Il contributo affronta il tema del lungo e graduale passaggio dall'esercizio della vendetta privata da parte dei gruppi gentilizi e familiari all'affermarsi della pena fissata e comminata dall'autorità 'statale'. Le disposizioni in materia di omicidio, attribuite dalle fonti al re Numa, costituiscono un primo importante limite alla rappresaglia tra i gruppi. La distinzione tra omicidio volontario e involontario pone infatti le basi per una graduale configurazione dell'omicidio quale crimine di 'interesse pubblico', sanzionato con una pena disposta dal potere 'statale' e dotato di una propria autonomia rispetto ad altri illeciti, che parimenti rientrano originariamente nella sfera della vendetta e rispetto ai quali ancora le XII tavole ammettono la persecuzione privata.
La repressione criminale nell'esperienza giuridica di Roma antica. Dalla vendetta alla pena / Tassi, Elena. - STAMPA. - I(2016), pp. 87-98.
La repressione criminale nell'esperienza giuridica di Roma antica. Dalla vendetta alla pena
TASSI, ElenaMembro del Collaboration Group
2016
Abstract
Il contributo affronta il tema del lungo e graduale passaggio dall'esercizio della vendetta privata da parte dei gruppi gentilizi e familiari all'affermarsi della pena fissata e comminata dall'autorità 'statale'. Le disposizioni in materia di omicidio, attribuite dalle fonti al re Numa, costituiscono un primo importante limite alla rappresaglia tra i gruppi. La distinzione tra omicidio volontario e involontario pone infatti le basi per una graduale configurazione dell'omicidio quale crimine di 'interesse pubblico', sanzionato con una pena disposta dal potere 'statale' e dotato di una propria autonomia rispetto ad altri illeciti, che parimenti rientrano originariamente nella sfera della vendetta e rispetto ai quali ancora le XII tavole ammettono la persecuzione privata.File | Dimensione | Formato | |
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