L’uso politico dello sport in Italia nel secondo dopoguerra: 1945 – 1960 Abstract Lo sport è divenuto un argomento di interesse storico, sociologico e scientifico in Italia, solo a partire dalla seconda metà degli anni Settanta. Gli studi compiuti in ambito nazionale sull’argomento hanno, però, spesso tralasciato il rapporto tra lo sport e i partiti politici, con l’unica eccezione del periodo fascista. La tesi si pone l’obiettivo di dimostrare come alcune funzioni dello sport siano perdurate nel corso della storia e siano giunte anche nell’Italia del secondo dopoguerra: la cura e l’educazione dei giovani; la propaganda di idee politiche e la nazionalizzazione delle masse; il proselitismo tra i giovani per avvicinarli alle proprie idee politiche. L’analisi verte su due aspetti fondamentali. In primo luogo l’uso politico dello sport nelle istituzioni. In secondo luogo l’uso politico dello sport dei due principali partiti politici italiani del dopoguerra, la Democrazia cristiana e il Partito comunista italiano. Sul primo punto l’analisi inizia dal 1943 e dall’evoluzione politico-storica del Comitato Olimpico Nazione Italia (Coni) con l’obiettivo di comprendere se ci sia stata continuità tra fascismo e post-fascismo non solo in termini di uomini ma anche di visione dello sport. Sono altrettanto importanti anche i rapporti che si creano nel corso del quinquennio 1943-1948 tra le istituzioni politiche e quelle sportive, soprattutto tra il Governo e il Coni. Sul secondo punto, l’analisi parte dalla concezione dello sport per il Partito Comunista italiano e per la Democrazia cristiana e il mondo cattolico. L’impostazione sportiva del Pci voleva ricalcare quella dei Paesi a socialismo reale in cui lo sport era considerato un valido strumento per la costruzione dell’uomo nuovo. Inoltre, in continuità con la linea politica della via italiana al socialismo togliattiana, la politica del Pci si incentrò sulla democratizzazione del Coni e l’acquisizione di ruoli chiavi in seno alle Federazioni sportive e al Coni stesso. Per propagandare la propria idea di sport il Pci fece uso di un’organizzazione collaterale, l’Unione Italiana Sport Popolare (UISP) che doveva diffondere il nuovo ideale di sport ed essere un’interlocutrice privilegiata con il Coni. La Democrazia cristiana, forte di una tradizione storica che si rifaceva alle idee di padre Semeria e di Luigi Gedda oltre che della nuova dottrina sociale nata con la Rerum novarum, si dotò anch’essa di una propria propaggine sportiva, il Centro nazionale sportivo Libertas che risultò utilissimo tanto nell’opera di proselitismo dei giovani nelle città più piccole, quanto come strumento di propaganda elettorale durante le elezioni locali e nazionali. Obiettivo della tesi è, dunque, inserire la politica dei due principali partiti italiani del secondo dopoguerra all’interno della più complessa politica sportiva istituzionale e indagare come la Democrazia cristiana e il Partito comunista italiano abbiano usato lo sport per avvicinarsi alle masse, per propagandare la propria idea di sport e non solo, per educare i giovani e per creare consenso. Il presente lavoro si avvale della documentazione conservata presso l’Archivio centrale di Stato, l’Archivio del Comitato olimpico nazionale, l’Archivio del Partito comunista italiano, l’Archivio dell’Unione italiana sport popolare, l’Archivio della Democrazia cristiana, l’Archivio di Giulio Andreotti, l’Archivio della Presidenza del consiglio dei ministri e l’Archivio della Cgil. Inoltre sono stati fondamentali i lavori fatti in emeroteca consultando soprattutto i giornali di partito del Pci e della Dc, L’Unità e i Il Popolo, Il Corriere della sera, La Stampa e alcune riviste come Il Discobolo, Vie Nuove e Nuovi Argomenti. La tesi apporta un contributo originale al dibattito scientifico interno alla storia sociale del secondo dopoguerra e alla storia dello sport. Per la prima volta vengono analizzati gli archivi centrali dei partiti comunista e democristiano per studiarne il rapporto con il mondo sportivo, inserito nel più ampio mondo del tempo libero.
L'uso Politico dello Sport in Italia nel Secondo Dopoguerra (1945-1960) / Monaco, Matteo. - (2017 Feb 27).
