La valutazione del mondo rappresentazionale del bambino: uno studio esplorativo nella seconda infanzia Premesse teoriche: Molte ricerche hanno sottolineato il ruolo che l’ambiente primario ha sullo sviluppo normale e patologico del bambino, enfatizzando il ruolo del mondo esterno e trascurando quello interno incentrato su un versante intrapsichico. Nel panorama attuale la Psicopatologia dello Sviluppo è sempre più attenta a prendere in considerazione la comprensione del mondo rappresentazionale del bambino in relazione a quello dei genitori e le influenze che ciascuno ha sull’altro. La valutazione diagnostica si muove sempre più spesso in ottica multidimensionale, tenendo presente non solo l’elenco di sintomi per una data patologia, ma esplorando sempre più a fondo il vissuto del bambino e quello genitoriale nonché le loro reciproche influenze. Obiettivi: è stato valutato il mondo rappresentazionale del bambino in relazione allo stato della mente dei genitori ed è stato valutato l’effetto che questo ha sul sistema rappresentazionale del bambino. In linea con la teoria della Developmental Psychopathology che sempre più spesso tende ad enfatizzare il ruolo delle reciproche influenze tra genitore e bambino nello sviluppo e nella psicopatologia infantile, abbiamo esplorato questo aspetto attraverso un’ottica rappresentazionale che consideri i vissuti di entrambi. Al livello specifico abbiamo analizzato la relazione tra i costrutti di attaccamento valutati tramite lo SSAP e la dimensione psicopatologica ottenuta tramite gli indici della CBCL. La sicurezza dell’attaccamento è un fattore protettivo sia rispetto alla risposta di un evento traumatico sia rispetto alla insorgenza di psicopatologia (Fonagy, 2001, Dazzi, Speranza, 2005, Liotti 2005, Lyons-Ruth, 1996, Egeland e Sroufe, 1981). Sono state osservate le rappresentazioni mentali effettuando un confronto tra i bambini con disturbo del comportamento e un gruppo di controllo. Alcuni studi in letteratura mostrano come i bambini sicuri hanno rappresentazioni di se stessi e degli altri positive, rappresentazioni di adulti protettivi e fonte di conforto, mentre i bambini insicuri mostrano il protagonista come indifeso, rifiutato dagli adulti e manifestano comportamenti aggressivi e violenti suggerendo che l’insicurezza nell’attaccamento anticipi esiti situazionali negativi (Bretherton et al., 1990; Cassidy, 1988; Solomon et al., 1995). Abbiamo valutato le differenze tra gli indici di aggressività nei due gruppi osservando che nei bambini con disturbo del comportamento tali indici, cosi come valutati tramite lo SSBS, sono maggiori rispetto al gruppo di controllo. I bambini con patologia rappresentano temi di aggressività in misura maggiore rispetto ai bambini senza patologia. Buchsbaum et al (1992) mostrano come lo sviluppo della morale sia strettamente correlato alla regolazione dell’emozione, alla qualità dell’attaccamento e alla regolazione dell’aggressività. Metodo: Il campione è costituito da un gruppo clinico di bambini N=20 nella fascia di età 4-10 anni, che accedono ad una valutazione psicodiagnostica nel reparto di Neuropsichiatria Infantile e da un gruppo di controllo N=20 appaiato per numero e per età. Il campione del gruppo clinico è omogeneo rispetto alla psicopatologia. Tutti i bambini hanno un disturbo del comportamento. Sono inoltre reclutati i genitori che accedono al servizio nell’iter diagnostico di routine. Rispetto al gruppo di controllo, bambini e genitori sono stati reclutati telefonicamente come volontari aderenti al progetto di ricerca. Tutti i partecipanti hanno accettato di partecipare al progetto. Per effettuare una valutazione cross-informant che consideri diversi vertici di valutazione (genitore, bambino, clinico) saranno utilizzati lo Story Stem Assessment Profile (Hodges et al., 2007) per le rappresentazioni del bambino; l’Adult Attachment Interview (George et al., 1984) per lo stato mentale dei genitori; Child Behavior Check List (Achenbach et al., 2001) per i problemi internalizzanti ed esternalizzanti del bambino. Come supporto ai questionari sono state utilizzate le schede dei colloqui effettuati nell’iter diagnostico. Durante la prima sono stati distribuiti ai genitori i questionari che