Some contemporary models of sculptures and architectures are amazing: they can conjure up and spatially recompose fragments of the past. We could call them true "representations of absence". These models "redesign" volumes in space with the lightness and impalpability of what is nothing but evocation. They are virtual configurations where vision integrates visible reality and representation moves beyond it: invented in a notebook or in drawings, it goes on to materialize patterns which not only describe its three-dimensional nature, but by building physical, albeit transparent structures succeed in making it real - in a sort of augmented reality.
Alcuni modelli contemporanei di opere scultoree e architettoniche hanno la straordinaria capacità di evocare e di ricomporre spazialmente frammenti del passato: si pongono come delle vere e proprie "rappresentazioni dell'assenza". Si tratta di "ridisegnare" volumi nello spazio, con la leggerezza e l'impalpabilità di ciò che ormai non è altro che evocazione. Configurazioni virtuali, laddove la visione integra la realtà visibile e la rappresentazione la oltrepassa; pensata su un taccuino o sui disegni, procede materializzando trame che, oltre a descriverla nella sua tridimensionalità, riescono a concretizzarla - come in una sorta di realtà aumentata - realizzando strutture fisiche, ancorché trasparenti.
La rappresentazione dell'assenza. Reinterpretare la storia attraverso un linguaggio contemporaneo / Chiavoni, Emanuela; Porfiri, Francesca; Tacchi, GAIA LISA. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 829-834. (Intervento presentato al convegno Territori e frontiere della rappresentazione : 39. convegno internazionale dei Docenti delle discipline della rappresentazione : 14. congresso UID, Napoli 14, 15, 16 settembre 2017 tenutosi a Napoli nel 14-15-16 Settembre 2017).
La rappresentazione dell'assenza. Reinterpretare la storia attraverso un linguaggio contemporaneo
CHIAVONI, Emanuela;PORFIRI, FRANCESCA;TACCHI, GAIA LISA
2017
Abstract
Some contemporary models of sculptures and architectures are amazing: they can conjure up and spatially recompose fragments of the past. We could call them true "representations of absence". These models "redesign" volumes in space with the lightness and impalpability of what is nothing but evocation. They are virtual configurations where vision integrates visible reality and representation moves beyond it: invented in a notebook or in drawings, it goes on to materialize patterns which not only describe its three-dimensional nature, but by building physical, albeit transparent structures succeed in making it real - in a sort of augmented reality.File | Dimensione | Formato | |
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