Negli ultimi 10-15 anni, la disponibilità di apparecchiature dedicate alle CRRT ha facilitato la diffusione di queste metodiche nelle UTI. Allo stato attuale, non esiste una chiara evidenza su quale debba essere la terapia sostitutiva ottimale nel paziente critico con IRA e la scelta della metodica non può derivare da ipotetici vantaggi in termini di “outcomes” ma deve basarsi su criteri prevalentemente clinici. Nel paziente ipercatabolico, le CRRT e le SLED consentono di ottenere un controllo metabolico paragonabile ma alcuni studi non controllati hanno suggerito una migliore stabilità emodinamica in corso di CRRT, intesa come ridotta necessità di incrementare il dosaggio di inotropi e valori più elevati di pressione arteriosa media. Il rischio di complicanze emorragiche è tendenzialmente maggiore con le CRRT ma in particolari situazioni cliniche, caratterizzate da rischio emorragico elevato, il trattamento può essere eseguito senza anticoagulanti o utilizzando protocolli alternativi. Tra le diverse opzioni, l’anticoagulazione regionale con citrato sembra essere la più promettente e l’introduzione di protocolli semplificati potrebbe portare alla sua definitiva affermazione come metodica di scelta nel paziente ad alto rischio emorragico. La presenza di una discrepanza tra dose dialitica prescritta e dose somministrata è spesso riportata come svantaggio delle CRRT. A dimostrazione che questa caratteristica non è peculiare delle CRRT, in un recente studio, finalizzato alla valutazione dell’impatto prognostico della dose dialitica, il Kt/V desiderato è stato ottenuto solo nel 67-69% dei trattamenti IHD. Numerosi studi hanno messo a confronto i costi delle diverse terapie sostitutive. Dall’analisi dei dati emerge che le CRRT hanno costi più elevati delle IHD e delle SLED. Tuttavia, l’entità della spesa relativa alle SLED potrebbe variare considerevolmente in relazione al modello organizzativo della struttura ospedaliera ed alla necessità di dedicare a queste terapie personale infermieristico specializzato. Inoltre, i costi delle CRRT potrebbero essere almeno in parte giustificati da vantaggi logistici e organizzativi. Il conseguimento di ulteriori sviluppi nelle caratteristiche dei monitors per CRRT, nell’ottimizzazione dei protocolli di anticoagulazione e nelle possibilità di “personalizzazione” delle soluzioni di dialisi/reinfusione potrà contribuire a mantenere, anche nei prossimi anni, il ruolo prevalente di queste metodiche nel trattamento del paziente critico con IRA, soprattutto nelle fasi di maggiore instabilità emodinamica.

Continuous renal replacement therapies (CRRT) will remain the most widely adopted dialysis modality in the critically ill / Morabito, S; Pistolesi, V; Cibelli, L; Pierucci, Alessandro. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 0393-5590. - 26(1):(2009), pp. 13-21.

Continuous renal replacement therapies (CRRT) will remain the most widely adopted dialysis modality in the critically ill.

PIERUCCI, Alessandro
2009

Abstract

Negli ultimi 10-15 anni, la disponibilità di apparecchiature dedicate alle CRRT ha facilitato la diffusione di queste metodiche nelle UTI. Allo stato attuale, non esiste una chiara evidenza su quale debba essere la terapia sostitutiva ottimale nel paziente critico con IRA e la scelta della metodica non può derivare da ipotetici vantaggi in termini di “outcomes” ma deve basarsi su criteri prevalentemente clinici. Nel paziente ipercatabolico, le CRRT e le SLED consentono di ottenere un controllo metabolico paragonabile ma alcuni studi non controllati hanno suggerito una migliore stabilità emodinamica in corso di CRRT, intesa come ridotta necessità di incrementare il dosaggio di inotropi e valori più elevati di pressione arteriosa media. Il rischio di complicanze emorragiche è tendenzialmente maggiore con le CRRT ma in particolari situazioni cliniche, caratterizzate da rischio emorragico elevato, il trattamento può essere eseguito senza anticoagulanti o utilizzando protocolli alternativi. Tra le diverse opzioni, l’anticoagulazione regionale con citrato sembra essere la più promettente e l’introduzione di protocolli semplificati potrebbe portare alla sua definitiva affermazione come metodica di scelta nel paziente ad alto rischio emorragico. La presenza di una discrepanza tra dose dialitica prescritta e dose somministrata è spesso riportata come svantaggio delle CRRT. A dimostrazione che questa caratteristica non è peculiare delle CRRT, in un recente studio, finalizzato alla valutazione dell’impatto prognostico della dose dialitica, il Kt/V desiderato è stato ottenuto solo nel 67-69% dei trattamenti IHD. Numerosi studi hanno messo a confronto i costi delle diverse terapie sostitutive. Dall’analisi dei dati emerge che le CRRT hanno costi più elevati delle IHD e delle SLED. Tuttavia, l’entità della spesa relativa alle SLED potrebbe variare considerevolmente in relazione al modello organizzativo della struttura ospedaliera ed alla necessità di dedicare a queste terapie personale infermieristico specializzato. Inoltre, i costi delle CRRT potrebbero essere almeno in parte giustificati da vantaggi logistici e organizzativi. Il conseguimento di ulteriori sviluppi nelle caratteristiche dei monitors per CRRT, nell’ottimizzazione dei protocolli di anticoagulazione e nelle possibilità di “personalizzazione” delle soluzioni di dialisi/reinfusione potrà contribuire a mantenere, anche nei prossimi anni, il ruolo prevalente di queste metodiche nel trattamento del paziente critico con IRA, soprattutto nelle fasi di maggiore instabilità emodinamica.
2009
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Continuous renal replacement therapies (CRRT) will remain the most widely adopted dialysis modality in the critically ill / Morabito, S; Pistolesi, V; Cibelli, L; Pierucci, Alessandro. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 0393-5590. - 26(1):(2009), pp. 13-21.
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