forniscono informazioni sull’anamnesi familiare. La valutazione nel gruppo di controllo è stata effettuata a casa dei partecipanti per assicurare al bambino e ai genitori un ambiente naturale entro cui effettuare la valutazione. Ai genitori è stato chiesto di firmare un consenso informato. Sia al gruppo clinico che al gruppo di controllo è stata garantita una restituzione. Per entrambi i gruppi è stato programmato un colloquio di restituzione. Risultati: alcuni studi hanno mostrato come ad uno stato mentale genitoriale poco empatico nei confronti del bambino ed irrisolto rispetto alle esperienze di attaccamento con le proprie figure di riferimento corrispondano alti livelli di rischio psicopatologico nel bambino. Allo stato attuale e in linea con le nostre ipotesi abbiamo osservato nel gruppo clinico un livello maggiore di insicurezza, disorganizzazione rispetto al gruppo di controllo. Nel particolare, i bambini con disturbo del comportamento sviluppano attraverso le storie alti livelli di aggressività rispetto al gruppo di controllo. Un dato interessante mostra come l’aggressività sviluppata dai bambini con disturbo del comportamento è esibita a livelli estremi e catastrofici e non è contrapposta e attenuata da rappresentazioni di adulti confortevoli o fonte di protezione. Piuttosto i bambini con disturbo del comportamento hanno rappresentazioni di adulti rifiutanti e punitivi, manifestano manovre di evitamento lì dove percepiscono contenuti che provocano ansia o conflitto. Dalle valutazioni effettuate tramite lo SSAP si osserva che i bambini con disturbo del comportamento si collocano su alti livelli di disorganizzazione e insicurezza in misura maggiore rispetto al gruppo di controllo. A livello qualitativo i dati suggeriscono che nel gruppo di controllo l’aggressività simulata nelle storie dai bambini resta su un piano coerente ed atteso. In particolare l’aggressività è spesso modulata da rappresentazioni di adulti protettivi, empatici rispetto ai bisogni del bambino e vissuti come fonte di supporto emotivo. Queste rappresentazioni li aiutono ad attenuare attraverso le storie i livelli di aggressività. Rispetto al gruppo dei genitori è stato osservato dai risultati della CBCL come le mamme dei bambini con disturbo del comportamento tendono ad “evitare” di riconoscere nel bambino le caratteristiche associate ai problemi esternalizzanti. In particolare il punteggio alle scale CBCL “Problemi Esternalizzanti” mostra che soltanto 6 mamme su 15 attribuiscono al figlio problemi di natura esternalizzante sul quadro psicopatologico, 1 mamma valuta il figlio a rischio psicopatologico e 8 mamme su 15 non segnalano difficoltà di natura esternalizzante per il proprio figlio. Osservando nello specifico i punteggi della CBCL alle scale di aggressività e di comportamenti delinquenziali mostrano che 9 mamme su 15 non attribuiscono queste caratteristiche ai propri figli, 1 mamma colloca l’aggressività del figlio sul piano rischio psicopatologico e 4 su 15 indicano tali aspetti sul versante psicopatologico. Visti insieme questi dati sembrerebbero segnalare che le madri del gruppo clinico tendano ad evitare di riconoscere nel figlio problemi di natura esternalizzante soprattutto rispetto a quegli aspetti legati all’aggressività. Al contrario abbiamo osservato come questi bambini tendono a produrre attraverso le storie alti livelli di aggressività e rappresentazioni di adulti punitivi o poco protettivi. Questo elemento suggerisce la predisposizione poco empatica del genitore rispetto allo stato interno del bambino soprattutto sugli aspetti legati all’emotività. Le dimensioni di attaccamento valutate dalle AAI mostrano che nel gruppo clinico vi è un maggior numero di mamme con attaccamento Ds (Distanziante) e U/CC (Irrisolto) rispetto al numero di controllo. Inoltre le mamme del gruppo di controllo che hanno ottenuto la valutazione U/CC sono classificate come Sicure/Irrisolte (F/U), mentre nel gruppo clinico le mamme sono state classificate come Irrisolte/Distanzianti (U/Ds).

La valutazione del mondo rappresentazionale del bambino con disturbo comportamentale nella seconda infanzia: uno studio esplorativo con lo Story Stem Assessment Profile / DE NIGRIS, MARICA ANGELA. - (2015 Jul 22).

