L’accezione di comune su cui questo lavoro di ricerca si focalizza non si riferisce all’istituzione di governo locale e non è relativa alle risorse presenti in natura quali l’aria, l’acqua, gli elementi o la vita animale. Chiama in causa invece elementi costituitivi della società umana, quali i gesti e le pratiche di condivisione che si innescano in specifici contesti di produzione e ne affronta il ruolo, le potenzialità e le criticità. Dunque, comune è inteso quale espressione della cooperazione sociale, che si esplica nel “general intellect” e nelle attività relazionali di apprendimento e di rete; e come base di produzione dei beni comuni, ma che ne resta distinto. L’obiettivo generale di questo lavoro è di gettare le basi, attraverso l’analisi e l’interpretazione di pratiche sociali esistenti, per una rottura della dicotomia pubblico/privato e indicare modalità concrete attraverso le quali è possibile percorrere una terza alternativa, quella comune, provando poi ad indagare anche sui possibili agenti esterni che ne possono influenzare la pratica. La ricerca effettuata può contribuire a fondare questa prospettiva su elementi di conoscenza e riscontro empirici identificando, attraverso l’analisi di alcune pratiche, l’esistenza o meno degli elementi distintivi e costitutivi del comune. Questi elementi sono stati tipizzati e caratterizzati preliminarmente, anche ai fini di operazionalizzazione. La ricerca è stata realizzata attraverso sia la comparazione con le altre forme, riconducibili ai tipi pubblico e privato, sia la messa a fuoco di singoli ipotetici casi di comune riscontrati. L’ipotesi dalla quale la ricerca muove è che oltre ad una gestione pubblica e privata di produzioni materiali e/o immateriali, possa esistere questa terza possibilità: il comune. La verifica di tale ipotesi ha imposto un’attenta riflessione concernente i presupposti, le condizioni da rispettare, le caratteristiche da possedere ed i limiti applicativi di tale “modello comune”. Il percorso metodologico adottato al fine di raggiungere l’obiettivo indicato è consistito nello studio parallelo delle pratiche e della teoria presente in letteratura, in una costante traslazione di concetti tra i due piani. La distinzione fra le fasi del lavoro svolto, schematicamente riportate di seguito, non è perciò da intendersi in modo rigido. i. Il primo passo è consistito nella tipizzazione del comune, operazione teorica condotta allo scopo di definire i tratti e le caratteristiche che ne contraddistinguono “il modello” basandosi, principalmente, sulla letteratura pertinente. L’intento è stato di ricavarne un idealtipo utile al riconoscimento del comune nelle pratiche analizzate; ii. a seguire, la rilevazione empirica ha fornito la possibilità di individuare le caratteristiche del comune a partire dalla sua messa in pratica e, incrociando le informazioni raccolte con quanto tipizzato in precedenza, riscontrare la sua esistenza effettiva e degli elementi che lo differenziano rispetto ai tipi pubblico e privato. Delineate le diversità, sono state esplicitate le variabili dalle quali il comune dipende e si è provato a stabilire grado e misura della dipendenza; Tab. 1: Variabili da analizzare Variabili Modalità costituenti e interazioni interne Sistema di governo Processi decisionali Trattamento risorse interne Accessibilità (economica) Interazioni esterne iii. definite e operazionalizzate le variabili e palesate le caratteristiche del comune si è tornati ad un lavoro teorico teso a delineare i motivi che conducono alla produzione, l’ambiente dal quale genera e le l’evoluzione del pensiero che ha condotto verso simile alternativa. Le pratiche oggetto di analisi sono state 7, afferenti a 4 settori produttivi diversi: tetaro, agricoltura, industria e servizi. Per il settore teatrale è stato possibile effettuare una comparazione tra i tre tipi, con il Teatro Argentina soggetto pubblico, Teatro Quirino soggetto privato e l’esperienza del Teatro Valle, nel periodo compreso tra il 2011 e l’estate del 2014, quale soggetto comune; per gli altri tre settori si è ritenuto opportuno procedere in maniera diversa: per l’agricoltura, l’assenza di un attore pubblico ha consentito la comparazione tra le sole pratiche relative ai tipi privato e comune, la Cooperativa Agricoltura nuova per il primo tipo e Fattoria Mondeggi per il secondo; riguardo all’industria e ai servizi, data la particolarità delle pratiche esaminate, non si è proceduto attraverso una comparazione ma con lo studio e l’analisi delle singole esperienze riferite al comune: RiMaflow fabbrica recuperata, in provincia di Milano, per l’industria ed Ex-Asilo Filangieri di Napoli per le attività di