Studi recenti hanno evidenziato che nell’impianto di un’artroprotesi di ginocchio a conservazione del LCP, vi sono rischi elevati che durante il taglio tibiale venga sezionata con la lama della sega una buona parte delle fibre del inserzionali del LCP. Per ovviare a tale problematica alcuni autori suggeriscono di preservare un’isola di osso subcondrale appena anteriormente all’inserzione del LCP. In questo studio è stata analizzata la possibilità di effettuare una tecnica alternativa, consistente nell’effettuazione di un doppio taglio tibiale di cui il primo con uno spessore massimo tale da raggiungere la corticale posteriore senza intaccare l’inserzione del LCP ed il secondo tale da raggiungere lo spessore necessario per la componente tibiale da impiantare. Poiché nessuno studio finora ha valutato quale sia lo spessore massimo di un taglio tibiale che con certezza possa preservare l’intera inserzione del LCP, scopo di questo studio è stato di simulare su scansioni RM, un’osteotomia tibiale per impianto di una protesi di ginocchio e valutare lo spessore massimo di un taglio tibiale, effettuato con diverso grado di slope posteriore, che preservi il LCP. MATERIALI E METODI Sono state analizzate 83 RM di ginocchia di soggetti con gonalgia di recente insorgenza che non presentavano lesioni articolari di tipo traumatico o degenerativo ed avevano un’anamnesi negativa per pregressi traumi ed interventi al ginocchio. In ciascun esame RM è stato calcolato l’asse meccanico tibiale e lo slope sagittale dei piatti tibiali. E’ stata indentificata la scansione sagittale mediana che meglio evidenziava l’inserzione del LCP e su questa è stata riportata una linea con un’inclinazione, rispetto all’asse meccanico, di 0, 3°,5° e parallela ai piatti tibiale, ossia una linea che simulava i 4 tipi di slope posteriore usualmente utilizzati nell’artroprotesi di ginocchio. La retta osteotomica è stata quindi posizionata in modo da simulare un’ostetomia subito craniale all’inserzione tibiale del LCP. E’ stata quindi traslata tale retta in una scansione passante per il centro del piatto tibiale esterno e misurato lo spessore dalla superficie articolare. Tale spessore rappresentava quindi la profondità massima di un taglio tibiale atto a preservare l’integrità del LCP con i diversi gradi di slope posteriore. RISULTATI I risultati dello studio hanno evidenziato che il massimo spessore di un taglio tibiale atto a preservare il LCP è di 6,2 mm con uno slope a 0 gradi, 4,6 mm e 4,1 quando uno slope posteriore con 3° e 5°, rispettivamente, vengono utlizzati. Un taglio tibiale ancora più conservativo (3 mm) dovrebbe essere utilizzato quando si esegue un taglio tibiale parallelo allo slope dei piatti tibiali. Lo slope sagittale dei piatti tibiali dei soggetti analizzati non è risultato influenzare, in modo statisticamente significativo, lo spessore massimo del taglio tibiale atto a preservare il LCP. DISCUSSIONE La tecnica chirurgica più valida al fine di preservare il LCP durante il taglio tibiale nell’artroprotesi di ginocchio non è nota. Questo studio ha evidenziato che lo spessore di un taglio tibiale che preservi con certezza l’inserzione del LCP varia da 6 a 4 mm a seconda del grado di slope posteriore con cui è stato effettutato. L’esecuzione di una tale un’osteotomia a tutto spessore fino alla corticale posteriore, seguita da un secondo taglio atto a raggiungere lo spessore della protesi da impiantare, può essere una valida tecnica chirurgica per preservare il LCP nell’artroprotesi di ginocchio. CONCLUSIONE Nell’impianto di un’artroprotesi di ginocchio, l’effettuazione di un primo taglio tibiale con spessore ridotto rispetto alla norma, seguito da un secondo taglio che raggiunga i 9-10 mm della protesi da impiantare, dovrebbe garantire la preservazione dell’intera inserzione tibiale del LCP.
VALUTAZIONE SU RM DI UN TAGLIO TIBIALE CHE PRESERVI IL LEGAMENTO CROCIATO POSTERIORE NELL’ARTROPROTESI DI GINOCCHIO / Sessa, Pasquale; Amato, Massimiliano; Segatori, Lucia; Ripani, FRANCESCA ROMANA; Cinotti, Gianluca. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 86-86. (Intervento presentato al convegno CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA' ITALIANA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA tenutosi a ROMA nel 7-10 NOVEMBRE).
