Muoversi in un ambiente rappresenta una delle più complesse abilità cognitive e implica l’apporto di diverse funzioni tra cui la memoria, l’attenzione, la percezione e la capacità decisionale (Thorndyke, Hayes-Roth, 1982). Ordinariamente queste sono a carico delle persone impegnate a ricercare una determinata meta all’interno di un edificio e per questo mettono in atto attività come “cercare”, “decidere” e quindi “muoversi”, in una dinamica finalizzata a creare mappe cognitive dell’ambiente ed elaborare informazioni per decodificarlo, definire le azioni da compiere sul piano decisionale e metterle in atto. Ma se in situazioni ordinarie queste modalità sostanzialmente non creano problemi, così certo non è quando lo sviluppo di un’emergenza impone una pressione fisica ed emotiva sulle persone che si evolve rapidamente, mettendo in discussione la loro capacità di allontanarsi e raggiungere un luogo sicuro. Su questi aspetti interviene attentamente il D.M. 3/8/2015, che dedica uno specifico punto al tema del wayfinding nel contesto del sistema d’esodo con l’obiettivo di attivare un percorso di cambiamento innovativo capace di migliorare l’orientamento in emergenza a partire da una scelta consapevole della segnaletica d’esodo, fino alla progettazione di spazi ed altri elementi ambientali che favoriscano tale funzione. Su questi aspetti viene richiesto a progettisti e gestori delle attività un contributo innovativo nella definizione di caratteristiche ambientali che, in continua interazione con le persone, possano garantire un’efficace prestazione dell’esodo in sicurezza.
Il Codice e l'evacuazione in caso di incendio: agevolare l'esodo in emergenza / Stefano, Zanut; Villani, Teresa; Ivan, Montanari. - In: ANTINCENDIO. - ISSN 0393-7089. - STAMPA. - 11 - 2017:(2017), pp. 74-89.
Il Codice e l'evacuazione in caso di incendio: agevolare l'esodo in emergenza
Villani Teresa;
2017
Abstract
Muoversi in un ambiente rappresenta una delle più complesse abilità cognitive e implica l’apporto di diverse funzioni tra cui la memoria, l’attenzione, la percezione e la capacità decisionale (Thorndyke, Hayes-Roth, 1982). Ordinariamente queste sono a carico delle persone impegnate a ricercare una determinata meta all’interno di un edificio e per questo mettono in atto attività come “cercare”, “decidere” e quindi “muoversi”, in una dinamica finalizzata a creare mappe cognitive dell’ambiente ed elaborare informazioni per decodificarlo, definire le azioni da compiere sul piano decisionale e metterle in atto. Ma se in situazioni ordinarie queste modalità sostanzialmente non creano problemi, così certo non è quando lo sviluppo di un’emergenza impone una pressione fisica ed emotiva sulle persone che si evolve rapidamente, mettendo in discussione la loro capacità di allontanarsi e raggiungere un luogo sicuro. Su questi aspetti interviene attentamente il D.M. 3/8/2015, che dedica uno specifico punto al tema del wayfinding nel contesto del sistema d’esodo con l’obiettivo di attivare un percorso di cambiamento innovativo capace di migliorare l’orientamento in emergenza a partire da una scelta consapevole della segnaletica d’esodo, fino alla progettazione di spazi ed altri elementi ambientali che favoriscano tale funzione. Su questi aspetti viene richiesto a progettisti e gestori delle attività un contributo innovativo nella definizione di caratteristiche ambientali che, in continua interazione con le persone, possano garantire un’efficace prestazione dell’esodo in sicurezza.| File | Dimensione | Formato | |
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