecento ai briganti dell’Ottocento / Ceglie, Simonetta. - In: RIVISTA STORICA DEL LAZIO. - ISSN 1123-9239. - STAMPA. - anno IX - quaderno n.4 - 2001(2002), pp. 77-91.

«Di folta selva per le vie coperte»: dai banditi del Cinquecento ai briganti dell’Ottocento

Ceglie Simonetta
2002

Abstract

Il saggio intende rintracciare alcune emblematiche figure di banditi-briganti operanti in area laziale in età moderna (secoli XVI-XIX), funzionali a delineare le linee evolutive del fenomeno complesso e controverso delle “conventicole armate” nello Stato pontificio di antico regime, data l’ambivalenza e la varietà delle motivazioni di una vita alla macchia – ora reazionarie, ora rivoluzionarie, ora populiste ora patriottiche, ora semplicemente criminali. Da Bartolomeo Vallante alias “Catena”, giustiziato l’11 gennaio 1581 a Ponte, in una piazza gremita di gente accorsa al richiamo della terribile fama di questo inafferrabile capobandito, a Stefano Spadolini, che incarnò la leggenda del brigante benefico, sorta di fuorilegge-giustiziere vinto solo a tradimento, carica di fascino drammatico, contraddittorio e ambivalente. Fu fucilato alla Bocca della Verità il 10 marzo 1812, in un’epoca in cui, con l’occupazione napoleonica, l’insorgenza delle popolazioni rurali contro il nuovo sistema amministrativo più penetrante ed esigente aveva rimpinguato le fila delle bande e trasformato l’antico banditismo in opposizione politica, conservatrice e reazionaria, e la parola “brigante” era entrata per la prima volta nella lingua italiana. Allo stesso modo, sempre attraverso l’analisi della documentazione conservata presso alcuni Istituti archivistici del Lazio, in particolare presso l’Archivio di Stato di Roma, sono state individuate alcune storie di brigantesse attive nei due momenti “caldi” del brigantaggio ottocentesco (gli anni 1800-1825 e il decennio 1860-1870). Vicende esemplificative per evidenziare alcuni mutamenti nei ruoli e nelle funzioni delle donne all’interno delle bande, con riflessi sul “mito” e sull’iconografia dell’universo femminile brigantesco nei periodi presi in esame.
2002
Stato pontificio; banditismo; brigantaggio; antico regime
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
«Di folta selva per le vie coperte»: dai banditi del Cinquecento ai briganti dell’Ottocento / Ceglie, Simonetta. - In: RIVISTA STORICA DEL LAZIO. - ISSN 1123-9239. - STAMPA. - anno IX - quaderno n.4 - 2001(2002), pp. 77-91.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1072831
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact