Dall’errore all’errare: una soluzione estetica.

Dalla letteratura alla filosofia, dall'arte alla progettazione, molti hanno fatto del concetto d’imperfezione e casualità parte della propria riflessione. Tra i più contemporanei Gaetano Pesce, Marteen Bass, Alberto Burri, per arrivare poi alle riflessioni di Kant, Ernst Gombrich, Piranesi, Ruskin, Bonnefoy e ai giapponesi con il Wabi Sabi e il Kintsugi, risulta evidente la ricerca di una connotazione poetica nelle manifestazioni di imperfezione, casualità e caos. L'indagine storica, tecnologica e semiotica convivono nell’analisi di quell'approccio progettuale che ammette l'errore e ne fa una scelta poetica consapevole e carica di significati, e rendono necessario fornire una precisa chiave di lettura del contesto attuale, che vede contrapposte due tendenze: artigianalità, unicità, imprevedibilità della forma finale, da una parte; assuefazione alla standardizzazione, all'omologazione e ricerca di perfezione intesa come simmetria e adesione tra progetto e esito finale, dall’altra.