Pasolini è fermamente convinto dell'indispensabilità dell'analisi semiotica; condicio sine qua non della teorizzazione di un “linguaggio del cinema” o per improntare qualsivoglia discorso che abbia il suo focus nel cinema quale lingua espressiva perché: […] a differenza della letteratura che fonda ogni sua invenzione poetica sulla “base istituzionale” di lingua strumentale appannaggio di qualsivoglia individuo parlante o uditore semplice di una parola che il suo orecchio è in grado di sciogliere dall'enigma semantico, i linguaggi del cinema sembrano non fondarsi su nulla ossia sono privi di una lingua comunicativa che indossi le vesti del sostrato “reale” su cui essi fondano. In fede al preambolo del cineasta dovremmo, dunque, considerare la comunicazione cinematografica arbitraria e aberrante in assenza di precedenti strumentali effettivi che siano assimilati in una dimensione di “normalità” e, azzardiamo, anche mera quotidianità da tutti. Tuttavia proprio perché il cinema comunica, la sua forma di comunicazione non può basarsi su immagini in sequenza casuale scevre di un possibile sviluppo di senso. Ciò implica che anche la settima arte, decodificando il primo asserto, deve fondare la sua essenza deontologica e artistica su un comune patrimonio di segni. Poiché il cinema non è solo un'esperienza linguistica ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è un'esperienza filosofica.
Pasolini e la lingua del cinema: breve analisi di alcuni passi raccolti in Empirismo Eretico / Bruni, Giorgia. - In: DIARI DI CINECLUB. - ISSN 2421-6739. - ELETTRONICO. - (2017).
Pasolini e la lingua del cinema: breve analisi di alcuni passi raccolti in Empirismo Eretico
Giorgia Bruni
2017
Abstract
Pasolini è fermamente convinto dell'indispensabilità dell'analisi semiotica; condicio sine qua non della teorizzazione di un “linguaggio del cinema” o per improntare qualsivoglia discorso che abbia il suo focus nel cinema quale lingua espressiva perché: […] a differenza della letteratura che fonda ogni sua invenzione poetica sulla “base istituzionale” di lingua strumentale appannaggio di qualsivoglia individuo parlante o uditore semplice di una parola che il suo orecchio è in grado di sciogliere dall'enigma semantico, i linguaggi del cinema sembrano non fondarsi su nulla ossia sono privi di una lingua comunicativa che indossi le vesti del sostrato “reale” su cui essi fondano. In fede al preambolo del cineasta dovremmo, dunque, considerare la comunicazione cinematografica arbitraria e aberrante in assenza di precedenti strumentali effettivi che siano assimilati in una dimensione di “normalità” e, azzardiamo, anche mera quotidianità da tutti. Tuttavia proprio perché il cinema comunica, la sua forma di comunicazione non può basarsi su immagini in sequenza casuale scevre di un possibile sviluppo di senso. Ciò implica che anche la settima arte, decodificando il primo asserto, deve fondare la sua essenza deontologica e artistica su un comune patrimonio di segni. Poiché il cinema non è solo un'esperienza linguistica ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è un'esperienza filosofica.File | Dimensione | Formato | |
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