L’articolo intende ricostruire la storia delle pretese descrizioni ‘scientifiche’ della personalità dei meridionali, sviluppatasi in Italia a partire dal 1861 dopo l’unificazione del paese. Alcuni scienziati positivisti, infatti, avevano iniziato a studiare le popolazioni del sud dal punto di vista psico-antropologico e le avevano rappresentate con tratti caratteriali e culturali diversi, in genere negativi, rispetto a quelli dei settentrionali. Le differenze poste in luce erano state poi considerate una delle cause della presunta arretratezza del Mezzogiorno. L’articolo tenterà di illustrare le varie tesi ‘ereditariste’ – a loro volta suddivise in ‘innatiste’ e ‘trasformiste’ – e ‘ambientaliste’ elaborate da psico-antropologi, sociologi e politici sulle cause della diversità e del sottosviluppo del Mezzogiorno. Si accennerà, inoltre, alle influenze che le loro ricerche hanno avuto nelle scienze sociali del Novecento, come dimostra, ad esempio, la diffusione del concetto di «familismo amorale» sviluppato da Banfield, erede di idee e pregiudizi sui meridionali già presenti nella pubblicistica dell’epoca. Saranno anche evidenziate sorprendenti continuità nella elaborazione di programmi di ricerca che, sulla scorta di una vulgata sui popoli del sud, hanno portato a formulare nozioni stereotipiche, talvolta ancora utilizzate.

La rappresentazione psico-antropologica dei meridionali tra Ottocento e Novecento / Foschi, Renato. - In: PHYSIS, RIVISTA INTERNAZIONALE DI STORIA DELLA SCIENZA. - ISSN 0031-9414. - STAMPA. - 1-2:51(2016), pp. 253-265.

La rappresentazione psico-antropologica dei meridionali tra Ottocento e Novecento

FOSCHI, Renato
2016

Abstract

L’articolo intende ricostruire la storia delle pretese descrizioni ‘scientifiche’ della personalità dei meridionali, sviluppatasi in Italia a partire dal 1861 dopo l’unificazione del paese. Alcuni scienziati positivisti, infatti, avevano iniziato a studiare le popolazioni del sud dal punto di vista psico-antropologico e le avevano rappresentate con tratti caratteriali e culturali diversi, in genere negativi, rispetto a quelli dei settentrionali. Le differenze poste in luce erano state poi considerate una delle cause della presunta arretratezza del Mezzogiorno. L’articolo tenterà di illustrare le varie tesi ‘ereditariste’ – a loro volta suddivise in ‘innatiste’ e ‘trasformiste’ – e ‘ambientaliste’ elaborate da psico-antropologi, sociologi e politici sulle cause della diversità e del sottosviluppo del Mezzogiorno. Si accennerà, inoltre, alle influenze che le loro ricerche hanno avuto nelle scienze sociali del Novecento, come dimostra, ad esempio, la diffusione del concetto di «familismo amorale» sviluppato da Banfield, erede di idee e pregiudizi sui meridionali già presenti nella pubblicistica dell’epoca. Saranno anche evidenziate sorprendenti continuità nella elaborazione di programmi di ricerca che, sulla scorta di una vulgata sui popoli del sud, hanno portato a formulare nozioni stereotipiche, talvolta ancora utilizzate.
2016
Meridione; Sud Italia; antropologia
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La rappresentazione psico-antropologica dei meridionali tra Ottocento e Novecento / Foschi, Renato. - In: PHYSIS, RIVISTA INTERNAZIONALE DI STORIA DELLA SCIENZA. - ISSN 0031-9414. - STAMPA. - 1-2:51(2016), pp. 253-265.
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