Le considerazioni contenute in questo articolo traggono spunto da una due giorni che ha avuto luogo il 3 e il 4 settembre scorso a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, presso il Centro socio-culturale ‘Nuvola Rossa’, dedicata ai temi della salute mentale [1]. “La ragione degli altri. Salute mentale, alterità, potere”: questa la denominazione dell’evento, bipartito tra una sessione alla quale hanno partecipato Laura Faranda, antropologa, Piero Coppo, etnopsichiatra e Lelia Pisani, etnopsicologa, dal titolo “Declinare la follia. Migranti, dominio e cultura”, e un’altra dedicata alle pratiche e alle testimonianze di realtà e soggetti impegnati in pratiche antipsichiatriche in diversi ambiti territoriali: Giuseppe Bucalo, in rappresentanza del progetto “Soccorso Viola – Taormina” e Diego Baldini e Martina Consoloni per il collettivo “Antonin Artaud” di Pisa. Si è trattato di una iniziativa animata dall’impegno scientifico e dalla passione militante di studiosi, operatori nel campo socio-sanitario e attivisti politici che da anni si interrogano su quale statuto epistemologico attribuire alla psiche, nonché sulla legittimità dei dispositivi di presa in carico della sofferenza mentale. Ma soprattutto è stata un’occasione per riflettere sulla molteplicità delle letture entro cui inquadrare le forme della ragione e del suo contrario, la follia.
Complessità culturale e salute mentale: percorsi tra subalternità e alterità / Cordova, GIOVANNI AMEDEO. - In: DIALOGHI MEDITERRANEI. - ISSN 2384-9010. - ELETTRONICO. - (2016).
Complessità culturale e salute mentale: percorsi tra subalternità e alterità
Giovanni Cordova
2016
Abstract
Le considerazioni contenute in questo articolo traggono spunto da una due giorni che ha avuto luogo il 3 e il 4 settembre scorso a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, presso il Centro socio-culturale ‘Nuvola Rossa’, dedicata ai temi della salute mentale [1]. “La ragione degli altri. Salute mentale, alterità, potere”: questa la denominazione dell’evento, bipartito tra una sessione alla quale hanno partecipato Laura Faranda, antropologa, Piero Coppo, etnopsichiatra e Lelia Pisani, etnopsicologa, dal titolo “Declinare la follia. Migranti, dominio e cultura”, e un’altra dedicata alle pratiche e alle testimonianze di realtà e soggetti impegnati in pratiche antipsichiatriche in diversi ambiti territoriali: Giuseppe Bucalo, in rappresentanza del progetto “Soccorso Viola – Taormina” e Diego Baldini e Martina Consoloni per il collettivo “Antonin Artaud” di Pisa. Si è trattato di una iniziativa animata dall’impegno scientifico e dalla passione militante di studiosi, operatori nel campo socio-sanitario e attivisti politici che da anni si interrogano su quale statuto epistemologico attribuire alla psiche, nonché sulla legittimità dei dispositivi di presa in carico della sofferenza mentale. Ma soprattutto è stata un’occasione per riflettere sulla molteplicità delle letture entro cui inquadrare le forme della ragione e del suo contrario, la follia.File | Dimensione | Formato | |
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