La ricerca si interessa di uno degli interventi meno noti di Onorio Longhi: la sistemazione dell’Altare maggiore e del coro addossati all’abside della basilica ostiense, realizzata sotto il pontificato di Clemente VIII, in occasione del Giubileo del 1600 e distrutta in seguito all’incendio del 1823. L’articolo, in particolare, riferisce delle prime indagini condotte per restituire graficamente l’altare, integrando i dati storici e, soprattutto, grafici, con l’analisi ed il rilievo, diretto e strumentale, tramite laser scanner, dei frammenti scultorei sopravvissuti all’incendio e dispersi in vari luoghi del complesso monumentale. La finalità è anche quella di ricostruire, più in generale, l’intero assetto della zona absidale prima e dopo l’intervento longhiano. Fino ad oggi, infatti, la critica ha sempre attribuito al Longhi la sola costruzione dell’altare ed al più la decorazione delle pareti inferiori della calotta absidale, mentre un’analisi ravvicinata delle tracce murarie ancora oggi visibili, integrata con le notizie fornite dalle fonti (grafiche, storiche ed archivistiche), mette in evidenza come l’intervento sia strettamente legato con la coeva trasformazione dell’ambiente retrostante l’abside stessa.
L'altare di Onorio Longhi: prime indagini su un'architettura perduta / Docci, Marina. - In: BOLLETTINO-MONUMENTI, MUSEI E GALLERIE PONTIFICIE. - ISSN 1018-4317. - STAMPA. - XXV:(2006), pp. 159-162.
L'altare di Onorio Longhi: prime indagini su un'architettura perduta
DOCCI, Marina
2006
Abstract
La ricerca si interessa di uno degli interventi meno noti di Onorio Longhi: la sistemazione dell’Altare maggiore e del coro addossati all’abside della basilica ostiense, realizzata sotto il pontificato di Clemente VIII, in occasione del Giubileo del 1600 e distrutta in seguito all’incendio del 1823. L’articolo, in particolare, riferisce delle prime indagini condotte per restituire graficamente l’altare, integrando i dati storici e, soprattutto, grafici, con l’analisi ed il rilievo, diretto e strumentale, tramite laser scanner, dei frammenti scultorei sopravvissuti all’incendio e dispersi in vari luoghi del complesso monumentale. La finalità è anche quella di ricostruire, più in generale, l’intero assetto della zona absidale prima e dopo l’intervento longhiano. Fino ad oggi, infatti, la critica ha sempre attribuito al Longhi la sola costruzione dell’altare ed al più la decorazione delle pareti inferiori della calotta absidale, mentre un’analisi ravvicinata delle tracce murarie ancora oggi visibili, integrata con le notizie fornite dalle fonti (grafiche, storiche ed archivistiche), mette in evidenza come l’intervento sia strettamente legato con la coeva trasformazione dell’ambiente retrostante l’abside stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.