La Strategia Nazionale per le Aree Interne, seppure attraverso un’ottica prettamente efficientista, ha riportato l’attenzione sulle zone montane e collinari dell’arco alpino e della catena appenninica che hanno subito nel corso dei decenni un forte spopolamento interrompendo i rapporti, instauratesi nel corso dei secoli, tra gli abitanti e il territorio e gli abitanti stessi. Tuttavia nuove relazioni possono essere riscoperte attraverso una nuova concezione dell’accessibilità, delineando un nuovo ruolo per i corridoi infrastrutturali, i quali inseriti all’interno di una visione bioregionalista del territorio, possono portare all’applicazione di reti di trasporto intermodali a carattere misto pubblico-privato. In particolare descrivendo un caso di studio riguardante le aree collinari e montane dei Monti Lepini, verrà indicata una possibile soluzione per aumentare l’accessibilità dei piccoli comuni attraverso l’integrazione delle reti su ferro, servite da mezzi di tipo tram-treno, con i servizi di tipo car sharing e car pooling permessi grazie alla diffusione delle nuove tecnologie. L’integrazione, oltre ad affrontare i problemi della mobilità, ha come scopo quello di ricostruire forme di coesione sociale e di fiducia tra le persone, che sono state distrutte dal mondo dell’auto privata, e può sicuramente incrementare forme di autogoverno e di autosostenibilità delle comunità locali.
Una nuova mobilità per i piccoli comuni delle aree interne: il ruolo dei corridoi infrastrutturali territoriali / Mazzeschi, Valerio. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 227-232. (Intervento presentato al convegno Dai territori della resistenza alle comunità di patrimonio. Percorsi di autorganizzazione e autogoverno per le aree fragili tenutosi a Matelica (Macerata); Italia nel 12-14 Ottobre 2017).
Una nuova mobilità per i piccoli comuni delle aree interne: il ruolo dei corridoi infrastrutturali territoriali
Valerio Mazzeschi
2019
Abstract
La Strategia Nazionale per le Aree Interne, seppure attraverso un’ottica prettamente efficientista, ha riportato l’attenzione sulle zone montane e collinari dell’arco alpino e della catena appenninica che hanno subito nel corso dei decenni un forte spopolamento interrompendo i rapporti, instauratesi nel corso dei secoli, tra gli abitanti e il territorio e gli abitanti stessi. Tuttavia nuove relazioni possono essere riscoperte attraverso una nuova concezione dell’accessibilità, delineando un nuovo ruolo per i corridoi infrastrutturali, i quali inseriti all’interno di una visione bioregionalista del territorio, possono portare all’applicazione di reti di trasporto intermodali a carattere misto pubblico-privato. In particolare descrivendo un caso di studio riguardante le aree collinari e montane dei Monti Lepini, verrà indicata una possibile soluzione per aumentare l’accessibilità dei piccoli comuni attraverso l’integrazione delle reti su ferro, servite da mezzi di tipo tram-treno, con i servizi di tipo car sharing e car pooling permessi grazie alla diffusione delle nuove tecnologie. L’integrazione, oltre ad affrontare i problemi della mobilità, ha come scopo quello di ricostruire forme di coesione sociale e di fiducia tra le persone, che sono state distrutte dal mondo dell’auto privata, e può sicuramente incrementare forme di autogoverno e di autosostenibilità delle comunità locali.File | Dimensione | Formato | |
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