The essay aims to analyze the rapport between archaeological heritage preservation and public space design in the contemporary architecture. The practice of architecture has always followed the same protection, decoding and evaluation strategies when working with ruins. Often these practices are associated to the restoration of the archaeologies on site but the fence surrounding the ruins ends up condemning the vestige to solitude ignoring the environmental context in which it was set. Public space design, consents the relationship between the remains and the context in which they are found to be re-established, to overcome prejudice of contemporary architecture, in its forms and functions, which is opposed to the idea of heritage preservation. The article selects some projects in urban historical contexts mainly regarding archaeological escaves that don’t favour the historical periods in which they were built but each one is evaluated in its context as in Niederbonn les Bains, Valencia, Sevillia, Aachen and Beijing where contemporary architecture interacts with history, geography and landscape complexity.

L’intervento mira a indagare il rapporto tra conservazione del patrimonio archeologico-monumentale e progetto di architettura inteso come spazio pubblico. La pratica architettonica ha sempre perseguito le stesse finalità in ogni sua azione sull’antico, riassumibili nelle tre categorie di protezione, comprensione e valorizzazione. Si è soliti associare alla valorizzazione dell’antico la musealizzazione del resto in situ ma il recinto archeologico, finisce per condannare il rudere alla solitudine che deriva dalla sua negazione territoriale e dunque lo rende marginale. La progettazione dello spazio pubblico, riallacciando le relazioni tra emergenza e contesto, consente il superamento della aporia che il contemporaneo, inteso come forme e funzioni, sia in opposizione con la conservazione del patrimonio archeologico. Nell’intervento vengono selezionati progetti realizzati in contesti urbani consolidati, che riguardano prevalentemente pratiche di archeologia nelle quali non si privilegia un periodo storico o un singolo monumento come si verifica a Niederbonn les Bains, Valencia, Siviglia, Aachen e Pechino. Gli strumenti che l’architettura mette in campo sono quelli del progetto urbano, considerato come processo attraverso il quale si lavora sulla storia, la geografia e sulla complessità del territorio

Spazio pubblico vs archeologia. Autoctonia e identità. Public space vs archaeology. Authochtony and identity / Morgia, Federica. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - STAMPA. - 151:gennaio-aprile 2017(2017), pp. 103-111.

Spazio pubblico vs archeologia. Autoctonia e identità. Public space vs archaeology. Authochtony and identity

Federica Morgia
2017

Abstract

The essay aims to analyze the rapport between archaeological heritage preservation and public space design in the contemporary architecture. The practice of architecture has always followed the same protection, decoding and evaluation strategies when working with ruins. Often these practices are associated to the restoration of the archaeologies on site but the fence surrounding the ruins ends up condemning the vestige to solitude ignoring the environmental context in which it was set. Public space design, consents the relationship between the remains and the context in which they are found to be re-established, to overcome prejudice of contemporary architecture, in its forms and functions, which is opposed to the idea of heritage preservation. The article selects some projects in urban historical contexts mainly regarding archaeological escaves that don’t favour the historical periods in which they were built but each one is evaluated in its context as in Niederbonn les Bains, Valencia, Sevillia, Aachen and Beijing where contemporary architecture interacts with history, geography and landscape complexity.
2017
L’intervento mira a indagare il rapporto tra conservazione del patrimonio archeologico-monumentale e progetto di architettura inteso come spazio pubblico. La pratica architettonica ha sempre perseguito le stesse finalità in ogni sua azione sull’antico, riassumibili nelle tre categorie di protezione, comprensione e valorizzazione. Si è soliti associare alla valorizzazione dell’antico la musealizzazione del resto in situ ma il recinto archeologico, finisce per condannare il rudere alla solitudine che deriva dalla sua negazione territoriale e dunque lo rende marginale. La progettazione dello spazio pubblico, riallacciando le relazioni tra emergenza e contesto, consente il superamento della aporia che il contemporaneo, inteso come forme e funzioni, sia in opposizione con la conservazione del patrimonio archeologico. Nell’intervento vengono selezionati progetti realizzati in contesti urbani consolidati, che riguardano prevalentemente pratiche di archeologia nelle quali non si privilegia un periodo storico o un singolo monumento come si verifica a Niederbonn les Bains, Valencia, Siviglia, Aachen e Pechino. Gli strumenti che l’architettura mette in campo sono quelli del progetto urbano, considerato come processo attraverso il quale si lavora sulla storia, la geografia e sulla complessità del territorio
archeologia; architettura; natura
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Spazio pubblico vs archeologia. Autoctonia e identità. Public space vs archaeology. Authochtony and identity / Morgia, Federica. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - STAMPA. - 151:gennaio-aprile 2017(2017), pp. 103-111.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1020835
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