L'articolo esamina la descrizione in volgare tramandata nel codice Riccardiano (fine secolo XIV) che può risultare interessante in quanto documento della rilevante opera di volgarizzamento e quindi di diffusione della guida di Roma nota col titolo di Mirabilia urbis Romae. Rispetto all’originario testo in latino ed anche al più noto volgarizzamento delle Miracole de Roma, questa descrizione presenta numerose divergenze a partire dalla disposizione degli argomenti all’inserimento di passi tratti dai Cataloghi regionari. Un confronto di alcuni passi con i rispettivi presenti nei Mirabilia e nelle Miracole mette in luce il carattere di questo testo che, analogamente alla tradizione di molti volgarizzamenti del tempo, presenta aggiunte, talvolta omissioni, frasi scorrette nella sintassi, incomprensioni di nomi propri e di alcune espressioni in latino. Nell’insieme si rivela come una trascrizione trascurata, condotta frettolosamente per la quale, sulla base di alcune lezioni, dobbiamo pensare che il traduttore dovesse avere presente un esemplare della redazione dei Mirabilia trasmessa dalla Graphia urbis Romae (posteriore al 1154).
Delle Miracholi di Roma prima della Meta e dello Chastello (Firenze, Biblioteca Riccardiana 1925 - N I 15 -) / Accame, Maria. - STAMPA. - 26:(2017), pp. 85-106. (Intervento presentato al convegno Volgrizzare e tradurre 2. Dal Medioevo all'Età contemporanea tenutosi a Roma).
Delle Miracholi di Roma prima della Meta e dello Chastello (Firenze, Biblioteca Riccardiana 1925 - N I 15 -)
Maria Accame
2017
Abstract
L'articolo esamina la descrizione in volgare tramandata nel codice Riccardiano (fine secolo XIV) che può risultare interessante in quanto documento della rilevante opera di volgarizzamento e quindi di diffusione della guida di Roma nota col titolo di Mirabilia urbis Romae. Rispetto all’originario testo in latino ed anche al più noto volgarizzamento delle Miracole de Roma, questa descrizione presenta numerose divergenze a partire dalla disposizione degli argomenti all’inserimento di passi tratti dai Cataloghi regionari. Un confronto di alcuni passi con i rispettivi presenti nei Mirabilia e nelle Miracole mette in luce il carattere di questo testo che, analogamente alla tradizione di molti volgarizzamenti del tempo, presenta aggiunte, talvolta omissioni, frasi scorrette nella sintassi, incomprensioni di nomi propri e di alcune espressioni in latino. Nell’insieme si rivela come una trascrizione trascurata, condotta frettolosamente per la quale, sulla base di alcune lezioni, dobbiamo pensare che il traduttore dovesse avere presente un esemplare della redazione dei Mirabilia trasmessa dalla Graphia urbis Romae (posteriore al 1154).File | Dimensione | Formato | |
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