Introduzione Studi precedenti hanno evidenziato che, nell’artroprotesi di ginocchio, utilizzando con il navigatore più assi di allineamento rotazionale contemporaneamente, il rischio di un erroneo posizionamento rotazionale della componente femorale e di dover eseguire un release laterale al termine dell’intervento sono significativamente ridotti rispetto ad una tecnica standard in un cui l’asse condilare posteriore è preso come unico riferimento. In questo studio è stato valutato se utilizzando una tecnica chirurgica standard, ma con strumentario adeguato ad utilizzare più assi di riferimento rotazionale contemporaneamente, si ottengono gli stessi benefici evidenziati con l’uso del navigatore. Materiali e metodi Sono stati inclusi 55 pazienti sottoposti ad intervento di artroprotesi di ginocchio nei quali la rotazione femorale è stata determinata sulla base dell’asse condilare posteriore (gruppo A) e 55 pazienti operati sempre con tecnica standard ma utilizzando una mascherina per il taglio in flessione che consentiva di valutare contestualmente la linea di Whiteside, l’asse condilare posteriore e l’asse epicondilare (gruppo B). Con quest’ultima tecnica il grado di rotazione della componente femorale è stato determinato effettuando una media tra i 3 assi di allineamento rotazionale. L’età media dei pazienti era di 73 anni per il gruppo A e di 74 anni per il gruppo B. A fine intervento è stata rimossa la fascia ischemica e valutato il tracking rotuleo. In caso di tilt rotuleo o di sublussazione laterale è stato eseguito un release laterale più o meno esteso. I pazienti sono stati valutati per patellar tilt e Lonner patellar score, clinicamente (VAS e KSS) e radiologicamente. Risultati Il release del retinacolo laterale è stato eseguito in 18 casi (33%) nel gruppo A ed in 5 casi (9%) nel gruppo B (p= 0.04). I risultati ottenuti tramite KSS e VAS hanno mostrato un netto miglioramento nella valutazione postoperatoria rispetto a quella preoperatoria ma senza differenze significative tra i due gruppi. Un miglioramento più consistente rispetto al risultato preoperatorio si è osservato nel patellar score del gruppo B rispetto a quello del gruppo A. Un miglioramento significativo del patellar tilt è stato osservato in entrambi i gruppi di pazienti. L’incidenza di complicanze postoperatorie è stata simile tra i 2 gruppi. Discussione Una rotazione non appropriata della componente femorale nell’artroprotesi di ginocchio può essere responsabile di un inadeguato bilanciamento del ginocchio in flessione, di una ridotta articolarità, di maltracking rotuleo e di dolore anteriore di ginocchio. Diverse tecniche chirurgiche sono comunemente utilizzate per determinare l’allineamento rotazionale della componente femorale. Tuttavia, studi in vitro hanno evidenziato che ciascuna di esse presenta di per se dei limiti ed una scarsa riproducibilità, soprattutto in caso di gonartrosi severa. I risultati di questo studio confermano che, come già riscontrato utilizzando il navigatore, posizionando la componente femorale avendo come riferimento rotazionale più assi anatomici contemporaneamente e facendo una media tra essi, il rischio di un erroneo posizionamento della componente, e di dover ricorrere ad un release rotuleo laterale a fine intervento, sono significativamente ridotti rispetto ad una tecnica che preveda l’utilizzo di un singolo asse di allineamento rotazionale. Conclusioni Anche con la tecnica standard, l’utilizzo di più assi anatomici contemporaneamente, per determinare la rotazione della componente femorale, riduce i rischi di un’errata rotazione dell’impianto rispetto a quando si utilizza un solo asse anatomico di riferimento. Conclusioni Utilizzare la combinazione di differenti assi di rotazione nell’artroprotesi di ginocchio navigata per decidere l’allineamento dell’impianto femorale riduce significativamente il maltracking rotuleo e la necessità di un successivo release del retinacolo laterale rispetto a quanto avviene utilizzando la tecnica chirurgica standard nella quale l’unico asse di riferimento anatomico utilizzato è quello condilare posteriore.

ORIENTAMENTO ASSIALE DELLA COMPONENTE FEMORALE E RELEASE ROTULEO LATERALE UTILIZZANDO PIÙ ASSI DI ALLINEAMENTO ROTAZIONALE / Sessa, Pasquale; Florio, Pino; Tundo, Federico; Biancucci, Giulia; Ripani, FRANCESCA ROMANA; Cinotti, Gianluca. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 131-131. (Intervento presentato al convegno CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA' ITALIANA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA tenutosi a ROMA nel 7-10 NOVEMBRE).