servizi culturali e allo spettacolo. La tavola 2 sintetizza le variabili ritenute in grado di discriminare tra i tre tipi, le relative modalità, specificandone il carattere che devono esprimere per essere considerate comune. Tab. 2: Individuazione teorica dei caratteri del Comune Variabili Modalità Caratteri del Comune Modalità costituenti e interazioni interne Cooperazione/Azione Individuale Cooperazione Sistema di governo Autogovernato/Eterodiretto Autogoverno Processi decisionali Orizzontalità/Verticalità Orizzontalità Trattamento risorse interne Mutuale/Non Mutuale Mutualismo interno Accessibilità (economica) Universale/Selettivo Universalità Interazioni esterne Partecipazione/Non Partecipazione Partecipazione La fase successiva del lavoro è consistita nella rilevazione empirica dei casi studiati attraverso interviste di profondità ai soggetti analizzati. Le interviste sono state condotte seguendo la traccia indicata da uno schema articolato secondo le diverse dimensioni delle attività: le prime due si concentrano sul funzionamento interno alla pratica, indagando sulle sfere economico/gestionale e organizzativo/gestionale; le due ulteriori dimensioni invece riguardano le gli atteggiamenti che gli attori protagonisti delle pratiche assumono verso l’esterno: le interazioni sociali che da esse scaturiscono, e l’offerta di beni/servizi proposta. Esaurita la raccolta delle informazioni utili a provare l’esistenza o meno del comune, e raggiunto il primo obiettivo prefissato – confrontare i meccanismi di funzionamento ed i sistemi di gestione delle pratiche afferenti ai tre tipi – si è tentato di delineare le variabili dalle quali il comune dipende. Ciò ha consentito di arricchire la discussione teorica su questi fattori. Tab 3: Variabili Dipendenti e Indipendenti del Comune Variabili Dipendenti Variabili Indipendenti Modalità costituenti e interazioni interne Motivazione dei soggetti istituenti e abilità auto-organizzative Sistema di Governo Capacità auto-organizzative e possibilità di amministrazione autonoma e indipendente dei cittadini partecipanti Catena di comando Modalità di regolazione dei processi decisionali Trattamento risorse interne Relazioni tra appartenenti alla pratica e reciproco trattamento Accessibilità (economica) Finalità della pratica e modalità di partecipazione al mercato Interazioni esterne Idea di “democrazia” L’ultima parte del lavoro, infatti, si concentra sui fattori ritenuti capaci di influenzare la presenza e la “buona riuscita” del comune, muovendo da tre domande: la prima è perché il Comune; per quale motivo sorge la necessità o quanto meno si intravedono i tentativi di trovare un modello di conduzione, gestione e regolazione di pratiche e produzioni materiali e immateriali diverso da quella pubblica e privata? La risposta a questa domanda è stata ricavata attraverso una ricostruzione minima delle politiche urbane dalla metà del ‘900 ad oggi, con l’intento di indicare le linee di crisi che hanno condotto componenti della società ad adottare pratiche di tipo alternativo alle gestioni pubblico/privato, e dunque ad autogovernarsi. La seconda: da dove viene generato il Comune? è una questione utile a comprendere l’ambiente e le componenti sociali dalle quali il comune si genera e le strade attraverso le quali esso riesce a generarsi. Per cercare una risposta si è partiti dal concetto di resilienza e dall’approfondimento di alcune dinamiche riguardanti le “direct social actions”, utili a comprendere sia da quali componenti sociali l’idea di comune sorge, sia le forme organizzative adottate dalla cittadinanza per elevarsi ad attore protagonista rispetto al pubblico e al privato. Altra strada percorsa nella generazione del comune è stata quella delle dinamiche di ri-territorializzazione operate negli ultimi anni, spostando l’equilibrio tra una visione globale dei fenomeni e pratiche prevalentemente locali. In fine la terza: quale forma per il Comune? domanda non priva di difficoltà, che chiama in causa in maniera prepotente la disciplina giuridica, utile a comprendere il framework all’interno del quale alcune idee di comune possono essere pensate ed applicate, soprattutto avendo ben chiari il sistema di pesi e contrappesi che un’ipotetica operazione di istituzionalizzazione dello stesso deve necessariamente considerare per evitare eventuali squilibri e abusi. Questa terza domanda trova risposta attraverso ragionamenti non solo di natura giuridica, ma anche – in relazione alle policy urbane – incrociando alcune questioni di natura sociologica e filosofica.

Teoria e pratiche del Comune. Una comparazione empirica oltre il pubblico e il privato / Romano, Alessandro. - (2017 Sep 27).

