In the second half of the nineteenth century the ceramic production of Caltagirone renewed its characters and a unique artistic production was born thanks to the intense activity of the figurine workshops of Giacomo Bongiovanni, his nephew Giuseppe Bongiovanni Vaccaro and the son of Giuseppe, Giacomo Vaccaro. This essay presents some unpublished terracotta groups and proposes new attributions of these figures, kept in private collections or in the Regional Ceramic Museum of Caltagirone. It also presents some unpublished maiolica vessels made by Gesualdo Di Bartolo.

Al decadere delle fabbriche maiolicare siciliane, Caltagirone, uno dei centri ceramici più antichi e attivi della Sicilia, nell’Ottocento ha saputo fronteggiare la crisi del mercato dell’arte pavimentale, a causa dell’importazione sempre più intensa delle riggiole napoletane e vietresi, con un forte rinnovamento dell’arte figulina producendo opere nuove e originali. L’intervento intende ripercorrere le tappe della stagione maiolicara caltagironese dell’Ottocento attraverso l’unica bottega che si è distinta in questo periodo di ‘decadenza’, quella della famiglia Di Bartolo, a partire da Giuseppe e dal fratello Celestino per concludersi con Gesualdo, presentando di quest’ultimo degli esemplari maiolicati inediti. Un rinnovamento artistico che non si è limitato al campo delle stoviglie da parte dei ‘cannatari’, ma ha visto la nascita di una nuova forma d’arte, quella dei ‘figurinai’ della famiglia Bongiovanni Vaccaro, di cui si presentano degli inediti restituendo le opportune autografie; queste sono figure plasmate in terracotta di forte impatto visivo nell’acuta ricerca di realismo e nella varietà dei temi trattati di tradizione popolaresca. Un materiale, questo della terracotta, che ha visto lavorare sia gli abili ‘figurinai’ nella realizzazione di mirabili sculture, molto ricercate nel mercato già all’epoca, sia i ‘cannatari’, specializzati nella creazione di tegole e stoviglie comuni. Proprio quest’ultimi, quali i Di Bartolo, Vella e Alì, si sono specializzati come plasticatori in terracotta grazie al fervente rinnovamento architettonico della città che li ha visti impegnati sotto l’architetto Giambattista Nicastro nell’importante realizzazione del neogotico Cimitero Monumentale di Caltagirone.

L’arte figulina di Caltagirone : il caso dei "figurinai" Bongiovanni-Vaccaro e la bottega Di Bartolo / Mansueto, Luca. - In: FAENZA. - ISSN 0014-679X. - STAMPA. - 1:CIII(2017), pp. 69-86.

L’arte figulina di Caltagirone : il caso dei "figurinai" Bongiovanni-Vaccaro e la bottega Di Bartolo

luca mansueto
2017

Abstract

In the second half of the nineteenth century the ceramic production of Caltagirone renewed its characters and a unique artistic production was born thanks to the intense activity of the figurine workshops of Giacomo Bongiovanni, his nephew Giuseppe Bongiovanni Vaccaro and the son of Giuseppe, Giacomo Vaccaro. This essay presents some unpublished terracotta groups and proposes new attributions of these figures, kept in private collections or in the Regional Ceramic Museum of Caltagirone. It also presents some unpublished maiolica vessels made by Gesualdo Di Bartolo.
2017
Al decadere delle fabbriche maiolicare siciliane, Caltagirone, uno dei centri ceramici più antichi e attivi della Sicilia, nell’Ottocento ha saputo fronteggiare la crisi del mercato dell’arte pavimentale, a causa dell’importazione sempre più intensa delle riggiole napoletane e vietresi, con un forte rinnovamento dell’arte figulina producendo opere nuove e originali. L’intervento intende ripercorrere le tappe della stagione maiolicara caltagironese dell’Ottocento attraverso l’unica bottega che si è distinta in questo periodo di ‘decadenza’, quella della famiglia Di Bartolo, a partire da Giuseppe e dal fratello Celestino per concludersi con Gesualdo, presentando di quest’ultimo degli esemplari maiolicati inediti. Un rinnovamento artistico che non si è limitato al campo delle stoviglie da parte dei ‘cannatari’, ma ha visto la nascita di una nuova forma d’arte, quella dei ‘figurinai’ della famiglia Bongiovanni Vaccaro, di cui si presentano degli inediti restituendo le opportune autografie; queste sono figure plasmate in terracotta di forte impatto visivo nell’acuta ricerca di realismo e nella varietà dei temi trattati di tradizione popolaresca. Un materiale, questo della terracotta, che ha visto lavorare sia gli abili ‘figurinai’ nella realizzazione di mirabili sculture, molto ricercate nel mercato già all’epoca, sia i ‘cannatari’, specializzati nella creazione di tegole e stoviglie comuni. Proprio quest’ultimi, quali i Di Bartolo, Vella e Alì, si sono specializzati come plasticatori in terracotta grazie al fervente rinnovamento architettonico della città che li ha visti impegnati sotto l’architetto Giambattista Nicastro nell’importante realizzazione del neogotico Cimitero Monumentale di Caltagirone.
ceramica; Caltagirone; figurinai; Bongiovanni; Vaccaro; Di Bartolo; scultura; terracotta
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
L’arte figulina di Caltagirone : il caso dei "figurinai" Bongiovanni-Vaccaro e la bottega Di Bartolo / Mansueto, Luca. - In: FAENZA. - ISSN 0014-679X. - STAMPA. - 1:CIII(2017), pp. 69-86.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1026418
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