L'uso Politico dello Sport in Italia nel Secondo Dopoguerra (1945-1960)
MONACO, MATTEO
27/02/2017
Abstract
L’uso politico dello sport in Italia nel secondo dopoguerra: 1945 – 1960 Abstract Lo sport è divenuto un argomento di interesse storico, sociologico e scientifico in Italia, solo a partire dalla seconda metà degli anni Settanta. Gli studi compiuti in ambito nazionale sull’argomento hanno, però, spesso tralasciato il rapporto tra lo sport e i partiti politici, con l’unica eccezione del periodo fascista. La tesi si pone l’obiettivo di dimostrare come alcune funzioni dello sport siano perdurate nel corso della storia e siano giunte anche nell’Italia del secondo dopoguerra: la cura e l’educazione dei giovani; la propaganda di idee politiche e la nazionalizzazione delle masse; il proselitismo tra i giovani per avvicinarli alle proprie idee politiche. L’analisi verte su due aspetti fondamentali. In primo luogo l’uso politico dello sport nelle istituzioni. In secondo luogo l’uso politico dello sport dei due principali partiti politici italiani del dopoguerra, la Democrazia cristiana e il Partito comunista italiano. Sul primo punto l’analisi inizia dal 1943 e dall’evoluzione politico-storica del Comitato Olimpico Nazione Italia (Coni) con l’obiettivo di comprendere se ci sia stata continuità tra fascismo e post-fascismo non solo in termini di uomini ma anche di visione dello sport. Sono altrettanto importanti anche i rapporti che si creano nel corso del quinquennio 1943-1948 tra le istituzioni politiche e quelle sportive, soprattutto tra il Governo e il Coni. Sul secondo punto, l’analisi parte dalla concezione dello sport per il Partito Comunista italiano e per la Democrazia cristiana e il mondo cattolico. L’impostazione sportiva del Pci voleva ricalcare quella dei Paesi a socialismo reale in cui lo sport era considerato un valido strumento per la costruzione dell’uomo nuovo. Inoltre, in continuità con la linea politica della via italiana al socialismo togliattiana, la politica del Pci si incentrò sulla democratizzazione del Coni e l’acquisizione di ruoli chiavi in seno alle Federazioni sportive e al Coni stesso. Per propagandare la propria idea di sport il Pci fece uso di un’organizzazione collaterale, l’Unione Italiana Sport Popolare (UISP) che doveva diffondere il nuovo ideale di sport ed essere un’interlocutrice privilegiata con il Coni. La Democrazia cristiana, forte di una tradizione storica che si rifaceva alle idee di padre Semeria e di Luigi Gedda oltre che della nuova dottrina sociale nata con la Rerum novarum, si dotò anch’essa di una propria propaggine sportiva, il Centro nazionale sportivo Libertas che risultò utilissimo tanto nell’opera di proselitismo dei giovani nelle città più piccole, quanto come strumento di propaganda elettorale durante le elezioni locali e nazionali. Obiettivo della tesi è, dunque, inserire la politica dei due principali partiti italiani del secondo dopoguerra all’interno della più complessa politica sportiva istituzionale e indagare come la Democrazia cristiana e il Partito comunista italiano abbiano usato lo sport per avvicinarsi alle masse, per propagandare la propria idea di sport e non solo, per educare i giovani e per creare consenso. Il presente lavoro si avvale della documentazione conservata presso l’Archivio centrale di Stato, l’Archivio del Comitato olimpico nazionale, l’Archivio del Partito comunista italiano, l’Archivio dell’Unione italiana sport popolare, l’Archivio della Democrazia cristiana, l’Archivio di Giulio Andreotti, l’Archivio della Presidenza del consiglio dei ministri e l’Archivio della Cgil. Inoltre sono stati fondamentali i lavori fatti in emeroteca consultando soprattutto i giornali di partito del Pci e della Dc, L’Unità e i Il Popolo, Il Corriere della sera, La Stampa e alcune riviste come Il Discobolo, Vie Nuove e Nuovi Argomenti. La tesi apporta un contributo originale al dibattito scientifico interno alla storia sociale del secondo dopoguerra e alla storia dello sport. Per la prima volta vengono analizzati gli archivi centrali dei partiti comunista e democristiano per studiarne il rapporto con il mondo sportivo, inserito nel più ampio mondo del tempo libero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.