Teoria e pratiche del Comune. Una comparazione empirica oltre il pubblico e il privato

ROMANO, ALESSANDRO
27/09/2017

Abstract

L’accezione di comune su cui questo lavoro di ricerca si focalizza non si riferisce all’istituzione di governo locale e non è relativa alle risorse presenti in natura quali l’aria, l’acqua, gli elementi o la vita animale. Chiama in causa invece elementi costituitivi della società umana, quali i gesti e le pratiche di condivisione che si innescano in specifici contesti di produzione e ne affronta il ruolo, le potenzialità e le criticità. Dunque, comune è inteso quale espressione della cooperazione sociale, che si esplica nel “general intellect” e nelle attività relazionali di apprendimento e di rete; e come base di produzione dei beni comuni, ma che ne resta distinto. L’obiettivo generale di questo lavoro è di gettare le basi, attraverso l’analisi e l’interpretazione di pratiche sociali esistenti, per una rottura della dicotomia pubblico/privato e indicare modalità concrete attraverso le quali è possibile percorrere una terza alternativa, quella comune, provando poi ad indagare anche sui possibili agenti esterni che ne possono influenzare la pratica. La ricerca effettuata può contribuire a fondare questa prospettiva su elementi di conoscenza e riscontro empirici identificando, attraverso l’analisi di alcune pratiche, l’esistenza o meno degli elementi distintivi e costitutivi del comune. Questi elementi sono stati tipizzati e caratterizzati preliminarmente, anche ai fini di operazionalizzazione. La ricerca è stata realizzata attraverso sia la comparazione con le altre forme, riconducibili ai tipi pubblico e privato, sia la messa a fuoco di singoli ipotetici casi di comune riscontrati. L’ipotesi dalla quale la ricerca muove è che oltre ad una gestione pubblica e privata di produzioni materiali e/o immateriali, possa esistere questa terza possibilità: il comune. La verifica di tale ipotesi ha imposto un’attenta riflessione concernente i presupposti, le condizioni da rispettare, le caratteristiche da possedere ed i limiti applicativi di tale “modello comune”. Il percorso metodologico adottato al fine di raggiungere l’obiettivo indicato è consistito nello studio parallelo delle pratiche e della teoria presente in letteratura, in una costante traslazione di concetti tra i due piani. La distinzione fra le fasi del lavoro svolto, schematicamente riportate di seguito, non è perciò da intendersi in modo rigido. i. Il primo passo è consistito nella tipizzazione del comune, operazione teorica condotta allo scopo di definire i tratti e le caratteristiche che ne contraddistinguono “il modello” basandosi, principalmente, sulla letteratura pertinente. L’intento è stato di ricavarne un idealtipo utile al riconoscimento del comune nelle pratiche analizzate; ii. a seguire, la rilevazione empirica ha fornito la possibilità di individuare le caratteristiche del comune a partire dalla sua messa in pratica e, incrociando le informazioni raccolte con quanto tipizzato in precedenza, riscontrare la sua esistenza effettiva e degli elementi che lo differenziano rispetto ai tipi pubblico e privato. Delineate le diversità, sono state esplicitate le variabili dalle quali il comune dipende e si è provato a stabilire grado e misura della dipendenza; Tab. 1: Variabili da analizzare Variabili Modalità costituenti e interazioni interne Sistema di governo Processi decisionali Trattamento risorse interne Accessibilità (economica) Interazioni esterne iii. definite e operazionalizzate le variabili e palesate le caratteristiche del comune si è tornati ad un lavoro teorico teso a delineare i motivi che conducono alla produzione, l’ambiente dal quale genera e le l’evoluzione del pensiero che ha condotto verso simile alternativa. Le pratiche oggetto di analisi sono state 7, afferenti a 4 settori produttivi diversi: tetaro, agricoltura, industria e servizi. Per il settore teatrale è stato possibile effettuare una comparazione tra i tre tipi, con il Teatro Argentina soggetto pubblico, Teatro Quirino soggetto privato e l’esperienza del Teatro Valle, nel periodo compreso tra il 2011 e l’estate del 2014, quale soggetto comune; per gli altri tre settori si è ritenuto opportuno procedere in maniera diversa: per l’agricoltura, l’assenza di un attore pubblico ha consentito la comparazione tra le sole pratiche relative ai tipi privato e comune, la Cooperativa Agricoltura nuova per il primo tipo e Fattoria Mondeggi per il secondo; riguardo all’industria e ai servizi, data la particolarità delle pratiche esaminate, non si è proceduto attraverso una comparazione ma con lo studio e l’analisi delle singole esperienze riferite al comune: RiMaflow fabbrica recuperata, in provincia di Milano, per l’industria ed Ex-Asilo Filangieri di Napoli per