Attraverso il caso di Lucrezia Barberini d’Este (1632-1699), l’articolo indaga il tema della malinconia in età barocca, un’epoca in cui questo tipo di affezione non solo è oggetto di numerosi trattati, ma viene anche indicata come malattia nazionale di molti paesi europei. Contrariamente allo stereotipo delle donne costrette ad abbracciare lo stato monastico, questa aristocratica, figlia di Taddeo Barberini e di Anna Colonna, fu costretta in nome della “ragion di famiglia” a sposare il duca di Modena Francesco I d’Este malgrado il suo ardente desiderio di prendere il velo. Lo studio della sua malinconia contribuisce a fare luce sulle contraddizioni tra aspirazioni individuali e obblighi di status nella società aristocratica del Seicento. Una società in cui l’esigenza di una conformità condivisa era forte e la pedagogia del comportamento fondamentale. Rispetto a un mondo conformista e disciplinato, costituito da individui che accettano di corrispondere ai fini proposti da chi detiene ed esercita l’azione del comando, la malinconia tradisce l’indisciplina di persone impossibilitate per motivi soggettivi e/o oggettivi all’aperta ribellione. Il caso analizzato contribuisce a illustrare la complessità dei percorsi attraverso cui l’identità femminile poteva prendere forma nei ristretti confini dei modelli proposti e imposti dalla società del tempo, mostrando come i prezzi fisici e psichici potessero essere alti tanto dentro quanto fuori delle mura conventuali, vista la continua tensione tra esigenze della famiglia e aspirazioni individuali.

La sindrome malinconica di Lucrezia Barberini d'Este / Groppi, Angela. - In: QUADERNI STORICI. - ISSN 0301-6307. - STAMPA. - 129:(2008), pp. 725-749.

La sindrome malinconica di Lucrezia Barberini d'Este

GROPPI, Angela
2008

Abstract

Attraverso il caso di Lucrezia Barberini d’Este (1632-1699), l’articolo indaga il tema della malinconia in età barocca, un’epoca in cui questo tipo di affezione non solo è oggetto di numerosi trattati, ma viene anche indicata come malattia nazionale di molti paesi europei. Contrariamente allo stereotipo delle donne costrette ad abbracciare lo stato monastico, questa aristocratica, figlia di Taddeo Barberini e di Anna Colonna, fu costretta in nome della “ragion di famiglia” a sposare il duca di Modena Francesco I d’Este malgrado il suo ardente desiderio di prendere il velo. Lo studio della sua malinconia contribuisce a fare luce sulle contraddizioni tra aspirazioni individuali e obblighi di status nella società aristocratica del Seicento. Una società in cui l’esigenza di una conformità condivisa era forte e la pedagogia del comportamento fondamentale. Rispetto a un mondo conformista e disciplinato, costituito da individui che accettano di corrispondere ai fini proposti da chi detiene ed esercita l’azione del comando, la malinconia tradisce l’indisciplina di persone impossibilitate per motivi soggettivi e/o oggettivi all’aperta ribellione. Il caso analizzato contribuisce a illustrare la complessità dei percorsi attraverso cui l’identità femminile poteva prendere forma nei ristretti confini dei modelli proposti e imposti dalla società del tempo, mostrando come i prezzi fisici e psichici potessero essere alti tanto dentro quanto fuori delle mura conventuali, vista la continua tensione tra esigenze della famiglia e aspirazioni individuali.
2008
Barberini; Storia della malinconia; Storia di genere
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La sindrome malinconica di Lucrezia Barberini d'Este / Groppi, Angela. - In: QUADERNI STORICI. - ISSN 0301-6307. - STAMPA. - 129:(2008), pp. 725-749.
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