La valutazione del mondo rappresentazionale del bambino con disturbo comportamentale nella seconda infanzia: uno studio esplorativo con lo Story Stem Assessment Profile

DE NIGRIS, MARICA ANGELA
22/07/2015

Abstract

La valutazione del mondo rappresentazionale del bambino: uno studio esplorativo nella seconda infanzia Premesse teoriche: Molte ricerche hanno sottolineato il ruolo che l’ambiente primario ha sullo sviluppo normale e patologico del bambino, enfatizzando il ruolo del mondo esterno e trascurando quello interno incentrato su un versante intrapsichico. Nel panorama attuale la Psicopatologia dello Sviluppo è sempre più attenta a prendere in considerazione la comprensione del mondo rappresentazionale del bambino in relazione a quello dei genitori e le influenze che ciascuno ha sull’altro. La valutazione diagnostica si muove sempre più spesso in ottica multidimensionale, tenendo presente non solo l’elenco di sintomi per una data patologia, ma esplorando sempre più a fondo il vissuto del bambino e quello genitoriale nonché le loro reciproche influenze. Obiettivi: è stato valutato il mondo rappresentazionale del bambino in relazione allo stato della mente dei genitori ed è stato valutato l’effetto che questo ha sul sistema rappresentazionale del bambino. In linea con la teoria della Developmental Psychopathology che sempre più spesso tende ad enfatizzare il ruolo delle reciproche influenze tra genitore e bambino nello sviluppo e nella psicopatologia infantile, abbiamo esplorato questo aspetto attraverso un’ottica rappresentazionale che consideri i vissuti di entrambi. Al livello specifico abbiamo analizzato la relazione tra i costrutti di attaccamento valutati tramite lo SSAP e la dimensione psicopatologica ottenuta tramite gli indici della CBCL. La sicurezza dell’attaccamento è un fattore protettivo sia rispetto alla risposta di un evento traumatico sia rispetto alla insorgenza di psicopatologia (Fonagy, 2001, Dazzi, Speranza, 2005, Liotti 2005, Lyons-Ruth, 1996, Egeland e Sroufe, 1981). Sono state osservate le rappresentazioni mentali effettuando un confronto tra i bambini con disturbo del comportamento e un gruppo di controllo. Alcuni studi in letteratura mostrano come i bambini sicuri hanno rappresentazioni di se stessi e degli altri positive, rappresentazioni di adulti protettivi e fonte di conforto, mentre i bambini insicuri mostrano il protagonista come indifeso, rifiutato dagli adulti e manifestano comportamenti aggressivi e violenti suggerendo che l’insicurezza nell’attaccamento anticipi esiti situazionali negativi (Bretherton et al., 1990; Cassidy, 1988; Solomon et al., 1995). Abbiamo valutato le differenze tra gli indici di aggressività nei due gruppi osservando che nei bambini con disturbo del comportamento tali indici, cosi come valutati tramite lo SSBS, sono maggiori rispetto al gruppo di controllo. I bambini con patologia rappresentano temi di aggressività in misura maggiore rispetto ai bambini senza patologia. Buchsbaum et al (1992) mostrano come lo sviluppo della morale sia strettamente correlato alla regolazione dell’emozione, alla qualità dell’attaccamento e alla regolazione dell’aggressività. Metodo: Il campione è costituito da un gruppo clinico di bambini N=20 nella fascia di età 4-10 anni, che accedono ad una valutazione psicodiagnostica nel reparto di Neuropsichiatria Infantile e da un gruppo di controllo N=20 appaiato per numero e per età. Il campione del gruppo clinico è omogeneo rispetto alla psicopatologia. Tutti i bambini hanno un disturbo del comportamento. Sono inoltre reclutati i genitori che accedono al servizio nell’iter diagnostico di routine. Rispetto al gruppo di controllo, bambini e genitori sono stati reclutati telefonicamente come volontari aderenti al progetto di ricerca. Tutti i partecipanti hanno accettato di partecipare al progetto. Per effettuare una valutazione cross-informant che consideri diversi vertici di valutazione (genitore, bambino, clinico) saranno utilizzati lo Story Stem Assessment Profile (Hodges et al., 2007) per le rappresentazioni del bambino; l’Adult Attachment Interview (George et al., 1984) per lo stato mentale dei genitori; Child Behavior Check List (Achenbach et al., 2001) per i problemi internalizzanti ed esternalizzanti del bambino. Come supporto ai questionari sono state utilizzate le schede dei colloqui effettuati nell’iter