le attività di servizi culturali e allo spettacolo. La tavola 2 sintetizza le variabili ritenute in grado di discriminare tra i tre tipi, le relative modalità, specificandone il carattere che devono esprimere per essere considerate comune. Tab. 2: Individuazione teorica dei caratteri del Comune Variabili Modalità Caratteri del Comune Modalità costituenti e interazioni interne Cooperazione/Azione Individuale Cooperazione Sistema di governo Autogovernato/Eterodiretto Autogoverno Processi decisionali Orizzontalità/Verticalità Orizzontalità Trattamento risorse interne Mutuale/Non Mutuale Mutualismo interno Accessibilità (economica) Universale/Selettivo Universalità Interazioni esterne Partecipazione/Non Partecipazione Partecipazione La fase successiva del lavoro è consistita nella rilevazione empirica dei casi studiati attraverso interviste di profondità ai soggetti analizzati. Le interviste sono state condotte seguendo la traccia indicata da uno schema articolato secondo le diverse dimensioni delle attività: le prime due si concentrano sul funzionamento interno alla pratica, indagando sulle sfere economico/gestionale e organizzativo/gestionale; le due ulteriori dimensioni invece riguardano le gli atteggiamenti che gli attori protagonisti delle pratiche assumono verso l’esterno: le interazioni sociali che da esse scaturiscono, e l’offerta di beni/servizi proposta. Esaurita la raccolta delle informazioni utili a provare l’esistenza o meno del comune, e raggiunto il primo obiettivo prefissato – confrontare i meccanismi di funzionamento ed i sistemi di gestione delle pratiche afferenti ai tre tipi – si è tentato di delineare le variabili dalle quali il comune dipende. Ciò ha consentito di arricchire la discussione teorica su questi fattori. Tab 3: Variabili Dipendenti e Indipendenti del Comune Variabili Dipendenti Variabili Indipendenti Modalità costituenti e interazioni interne Motivazione dei soggetti istituenti e abilità auto-organizzative Sistema di Governo Capacità auto-organizzative e possibilità di amministrazione autonoma e indipendente dei cittadini partecipanti Catena di comando Modalità di regolazione dei processi decisionali Trattamento risorse interne Relazioni tra appartenenti alla pratica e reciproco trattamento Accessibilità (economica) Finalità della pratica e modalità di partecipazione al mercato Interazioni esterne Idea di “democrazia” L’ultima parte del lavoro, infatti, si concentra sui fattori ritenuti capaci di influenzare la presenza e la “buona riuscita” del comune, muovendo da tre domande: la prima è perché il Comune; per quale motivo sorge la necessità o quanto meno si intravedono i tentativi di trovare un modello di conduzione, gestione e regolazione di pratiche e produzioni materiali e immateriali diverso da quella pubblica e privata? La risposta a questa domanda è stata ricavata attraverso una ricostruzione minima delle politiche urbane dalla metà del ‘900 ad oggi, con l’intento di indicare le linee di crisi che hanno condotto componenti della società ad adottare pratiche di tipo alternativo alle gestioni pubblico/privato, e dunque ad autogovernarsi. La seconda: da dove viene generato il Comune? è una questione utile a comprendere l’ambiente e le componenti sociali dalle quali il comune si genera e le strade attraverso le quali esso riesce a generarsi. Per cercare una risposta si è partiti dal concetto di resilienza e dall’approfondimento di alcune dinamiche riguardanti le “direct social actions”, utili a comprendere sia da quali componenti sociali l’idea di comune sorge, sia le forme organizzative adottate dalla cittadinanza per elevarsi ad attore protagonista rispetto al pubblico e al privato. Altra strada percorsa nella generazione del comune è stata quella delle dinamiche di ri-territorializzazione operate negli ultimi anni, spostando l’equilibrio tra una visione globale dei fenomeni e pratiche prevalentemente locali. In fine la terza: quale forma per il Comune? domanda non priva di difficoltà, che chiama in causa in maniera prepotente la disciplina giuridica, utile a comprendere il framework all’interno del quale alcune idee di comune possono essere pensate ed applicate, soprattutto avendo ben chiari il sistema di pesi e contrappesi che un’ipotetica operazione di istituzionalizzazione dello stesso deve necessariamente considerare per evitare eventuali squilibri e abusi. Questa terza domanda trova risposta attraverso ragionamenti non solo di natura giuridica, ma anche – in relazione alle policy urbane – incrociando alcune questioni di natura sociologica e filosofica.
27-set-2017
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Tesi dottorato Romano

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Tipologia: Tesi di dottorato
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