Con la sentenza n. 102/2016, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili tre questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte di cassazione con riferimento alla compatibilità della disciplina italiana sugli abusi di mercato, che prevede un sistema di doppio binario sanzionatorio amministrativo-penale per medesime fattispecie, al principio del ne bis in idem così come interpretato dalla Corte di Strasburgo. La Consulta lascia sopravvivere la disciplina sul market abuse e, con sé , molti degli interrogativi emersi in dottrina e in giurisprudenza sulla conformità della stessa ai principi espressi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza Grande Stevens e altri c. Italia. In assenza di una pronuncia della Corte costituzionale, simile a quella del Consiglio costituzionale francese, che fornisca delle linee guida affinché la normativa nazionale, che prevede un sistema di doppio binario amministrativo-penale per medesime fattispecie, non si ponga in contrasto con il sistema CEDU, non resta che attendere l’intervento riformatore del legislatore italiano, auspicato peraltro dalla stessa Consulta, il quale sarà chiamato, al pari di quanto avvenuto in Spagna e Finlandia con riferimento al doppio binario nel settore tributario, ad individuare meccanismi idonei ad impedire che l’Italia venga di nuovo condannata dalla Corte di Strasburgo per violazione del principio del ne bis in idem.
Il principio del ne bis in idem al vaglio della Corte costituzionale: un’occasione persa / Polegri, Federica. - In: GIURISPRUDENZA ITALIANA. - ISSN 1125-3029. - ELETTRONICO. - Luglio 2016:(2016), pp. 1711-1718.
Il principio del ne bis in idem al vaglio della Corte costituzionale: un’occasione persa
Polegri, Federica
2016
Abstract
Con la sentenza n. 102/2016, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili tre questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte di cassazione con riferimento alla compatibilità della disciplina italiana sugli abusi di mercato, che prevede un sistema di doppio binario sanzionatorio amministrativo-penale per medesime fattispecie, al principio del ne bis in idem così come interpretato dalla Corte di Strasburgo. La Consulta lascia sopravvivere la disciplina sul market abuse e, con sé , molti degli interrogativi emersi in dottrina e in giurisprudenza sulla conformità della stessa ai principi espressi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza Grande Stevens e altri c. Italia. In assenza di una pronuncia della Corte costituzionale, simile a quella del Consiglio costituzionale francese, che fornisca delle linee guida affinché la normativa nazionale, che prevede un sistema di doppio binario amministrativo-penale per medesime fattispecie, non si ponga in contrasto con il sistema CEDU, non resta che attendere l’intervento riformatore del legislatore italiano, auspicato peraltro dalla stessa Consulta, il quale sarà chiamato, al pari di quanto avvenuto in Spagna e Finlandia con riferimento al doppio binario nel settore tributario, ad individuare meccanismi idonei ad impedire che l’Italia venga di nuovo condannata dalla Corte di Strasburgo per violazione del principio del ne bis in idem.File | Dimensione | Formato | |
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