ORIENTAMENTO ASSIALE DELLA COMPONENTE FEMORALE E RELEASE ROTULEO LATERALE UTILIZZANDO PIÙ ASSI DI ALLINEAMENTO ROTAZIONALE

SESSA PASQUALE;FLORIO, PINO;TUNDO FEDERICO;BIANCUCCI, GIULIA;RIPANI FRANCESCA ROMANA;CINOTTI GIANLUCA
2015

Abstract

Introduzione Studi precedenti hanno evidenziato che, nell’artroprotesi di ginocchio, utilizzando con il navigatore più assi di allineamento rotazionale contemporaneamente, il rischio di un erroneo posizionamento rotazionale della componente femorale e di dover eseguire un release laterale al termine dell’intervento sono significativamente ridotti rispetto ad una tecnica standard in un cui l’asse condilare posteriore è preso come unico riferimento. In questo studio è stato valutato se utilizzando una tecnica chirurgica standard, ma con strumentario adeguato ad utilizzare più assi di riferimento rotazionale contemporaneamente, si ottengono gli stessi benefici evidenziati con l’uso del navigatore. Materiali e metodi Sono stati inclusi 55 pazienti sottoposti ad intervento di artroprotesi di ginocchio nei quali la rotazione femorale è stata determinata sulla base dell’asse condilare posteriore (gruppo A) e 55 pazienti operati sempre con tecnica standard ma utilizzando una mascherina per il taglio in flessione che consentiva di valutare contestualmente la linea di Whiteside, l’asse condilare posteriore e l’asse epicondilare (gruppo B). Con quest’ultima tecnica il grado di rotazione della componente femorale è stato determinato effettuando una media tra i 3 assi di allineamento rotazionale. L’età media dei pazienti era di 73 anni per il gruppo A e di 74 anni per il gruppo B. A fine intervento è stata rimossa la fascia ischemica e valutato il tracking rotuleo. In caso di tilt rotuleo o di sublussazione laterale è stato eseguito un release laterale più o meno esteso. I pazienti sono stati valutati per patellar tilt e Lonner patellar score, clinicamente (VAS e KSS) e radiologicamente. Risultati Il release del retinacolo laterale è stato eseguito in 18 casi (33%) nel gruppo A ed in 5 casi (9%) nel gruppo B (p= 0.04). I risultati ottenuti tramite KSS e VAS hanno mostrato un netto miglioramento nella valutazione postoperatoria rispetto a quella preoperatoria ma senza differenze significative tra i due gruppi. Un miglioramento più consistente rispetto al risultato preoperatorio si è osservato nel patellar score del gruppo B rispetto a quello del gruppo A. Un miglioramento significativo del patellar tilt è stato osservato in entrambi i gruppi di pazienti. L’incidenza di complicanze postoperatorie è stata simile tra i 2 gruppi. Discussione Una rotazione non appropriata della componente femorale nell’artroprotesi di ginocchio può essere responsabile di un inadeguato bilanciamento del ginocchio in flessione, di una ridotta articolarità, di maltracking rotuleo e di dolore anteriore di ginocchio. Diverse tecniche chirurgiche sono comunemente utilizzate per determinare l’allineamento rotazionale della componente femorale. Tuttavia, studi in vitro hanno evidenziato che ciascuna di esse presenta di per se dei limiti ed una scarsa riproducibilità, soprattutto in caso di gonartrosi severa. I risultati di questo studio confermano che, come già riscontrato utilizzando il navigatore, posizionando la componente femorale avendo come riferimento rotazionale più assi anatomici contemporaneamente e facendo una media tra essi, il rischio di un erroneo posizionamento della componente, e di dover ricorrere ad un release rotuleo laterale a fine intervento, sono significativamente ridotti rispetto ad una tecnica che preveda l’utilizzo di un singolo asse di allineamento rotazionale. Conclusioni Anche con la tecnica standard, l’utilizzo di più assi anatomici contemporaneamente, per determinare la rotazione della componente femorale, riduce i rischi di un’errata rotazione dell’impianto rispetto a quando si utilizza un solo asse anatomico di riferimento. Conclusioni Utilizzare la combinazione di differenti assi di rotazione nell’artroprotesi di ginocchio navigata per decidere l’allineamento dell’impianto femorale riduce significativamente il maltracking rotuleo e la necessità di un successivo release del retinacolo laterale rispetto a quanto avviene utilizzando la tecnica chirurgica standard nella quale l’unico asse di riferimento anatomico utilizzato è quello condilare posteriore.
2015
CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA' ITALIANA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
ORIENTAMENTO ASSIALE DELLA COMPONENTE FEMORALE E RELEASE ROTULEO LATERALE UTILIZZANDO PIÙ ASSI DI ALLINEAMENTO ROTAZIONALE / Sessa, Pasquale; Florio, Pino; Tundo, Federico; Biancucci, Giulia; Ripani, FRANCESCA ROMANA; Cinotti, Gianluca. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 131-131. (Intervento presentato al convegno CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA' ITALIANA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA tenutosi a ROMA nel 7-10 NOVEMBRE).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1058465
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact