La crioconservazione del seme in giovane età può essere una soluzione per evitare l'impatto negativo dell'invecchiamento sugli spermatozoi? La maggior parte degli studi considera l'età materna come un fattore di rischio per l'aborto spontaneo, infertilità e defetti genetici nella prole. Solo in questi ultimi anni si è focalizzata l’attenzione anche sull’uomo, valutando gli effetti sulla progenie concepita in età avanzata. Parecchi studi suggeriscono l’associazione tra età maschile e declino dei parametri seminali. Alcune evidenze mostrano anche una compromissione dell’aspetto cromatinico, con un aumento della frammentazione del DNA nemaspermico, alterata compattazione cromatinica e deficit protaminico. Inoltre alcuni lavori si sono concentrati sullo studio del profilo di espressione di alcuni miRNAs coinvolti nel processo di aging che mostrano delle caratteristiche tessuto-specifiche. Per capire meglio l’effetto dell’aging sulla fertilità maschile ho condotto uno studio citologico e molecolare del gamete maschile in età avanzata. Lo studio citologico consiste nell’analisi dei parametri seminali secondo gli standard WHO (2010) di 1416 soggetti anziani (40-80 anni) e di 1597 controlli giovani (20-30 anni) ed ha mostrato un declino significativo correlato all’età di alcuni parametri seminali come: il volume seminale, il numero totale di spermatozoi per eiaculato, la motilità progressiva e la morfologia. Lo studio molecolare invece ha evidenziato diversi difetti nel gamete maschile di 40 uomini anziani (50-80 anni) rispetto a 40 uomini giovani (20-40 anni): 1) Aumento del danno al DNA nemaspermico (TUNEL assay), 2) diminuzione dei livelli di espressione genica della PRM1 e PRM2 (qRT-PCR), 3) Alterazione del profilo di espressione di microRNAs nel plasma seminale (qRT-PCR). In conclusione, seppur gli individui anziani non mostrino una spermatogenesi fortemente alterata, l’analisi molecolare rivela difetti a vari livelli che possono inficiare sull’outcome riproduttivo.

Aging: aspetti citologici e molecolari del gamete maschile / Pecora, Giulia. - (2017 Dec 04).

Aging: aspetti citologici e molecolari del gamete maschile

PECORA, GIULIA
04/12/2017

Abstract

La crioconservazione del seme in giovane età può essere una soluzione per evitare l'impatto negativo dell'invecchiamento sugli spermatozoi? La maggior parte degli studi considera l'età materna come un fattore di rischio per l'aborto spontaneo, infertilità e defetti genetici nella prole. Solo in questi ultimi anni si è focalizzata l’attenzione anche sull’uomo, valutando gli effetti sulla progenie concepita in età avanzata. Parecchi studi suggeriscono l’associazione tra età maschile e declino dei parametri seminali. Alcune evidenze mostrano anche una compromissione dell’aspetto cromatinico, con un aumento della frammentazione del DNA nemaspermico, alterata compattazione cromatinica e deficit protaminico. Inoltre alcuni lavori si sono concentrati sullo studio del profilo di espressione di alcuni miRNAs coinvolti nel processo di aging che mostrano delle caratteristiche tessuto-specifiche. Per capire meglio l’effetto dell’aging sulla fertilità maschile ho condotto uno studio citologico e molecolare del gamete maschile in età avanzata. Lo studio citologico consiste nell’analisi dei parametri seminali secondo gli standard WHO (2010) di 1416 soggetti anziani (40-80 anni) e di 1597 controlli giovani (20-30 anni) ed ha mostrato un declino significativo correlato all’età di alcuni parametri seminali come: il volume seminale, il numero totale di spermatozoi per eiaculato, la motilità progressiva e la morfologia. Lo studio molecolare invece ha evidenziato diversi difetti nel gamete maschile di 40 uomini anziani (50-80 anni) rispetto a 40 uomini giovani (20-40 anni): 1) Aumento del danno al DNA nemaspermico (TUNEL assay), 2) diminuzione dei livelli di espressione genica della PRM1 e PRM2 (qRT-PCR), 3) Alterazione del profilo di espressione di microRNAs nel plasma seminale (qRT-PCR). In conclusione, seppur gli individui anziani non mostrino una spermatogenesi fortemente alterata, l’analisi molecolare rivela difetti a vari livelli che possono inficiare sull’outcome riproduttivo.
4-dic-2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1053510
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