VALUTAZIONE SU RM DI UN TAGLIO TIBIALE CHE PRESERVI IL LEGAMENTO CROCIATO POSTERIORE NELL’ARTROPROTESI DI GINOCCHIO
SESSA PASQUALE;SEGATORI, LUCIA;RIPANI FRANCESCA ROMANA;CINOTTI GIANLUCA
2015
Abstract
Studi recenti hanno evidenziato che nell’impianto di un’artroprotesi di ginocchio a conservazione del LCP, vi sono rischi elevati che durante il taglio tibiale venga sezionata con la lama della sega una buona parte delle fibre del inserzionali del LCP. Per ovviare a tale problematica alcuni autori suggeriscono di preservare un’isola di osso subcondrale appena anteriormente all’inserzione del LCP. In questo studio è stata analizzata la possibilità di effettuare una tecnica alternativa, consistente nell’effettuazione di un doppio taglio tibiale di cui il primo con uno spessore massimo tale da raggiungere la corticale posteriore senza intaccare l’inserzione del LCP ed il secondo tale da raggiungere lo spessore necessario per la componente tibiale da impiantare. Poiché nessuno studio finora ha valutato quale sia lo spessore massimo di un taglio tibiale che con certezza possa preservare l’intera inserzione del LCP, scopo di questo studio è stato di simulare su scansioni RM, un’osteotomia tibiale per impianto di una protesi di ginocchio e valutare lo spessore massimo di un taglio tibiale, effettuato con diverso grado di slope posteriore, che preservi il LCP. MATERIALI E METODI Sono state analizzate 83 RM di ginocchia di soggetti con gonalgia di recente insorgenza che non presentavano lesioni articolari di tipo traumatico o degenerativo ed avevano un’anamnesi negativa per pregressi traumi ed interventi al ginocchio. In ciascun esame RM è stato calcolato l’asse meccanico tibiale e lo slope sagittale dei piatti tibiali. E’ stata indentificata la scansione sagittale mediana che meglio evidenziava l’inserzione del LCP e su questa è stata riportata una linea con un’inclinazione, rispetto all’asse meccanico, di 0, 3°,5° e parallela ai piatti tibiale, ossia una linea che simulava i 4 tipi di slope posteriore usualmente utilizzati nell’artroprotesi di ginocchio. La retta osteotomica è stata quindi posizionata in modo da simulare un’ostetomia subito craniale all’inserzione tibiale del LCP. E’ stata quindi traslata tale retta in una scansione passante per il centro del piatto tibiale esterno e misurato lo spessore dalla superficie articolare. Tale spessore rappresentava quindi la profondità massima di un taglio tibiale atto a preservare l’integrità del LCP con i diversi gradi di slope posteriore. RISULTATI I risultati dello studio hanno evidenziato che il massimo spessore di un taglio tibiale atto a preservare il LCP è di 6,2 mm con uno slope a 0 gradi, 4,6 mm e 4,1 quando uno slope posteriore con 3° e 5°, rispettivamente, vengono utlizzati. Un taglio tibiale ancora più conservativo (3 mm) dovrebbe essere utilizzato quando si esegue un taglio tibiale parallelo allo slope dei piatti tibiali. Lo slope sagittale dei piatti tibiali dei soggetti analizzati non è risultato influenzare, in modo statisticamente significativo, lo spessore massimo del taglio tibiale atto a preservare il LCP. DISCUSSIONE La tecnica chirurgica più valida al fine di preservare il LCP durante il taglio tibiale nell’artroprotesi di ginocchio non è nota. Questo studio ha evidenziato che lo spessore di un taglio tibiale che preservi con certezza l’inserzione del LCP varia da 6 a 4 mm a seconda del grado di slope posteriore con cui è stato effettutato. L’esecuzione di una tale un’osteotomia a tutto spessore fino alla corticale posteriore, seguita da un secondo taglio atto a raggiungere lo spessore della protesi da impiantare, può essere una valida tecnica chirurgica per preservare il LCP nell’artroprotesi di ginocchio. CONCLUSIONE Nell’impianto di un’artroprotesi di ginocchio, l’effettuazione di un primo taglio tibiale con spessore ridotto rispetto alla norma, seguito da un secondo taglio che raggiunga i 9-10 mm della protesi da impiantare, dovrebbe garantire la preservazione dell’intera inserzione tibiale del LCP.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.