diagnostico. Durante la prima sono stati distribuiti ai genitori i questionari che forniscono informazioni sull’anamnesi familiare. La valutazione nel gruppo di controllo è stata effettuata a casa dei partecipanti per assicurare al bambino e ai genitori un ambiente naturale entro cui effettuare la valutazione. Ai genitori è stato chiesto di firmare un consenso informato. Sia al gruppo clinico che al gruppo di controllo è stata garantita una restituzione. Per entrambi i gruppi è stato programmato un colloquio di restituzione. Risultati: alcuni studi hanno mostrato come ad uno stato mentale genitoriale poco empatico nei confronti del bambino ed irrisolto rispetto alle esperienze di attaccamento con le proprie figure di riferimento corrispondano alti livelli di rischio psicopatologico nel bambino. Allo stato attuale e in linea con le nostre ipotesi abbiamo osservato nel gruppo clinico un livello maggiore di insicurezza, disorganizzazione rispetto al gruppo di controllo. Nel particolare, i bambini con disturbo del comportamento sviluppano attraverso le storie alti livelli di aggressività rispetto al gruppo di controllo. Un dato interessante mostra come l’aggressività sviluppata dai bambini con disturbo del comportamento è esibita a livelli estremi e catastrofici e non è contrapposta e attenuata da rappresentazioni di adulti confortevoli o fonte di protezione. Piuttosto i bambini con disturbo del comportamento hanno rappresentazioni di adulti rifiutanti e punitivi, manifestano manovre di evitamento lì dove percepiscono contenuti che provocano ansia o conflitto. Dalle valutazioni effettuate tramite lo SSAP si osserva che i bambini con disturbo del comportamento si collocano su alti livelli di disorganizzazione e insicurezza in misura maggiore rispetto al gruppo di controllo. A livello qualitativo i dati suggeriscono che nel gruppo di controllo l’aggressività simulata nelle storie dai bambini resta su un piano coerente ed atteso. In particolare l’aggressività è spesso modulata da rappresentazioni di adulti protettivi, empatici rispetto ai bisogni del bambino e vissuti come fonte di supporto emotivo. Queste rappresentazioni li aiutono ad attenuare attraverso le storie i livelli di aggressività. Rispetto al gruppo dei genitori è stato osservato dai risultati della CBCL come le mamme dei bambini con disturbo del comportamento tendono ad “evitare” di riconoscere nel bambino le caratteristiche associate ai problemi esternalizzanti. In particolare il punteggio alle scale CBCL “Problemi Esternalizzanti” mostra che soltanto 6 mamme su 15 attribuiscono al figlio problemi di natura esternalizzante sul quadro psicopatologico, 1 mamma valuta il figlio a rischio psicopatologico e 8 mamme su 15 non segnalano difficoltà di natura esternalizzante per il proprio figlio. Osservando nello specifico i punteggi della CBCL alle scale di aggressività e di comportamenti delinquenziali mostrano che 9 mamme su 15 non attribuiscono queste caratteristiche ai propri figli, 1 mamma colloca l’aggressività del figlio sul piano rischio psicopatologico e 4 su 15 indicano tali aspetti sul versante psicopatologico. Visti insieme questi dati sembrerebbero segnalare che le madri del gruppo clinico tendano ad evitare di riconoscere nel figlio problemi di natura esternalizzante soprattutto rispetto a quegli aspetti legati all’aggressività. Al contrario abbiamo osservato come questi bambini tendono a produrre attraverso le storie alti livelli di aggressività e rappresentazioni di adulti punitivi o poco protettivi. Questo elemento suggerisce la predisposizione poco empatica del genitore rispetto allo stato interno del bambino soprattutto sugli aspetti legati all’emotività. Le dimensioni di attaccamento valutate dalle AAI mostrano che nel gruppo clinico vi è un maggior numero di mamme con attaccamento Ds (Distanziante) e U/CC (Irrisolto) rispetto al numero di controllo. Inoltre le mamme del gruppo di controllo che hanno ottenuto la valutazione U/CC sono classificate come Sicure/Irrisolte (F/U), mentre nel gruppo clinico le mamme sono state classificate come Irrisolte/Distanzianti (U/Ds).
22-lug-2015
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Tesi dottorato De Nigris

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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1003757
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